Weekend sulla neve in Alto Adige tra Free Fall Ride, ciaspolate e benessere

Una nuova esperienza. La conoscenza della neve tecnica. Una ciaspolata sotto lo sguardo delle Tre Cime di Lavaredo. Un viaggio in Alto Adige è molto di più che qualche giorno trascorso a contatto con la natura, tanto da trasformarsi in un’occasione per apprendere e comprendere le nuove tecnologie che garantiscono una neve perfetta durante tutta la stagione.

L’Alto Adige, infatti, è leader nella competenza alpina ed ha impianti di risalita all’avanguardia, oltre ad una produzione ecologicamente ed economicamente sostenibile della neve (che prende il nome di neve tecnica).

Arriviamo a Bressanone la sera e soggiorniamo nell’accogliente Hotel Majestic, a Brunico, che appartiene ai Vitalpina Hotels Südtirol, una catena di alberghi uniti nell’intento di offrire una vacanza attiva e salutare, abbinata ad un’alimentazione sana. Tutti gli albergatori del circuito, inoltre, sono guide alpine certificate che possono accompagnare personalmente gli ospiti nella conoscenza del territorio.

Siamo in Alto Adige da appena qualche ora e già respiriamo non solo aria buona, ma anche tutta l’efficienza di persone che amano ciò che gli è stato dato da Madre Natura. Te ne accorgi anche il giorno successivo, quando assisti alla spiegazione sulla neve tecnica di Tone Vollmann e scopri che tutto parte da laghi collegati a pompe e filtri che a loro volta convogliano l’acqua in cannoni distribuiti su piste diverse. Per la neve tecnica solo lo scorso anno sono stati utilizzati quasi due milioni di metri cubi di acqua, per le piste da sci di Plan de Corones.

La produzione della neve è legata sia alla temperatura (fino ad un massimo due gradi), sia all’umidità dell’aria. Naturalmente tutte e operazioni vengono fatte di notte così che le piste – aperte da metà novembre ad aprile – siano perfette al sorgere del sole!

Ma l’efficienza dell’Alto Adige non si ferma qui: specchio della capacità di vivere in mezzo alla natura senza recarle danno è l’Hotel Leitlhof, un quattro stelle superior a San Candido, che ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti per le misure adottate per il rispetto dell’ambiente. Il lavoro di anni lo ha portato oggi ad essere un hotel energicamente autarchico, tanto che produce energia termica ed elettrica grazie ad una centrale termoelettrica alimentata a legna. La stessa viene ovviamente da un bosco di proprietà, sapientemente regolamentato.

Calma e intelligenza dunque e… un bel po’ di adrelina! Come? Grazie al Free Fall Ride, ovvero la discesa con il gatto delle nevi lungo le piste più ripide del comprensorio Tre Cime da vivere sul Monte Elmo.

Un’esperienza singolare che non solo ti tiene con il fiato in gola mentre il mezzo scende lungo le piste illuminate solo dai fari, ma permette di conoscere al meglio il lavoro dei battipista a fine giornata. Noi abbiamo provato la pista Raut (inclinazione massima 72% e un fattore di adrenalina 10), in alternativa alla pista Versciaco (con inclinazione del 49%).

Se amate l’avventura e la novità, non potete rinunciare a questa discesa emozionante da concludere con l’assaggio del jagertea, ovvero il te del cacciatore: un infuso di erbe con rum!

Infine, una motoslitta ci ha accompagnato nel cuore dell’Alta Pusteria, sopra San Candido, al rifugio Jora Mountain Dining, dove lo chef Markus Holzer ci ha preparato una cena a base di prodotti locali rivisitati: un’esperienza sensoriale che unisce i sapori della tradizione al gusto per l’innovazione. I prodotti? Sono dei contadini locali e arrivano per gran parte da coltivazioni biologiche!

Ma vivere l’Alto Adige in inverno è soprattutto riempirsi gli occhi di panorami mozzafiato coperti di bianco. Distese di neve che brillano al sole come milioni di swarovsky caduti dal cielo. Non c’è esperienza più affascinante della ciaspolata immersa nel silenzio maestoso delle Dolomiti. Da Prato Piazza siamo dunque saliti al Monte Specie, per ammirare le Tre Cime di Lavaredo.

Un passo, due, tre… le racchette si appoggiano nella neve soffice lasciando l’impronta. Quattrocento metri di dislivello per due ore di camminata. Non è stato semplice, ma l’esperienza è senz’altro una di quelle da segnare nella TO DO list!

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