Il 14 aprile, meteo permettendo, parte l’avventura di Giorgio Sandrone, fotografo freelance di Carmagnola, una piccola città in provincia di Torino. Giorgio, appassionato di parapendio, ha pensato di unire il suo hobby alla sua professione decidendo di intraprendere un volo con il parapendio a motore dal Monviso, luogo in cui nasce il fiume Po, fino alle sue foci. Racconterà attraverso i suoi scatti il fiume visto e vissuto dall’alto, per tutto il percorso lungo cui il fiume si snoda. Giorgio non si pone limiti di tempo anche perché ci sono fattori che non possono essere calcolati anticipatamente, ma sa con certezza che vuole portare a termine la sua impresa.
Giorgio, come ti è venuta l’idea di questo viaggio con il parapendio a motore?
Prima di tutto il legame affettivo che mi lega al fiume Po. Durante la mia infanzia ho passato molto tempo sulle sue sponde, che hanno rappresentato il mio primo incontro con l’avventura e con quello che può essere definito un concetto più astratto di libertà. Inoltre, a mio parere, il Po, ma più in particolare ancora la pianura alla quale ha dato vita, possono essere considerati una sorta di termometro della nostra esistenza. Infatti le condizioni che hanno contribuito alla fertilità, sono anche la causa (indiretta) della terza area più inquinata del mondo, la prima in Europa. L’uomo ha da subito capito che queste zone potevano essere sfruttate, ma la situazione è poi scappata di mano. Il contesto ambientale di questa zona, negli ultimi decenni, è cambiato drasticamente a causa dell’intensificarsi di insediamenti produttivi, capannoni e centri commerciali. Ciò che cercherò di fare nel corso del mio volo è trovare aree di paesaggio incontaminato, fasce protette che mi restituiscano l’idea di quello che poteva essere questo percorso fluviale prima dell’intervento umano.
Come pensi che si svolgeranno le tue giornate e come ti organizzerai per vitto e alloggio?
800 chilometri non sono così tanti da percorrere, per cui credo che avrò il tempo per fare tutto, ovvero volare senza fare le corse così da potermi dedicare con la massima concentrazione all’osservazione del paesaggio e al reportage fotografico e anche visitare, una volta a terra, i posti dove sosterò. Dal momento che, ovviamente, il viaggio in volo non prevede un bagaglio troppo ingombrante, per il cibo mi affiderò a ristoranti e trattorie che le persone del posto di volta in volta mi vorranno consigliare. Voglio provare a preferire l’ormai desueto passa parola piuttosto che affidarmi alla tecnologia, anche perché spero che questo mi permetterà di entrare in contatto, seppur minimamente, con gli abitanti delle zone che visiterò. Le notti conto di trascorrerle dentro un sacco a pelo sotto un telo, che riparerà sia me che il mio fedele compagno di viaggio. L’ho preferito alla tenda perchè occupa meno spazio, è più flessibile e sicuramente più economico. Inoltre sono convinto che questa soluzione mi permetterà di stabilire un rapporto empatico con l’ambiente che mi circonda, cosa che già accadrà in volo e che continuerò a ricercare anche una volta a terra.
C’è qualcosa che ti spaventa, anche solo un poco, di quest’impresa?
Sul piano tecnico no, perché non si tratta di un volo particolarmente difficile: volerò in pianura, senza problemi di quote o ostacoli. Però, come in ogni cosa, ci possono essere degli imprevisti che andranno gestiti. La cosa positiva è che volerò in zone pianeggianti nelle quali non sarà difficile, eventualmente, trovare punti di atterraggio alternativi. Verificando in volo che ci sia uno di questi spazi “a portata di planata”, non ci saranno difficoltà in caso di inconvenienti.
Cosa ti aspetti da questo viaggio?
Non mi aspetto nulla, eccetto quello che accadrà. Non si tratta di una gara, non stabilirò nessun record. Si tratta principalmente di un’esperienza umana. Ecco, forse quello a cui posso ambire è di uscire da quest’avventura con un arricchimento personale sul piano esperienziale. Se poi questo accadrà anche sul piano emotivo, tanto di guadagnato! Quello che ovviamente spero è che alla fine i miei scatti riescano a raccontare ciò che vedrò e anche che proverò durante il mio volare inseguendo la via dell’acqua.
Tutti coloro che vorranno seguire il viaggio di Giorgio in tempo reale non dovranno fare altro che collegarsi al sito Giorgiosandrone.com, dove il fotografo terrà un diario giornaliero corredato di immagini e video. Lo trovate anche sul suo account twitter@GiorgioSandrone.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.