Nosy Be è un’isoletta al largo della costa nord-occidentale del Madagascar, nel canale del Mozambico. Essendo una meta promossa da alcuni tour operator è collegata all’Italia da comodi voli settimanali. Così ho approfittato di questa facilità pur sapendo di visitare solo una piccola parte di tutto quello che ha da offrire il Madagascar.
Andoany – meglio conosciuta con il vecchio toponimo Hell Ville – è la capitale dell’isola. Il suo aspetto decadente e i suoi edifici incorniciati da frangipane e bougainvillea ricordano un’epoca passata, quella della colonia francese. Ogni giorno si tiene un vivace mercato alimentare coperto, Renault 4 dalle tinte sgargianti sfrecciano fra le sue strade e i malgasci osservano incuriositi i vasà (“stranieri”).
In città si trovano banche, uffici amministrativi, il carcere, bancarelle di souvenir, ristoranti e boulangerie francesi che sfornano pane e croissant freschi. Non tutte le strade dell’isola sono asfaltate, ma quella principale è in buone condizioni e permette di spostarsi dall’aeroporto alla costa occidentale, ad Andilana.
Andilana è la spiaggia più bella di Nosy Be, una parte è occupata da un villaggio turistico mentre nella parte opposta vi è qualche ristorantino e bungalow dall’atmosfera intima. Una baia con sabbia soffice e candida dove ogni sera va in scena uno splendido tramonto infuocato. Alle sue spalle in capanni spartani le donne malgasce vendono prodotti artigianali. A poca distanza dalla spiaggia gli zebù pascolano in libertà e sorge un piccolo villaggio. Spostandosi verso nord le spiagge sono solitarie e si percepisce un forte senso di isolamento.
Il Madagascar ha un artigianato molto ricco, gli articoli in rafia sono coloratissimi, borse da spiaggia, pochette coordinate, portafoto, cestini, scatole, tovagliette… E le donne sono abili ricamatrici. Troverete tende e tovaglie di pregevole fattura, lavorate a mano con motivi che richiamano la terra, tartarughe, lemuri, fiori ylang-ylang.
Sull’isola si produce rhum, si coltiva vaniglia e vi è una distilleria di ylang-ylang: dall’albero nascono fiori profumati verdi o gialli che vengono raccolti a mano, e l’olio ricavato viene utilizzato per i profumi. Alcuni giorni della settimana si può visitare la fabbrica e assistere alla lavorazione.
A est si trova la riserva di Lokobe, una foresta protetta dove accompagnati da una guida si possono vedere boa, camaleonti e alcune specie di lemuri macaco: il maschio è nero, mentre la femmina è color castagna con particolari ciuffi bianchi vicino alle orecchie e alle guance. Si arriva al parco in piroga dal remoto villaggio di pescatori di Ambatozavavy. Il punto più alto dell’isola è Mont Passot, da qui la vista spazia sui laghi vulcanici e il mare, all’ora del tramonto lo scenario è molto suggestivo.
Nosy Be è circondata da tante isolette minori di superba bellezza e Nosy Jranja è una di queste. È divisa in due piccoli atolli, collegati da una striscia di sabbia che scompare durante l’alta marea. Uno dei due è abitato, un sentiero sale fino al faro dove si trova anche una scuola. Il mare che li lambisce è turchese, l’arena sembra farina e poi conchiglie, gabbiani, libertà…
Ad Andoany agenzie specializzate propongono avventurosi tour sulla terra madre, collegata in aereo o traghetto. Anche a Nosy Be, come in altri paesi africani, i beach boys si offriranno di accompagnarvi in escursione. Istinto e buon senso vi indicheranno la persona giusta.
I mezzi di trasporto comuni sono i taxi privati oppure i taxi brousse, pulmini collettivi che partono quando sono pieni. Purtroppo c’è poca prudenza alla guida. Ambatoloaka è il secondo centro urbano dell’isola, offre una buona scelta di ristoranti di vario livello ed è il fulcro della vita notturna.
A Nosy Be come in tutto il Madagascar si parla malgascio e francese, la moneta è il ariary. L’isola è più cara rispetto alla terra madre e sfortunatamente la prostituzione è piuttosto diffusa. Essa riguarda sia donne che uomini. Le donne usano proteggersi e decorarsi il volto con una pasta bianca o gialla che si ricava da una radice. È consigliato portare con sé repellente per le zanzare inoltre essendo un paese povero è meglio non ostentare ricchezza.
A poca distanza dal centro, in posizione collinare, vive una donna italiana con un grande cuore: lei è Manina, dell’associazione I bambini di Manina del Madagascar.
Manina è una professoressa di filosofia in pensione. La prima volta che è venuta a Nosy Be voleva dedicarsi alla pesca e alla lettura, successivamente venendo a contatto con la povertà e i bisogni dell’isola decise di stabilirsi per diversi mesi l’anno per offrire il suo aiuto. Inizialmente utilizzò i propri fondi, poi grazie alle donazioni ha potuto aprire scuole, dispensari medici, ambulatori sanitari, garantire istruzione e cure mediche ai bambini, rifornire di cibo i carcerati malnutriti e molto altro.
Con molto piacere sono andata a trovarla nel corso di un progetto di turismo solidale costituito da alcuni bungalow in affitto, gestiti autonomamente dai malgasci che così sono in grado di produrre reddito sufficiente per le loro necessità.
Foto di copertina: tatogra
Sono Anna, un’instancabile e insaziabile viaggiatrice convinta che la vita vada vissuta al 100 per cento. Paesi visitati fino adesso oltre 80, ma non ho ancora esaurito l’entusiasmo, l’energia e la curiosità di esplorarne altri, spesso in solitaria.