Un salto nella storia delle Terme di Diocleziano
Tra i numerosi musei della Capitale, quello più imponente di tutti è forse la prima sede del Museo Nazionale Romano, le Terme di Diocleziano: la sua storia ha dell’incredibile! Perché? Il museo si trova esattamente presso una delle aree archeologiche più importanti di Roma, dove sono conservati i resti del complesso termale voluto dall’imperatore Diocleziano tra le fine del III e l’inizio del IV secolo.
Talmente imponenti e impressionanti da divenire le più grandi mai realizzate nell’Urbe: le terme infatti si estendevano per circa 13 ettari occupando l’intera area oggi compresa tra il piazzale della Stazione Termini e piazza della Repubblica! L’impianto scelto seguiva il modello classico con le strutture per i bagni veri e propri – natatio (piscina), frigidarium, tepidarium e calidarium – inserite entro un grande recinto, concluso da una esedra.
Rimasero in funzione fino alla fine dell’epoca romana ed in seguito la loro “storia” cambiò radicalmente. A partire dal 1562 infatti Michelangelo trasformò parte delle antiche terme nella straordinaria Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri e diede l’avvio alla realizzazione della Certosa – con i due eleganti chiostri – occupando numerosi altri ambienti dell’antico complesso. Fu invece la grande esedra, in epoca moderna, ad essere ricalcata da Gaetano Koch nel profilo stesso che disegna piazza della Repubblica, nota anche come piazza Esedra!
Cosa conservano le Terme di Diocleziano al loro interno?
È però entrando all’interno del Museo che il visitatore resterà letteralmente incantato da tanta magnificenza! Qui infatti, già dalla fine dell’Ottocento, furono raccolti ed esposti numerosi e straordinari reperti provenienti da Roma e dintorni, veri e propri capolavori antichi.
Spostandosi tra le differenti sezioni espositive, è possibile curiosare tra le variegate testimonianze degli antichi, ammirando da vicino importanti epigtafi – il museo ospita infatti una delle collezioni epigrafiche più importanti del mondo – o ancora lapidi funebri, decorazioni di edifici pubblici, porzioni di fontane, elementi decorativi, rilievi e ovviamente importanti statue di culto e gruppi scultorei.
La sorpresa però più grande è che rientrano nel percorso museale anche i due chiostri di Michelangelo, da lui progettati ma completati da un suo allievo, Giacomo del Duca, perché purtroppo il maestro morì prima della fine dei lavori. Il chiostro grande misura ben 100 metri per lato ed è oggi impreziosito da un rigoglioso giardino con fontana centrale, decorata da otto imponenti teste in pietra di animali, alcune delle quali di epoca romana e provenienti dai Mercati di Traiano, oltre a preziosi resti archeologici, allestiti tutto intorno al portico. Nel chiostro piccolo invece sono gelosamente custoditi alcuni resti di lastre iscritte provenienti da numerosi santuari romani e una graziosa statua in marmo di Marte e Venere.
Ciò che però rende sicuramente unico il museo, è la sua collocazione, perfettamente inserita all’interno delle antiche terme: è così possibile riconoscere negli imponenti muri in laterizio parte della natatio, la piscina a cielo aperto di epoca romana o ancora le Grandi Aule, ambienti con funzioni diverse, le cui ampie dimensioni suggeriscono, sia pur in minima parte, la grandiosità dell’intero complesso.
Nell’Aula X per esempio sono presenti ben tre tombe, qui trasportate e ricostruite per essere esposte al pubblico: la Tomba dei Platorini, rinvenuta a Trastevere, e le due in tufo, una impreziosita da decorazioni in stucco, l’altra ad affreschi. Ma come venivano alimentate le terme? Il museo potrà rispondere anche a questa domanda, perché rientra nel circuito di visita anche l’Aula XI che corrispondeva ad una delle cisterne che riforniva di acqua il complesso.
E al suo interno è possibile ammirare uno dei mosaici pavimentali più estesi dell’antichità, proveniente dalla Villa di Nerone ad Anzio e raffigurante il combattimento tra Ercole e Acheloo. Da non perdere è anche il mosaico presente in parete proveniente da un’area sepolcrale della via Appia con un macabro scheletro e il motto dell’oracolo delfico “conosci te stesso”!
Un museo quindi unico e straordinario che solo la città di Roma, con la sua millenaria storia, può presentare al pubblico. E una visita è quindi d’obbligo!
L’Associazione Culturale “L’Asino d’Oro” nasce nel 2013 e organizza visite guidate e passeggiate per adulti e bambini alla scoperta di Roma e del Lazio.