A una cinquantina di chilometri d’auto da Tel Aviv, si trova uno dei siti storici più importanti di Israele: Cesarea. La città prese il nome da Cesare Augusto, il quale la donò a re Erode che la trasformò nel porto principale della regione, costruito intorno al 22 a.C. La città era inoltre dotata di un anfiteatro, nel quale ancora oggi vengono organizzati concerti e iniziative culturali, e di un doppio acquedotto che portava l’acqua, dalle sorgenti del monte Carmelo, fino in città.
Cesarea non è solo un sito storico, seppure il suo parco delle antichità sia il più imponente di Israele. Il centro immersioni è una delle perle da non lasciarsi assolutamente sfuggire: oltre a un bar e un paio di ristoranti, al wifi gratuito (per la gioia di noi travel bloggers!), nelle acque attorno al sito si possono ammirare antichi artefatti, le mura dell’antico porto ed i resti di una nave che si trovano sul fondale del bellissimo e cristallino mare israeliano.
Questo sito è molto frequentato da turisti provenienti da tutto il mondo: per evitare code è quindi consigliabile arrivare all’apertura o un paio d’ore prima della chiusura del sito.
La zona della bassa Galilea è conosciuta anche per i vini che vengono prodotti nella zona: un business che è cresciuto negli ultimi anni, con un conseguente aumento della produzione ed esportazione di vino (per un totale di 13.8 mln di dollari nel 2005). Con 3800 ettari di vigneti e un giro d’affari che si aggira sui 175 mln di dollari, il settore vitivinicolo è sicuramente una voce importante dell’economia israeliana e, forse sorprendentemente, offre un prodotto di alta qualità molto apprezzato anche in Paesi di grande tradizione vitivinicola come la Francia (secondo maggiore importatore dopo gli USA).
Visitiamo la casa vinicola Binyamina, che produce vino kasher: il procedimento della produzione di vino è pressoché simile allo standard internazionale, ma è il certificato kasher che fa la differenza: la preparazione accurata è l’unica garanzia di un uso moderato e sobrio del vino che possa ricondurre l’uomo alla gioia del cuore, secondo il verso dei Salmi “il vino farà gioire il cuore dell’uomo”.
Ogni operazione manuale ed ogni spostamento mosto/vino deve essere eseguita quindi da ebrei osservanti che collegheranno i tubi necessari ed azioneranno pompe, valvole e raccordi su indicazione del tecnico di cantina. La norma ebraica richiede che vi siano tre segni di riconoscimento della specificità del prodotto: l’etichetta, l’eventuale retroetichetta o in alternativa capsula termica ed il tappo con segno di riconoscimento o marchio del Rabbinato. La produzione annuale è inoltre accompagnata da un certificato originale registrato presso il Rabbinato Centrale d’Israele che ne garantisce l’esportazione.
Continuando il viaggio verso l’alta Galilea ci fermiamo in un luogo quasi unico nel suo genere: Kfar Kedem. Situato in una zona tranquilla sulle colline della Galilea, Menachem Goldberg, fondatore del parco, cerca di far conoscere ai turisti, provenienti da ogni parte del mondo, come si viveva 2000 anni fa nella zona: indossando vestiti del tempo, si prepara il formaggio con latte caldo e un bastoncino di foglia di fico, si passeggia per le campagne vicine sul dorso di asini e si puo’ perfino trascorrere la notte in tende con soffitto di lana: un bel pomeriggio in cui si torna indietro nel tempo, distaccandosi dalla vita frenetica di tutti i giorni, senza fretta.
Ultima tappa: Nazareth. Conosciamo tutti sin da bambini la storia della Sacra famiglia ed è per questo che venire nei luoghi raccontati nel Vangelo fa un certo effetto, indipendentemente dal fatto che si sia credenti praticanti o meno. Nel mio caso l’emozione è forte: camminare e soffermarsi per le stesse strade dove Gesù è cresciuto oltre duemila anni fa e vedere di persona il luogo dove Maria ha ricevuto l’Annunciazione è davvero un’esperienza speciale.
Fa allo stesso tempo uno strano effetto rendersi conto che la piccola Nazareth raccontata nei Vangeli sia ora una grande città, caotica, dove solo una piccola percentuale di residenti è cattolica: il resto sono per lo più musulmani ed ebrei.
Il viaggio in Israele continua con l’alta Galilea e la valle del Giordano..
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori