Fine marzo, con meravigliosi scampoli di una tiepida primavera, in Val Verzasca. Una suggestiva valle svizzera del Ticino che si protende verso nord tra la Val Levantina e la Val Maggia, partendo dal Lago Maggiore, dietro Locarno.
La valle prende il nome dal fiume omonimo, derivato a sua volta da “verde acqua”. Un fantastico paesaggio in cui splendono i colori incantevoli dell’acqua cristallina che scorre vorticosa, creando un piacevole sciabordio all’orecchio degli escursionisti, che si amalgama con quella della sparuta flora, fatta di primule e di qualche agrifoglio dalle bacche rosse, che spezza la monotonia cromatica di una vegetazione ancora assorta nel gelido sonno invernale.
Come novelli pellegrini, con zaino e bastoni, ci si perde con lo sguardo su un magnifico scenario montuoso, in cui sono incastonati antichi villaggi di pietra, testimoni di un tempo scandito dai ritmi lenti della natura, che si vorrebbe ritrovare riproducendolo semplicemente con il rallentato movimento dei propri passi, stanchi ma protesi verso la ricerca di una metaforica”meta”, di benessere interiore più che di traguardo conclusivo.
Si cammina su sentieri ancora innevati, fra massi e marmitte di giganti, assaporando il profumo della legna arsa nei caminetti e dell’erba secca che attutisce il rumore dei tanti scalpitii che oltraggiano la coltre di silenzio che ammanta il magnifico scenario rurale. Casette diroccate, fontane ricavate in tronchi d’alberi,cappellette votive si snodano sul percorso, quasi a voler ricordare il sentimento di devozione che animava queste piccole comunità immerse nella fatica di un estenuante, ma inebriante, lasciarsi vivere.
Partiti da Vogorno, lungo il versante orientale della Val Verzasca, si fiancheggia a mezza costa la strada carrozzabile e il lago. Oltrepassati gli abitati di Pregossa e San Bartolomeo, ci si immette sul percorso classico del Sentierone proveniente da Mergoscia e Corippo.
L’antico villaggio di Carippo (536 metri sul mare) è posto sotto la tutele della Lega Svizzera per il patrimonio naturale. Proseguendo il cammino, con la tenacia che deriva dal piacere della scoperta, si incontra Lavertezzo, con l’elegante ponte medioevale a doppia arcata, denominato “ponte dei salti”. Seguono Motta, sotto il Monte Poncione d’Alnasca; Brione, posto, fra enormi e variegati massi di una frana preistorica; i caratteristici villaggi di Gerra e Frasco, fino ad arrivare all’incantevole paesino di Sonogno.
Oltre alla straordinaria sinfonia di ruscelli, si viene accompagnati da cinguettii discreti, dal lento rimbombo di campane che scandiscono le ore, ma soprattutto dai leggeri battiti del cuore, il proprio, di infaticabili camminatori che si annientano come individualità, per ritrovarsi parte di un Creato magico e misteriosamente affascinante.
Oltre alla passione per la scrittura, un modo per “viaggiare” con le parole nelle molteplici sfaccettature della realtà, mi piace dedicarmi al trekking e al cicloturismo. Ho iniziato a viaggiare a quattro mesi, quando i miei genitori si sono trasferiti dal sud a Milano per motivi di lavoro, ripetendo lo stesso percorso, ogni anno, fino alla maggiore età. Ho visitato molti stati europei organizzando meticolosamente il viaggio e documentandolo grazie alla mia inseparabile macchina fotografica.