Se avete in programma di soggiornare a Rodi non accontentatevi solo delle bellezze dell’isola dei Cavalieri, ma organizzate una visita nella vicina isola di Simi (Symi). L’ideale sarebbe optare per il “fai da te” evitando le escursioni mordi e fuggi proposte dai tour operator e dalle agenzie turistiche locali – escursioni che si concludono in una giornata – e trascorrere in loco almeno due, tre giorni per scoprire quella che fino a poco tempo fa era conosciuta come l’ “isola delle spugne”.
Il viaggio dal porto di Rodi dura circa due ore solcando un mare azzurrissimo popolato da numerose imbarcazioni cullate dal Meltemi, il vento che rinfresca le isole della Grecia dalla calura estiva. Man mano che ci si avvicina alla terra ferma lo sguardo è catturato dalle calde tinte pastello che colorano le case di Simi. Il sole dell’estate le rende ancora più brillanti e suggestive regalando una piacevole sensazione di quiete e di raffinata semplicità.
Anche il nome dell’isola ha un suono dolce e gentile. Symi, secondo la mitologia greca sempre ricca di storie avvincenti e complicate, era una principessa di Rodi che si rifugiò qui insieme al dio Glauco, il fidanzato che suo padre non poteva proprio sopportare.
Allontanandosi di pochi passi dal porticciolo ci si immerge nell’allegra vivacità del piccolo capoluogo punteggiato di graziosi negozietti e di tante bancarelle che vendono in prevalenza spugne. Un tempo la pesca dei poriferi, veri e propri animali marini, era l’attività principale di Simi che divenne ancora più ricca di Rodi. Sin da bambini gli isolani scendevano in profondità per pescare le spugne senza respiratori e con il solo ausilio di pesanti pietre che li trascinavano verso il basso. I pescatori rimasti sulle barche tenevano l’altro capo della corda e lo trascinavano al momento della risalita dei compagni.
Oggi le tecniche di pesca sono cambiate, ma le spugne non popolano più i fondali di Simi. Quelle in vendita nei mercatini locali non sono autoctone, ma costituiscono pur sempre un simpatico e utile souvenir da portare a casa.
Con più tempo a disposizione si può visitare la parte superiore del capoluogo, Ano Symi, con il vecchio castello dei cavalieri e il museo archeologico. Tappa obbligata dei tour organizzati – ma comunque meritevole di una visita – è il Monastero dell’arcangelo Michele nel villaggio di Panormitis che si trova sulla sponda opposta rispetto al capoluogo. Chi ama il trekking può raggiungerlo a piedi partendo dalla cittadina, ma forse d’estate non è un’escursione consigliabile.
Il monastero fu costruito nel VI secolo, ma la struttura in stile veneziano che vediamo oggi risale al XVIII secolo. Qui è custodita un’icona in argento raffigurante l’arcangelo Michele, patrono dell’isola e protettore dei marinai.
Pur essendo di piccole dimensioni Simi offre numerose spiaggette affacciate su acque limpide e cristalline. Non potendo allontanarmi di molto dal porto – pena la perdita del traghetto pomeridiano – mi sono fermata soltanto nella spiaggia più vicina alla stazione marittima. Una spiaggia attrezzata, un po’ affollata, ma con un mare calmo e pulito. Che peccato dover ripartire!
Foto di copertina: Simi, di Anita
Sono nata nella verde Brianza ma non posso fare a meno dell’azzurro del mare. Le mie passioni sono scrivere, leggere e viaggiare. Il viaggio più bello lo devo ancora fare ma il paese che da sempre mi cattura il cuore e l’anima è la Grecia dove, se potessi, trascorrerei ogni mia estate e, magari, anche una parte dell’inverno.