Non c’è solo fango in Liguria: parla l’assessore al Turismo di Cogoleto

Sono passate solo due settimane dall’ultima volta che ammiravo le straordinarie architetture del centro di Genova. Otto mesi da quando sballottavo il mio zaino da un angolo all’altro della Liguria raccogliendo spunti e riflessioni da questa regione sospesa tra il cielo e il mare. Vorrei che a farmi ritornare con la mente in quei luoghi siano pensieri più leggeri, invece osservo le immagini che si susseguono sui telegiornali e penso “ecco, l’abbiamo fatto di nuovo, ci siamo cascati ancora una volta”.

Quando piove e salta una gita in montagna o un picnic sulla spiaggia possiamo anche prendercela con il maltempo. Ma quando saltano gli argini, quando i corsi d’acqua esplodono e invadono case, uffici, negozi, allora le colpe dell’uomo, dei suoi bisogni avidi e corrotti che si tramutano in un’urbanizzazione sfrenata e incosciente, diventano innegabili.

Io non sono laggiù a spalare fango – ci sono persone più generose di me a farlo – ma dalla comodità della mia casa asciutta e pulita non mi resta che fare il mio lavoro. In questo caso, il mio lavoro consiste nel ricordare a quanti osservano impietriti le immagini del fango che invade Genova che la Liguria è molto più che una regione alluvionata. Il fango e l’acqua ne hanno sommerso una parte, ma il resto della regione è sempre pronto ad accogliere i visitatori con il calore e l’ospitalità di cui i liguri si sono dimostrati capaci nei mesi in cui a cercare accoglienza ero io. Potrebbe essere l’occasione per dimostrare la nostra solidarietà a un popolo che dopo ogni sciagura si è dimostrato capace di rialzarsi e ricostruire. Per chiedere loro cosa è successo, cosa ne pensano. Io, dalla comodità della mia casa asciutta e pulita, l’ho chiesto per telefono a Michele Scarrone, assessore al Turismo di Cogoleto, provincia di Genova.

“Per il momento Cogoleto non è stata colpita dalle alluvioni. Il paese è in ordine, non ci sono stati danni, ma l’allerta rimane alta. I nostri volontari continuano a eseguire controlli accurati per accertarsi della situazione.”

Cogoleto è un’incantevole località costiera, famosa tra le altre cose per essere la più probabile città natale di Cristoforo Colombo. Per anni si è pensato che si trattasse di un marinaio genovese, ma documenti a lungo trascurati portano una luce diversa sui primi anni di vita del navigatore ligure. Genovese, sì, ma non originario del capoluogo, bensì di Cogoleto, di cui il Colombo della Superba non era che un omonimo, la cui professione di lanaiolo mai lo avrebbe portato su una nave.

Nella storia della città non c’è però solo gloria e vanto. Gli abitanti di questo antico borgo conoscono bene anche la sofferenza e non sono stati risparmiati in passato alla furia dell’acqua. Nel 2010 il dramma più recente: il 4 ottobre il torrente Arrestra straripa dopo un violento acquazzone, l’evento si consuma in pochi minuti ma lascia enormi danni dietro di sé. Anche il quel caso pesanti accuse erano cadute sull’amministrazione, colpevole di favorire un’espansione urbanistica senza controllo.

“Ancora oggi proseguono i lavori di ripristino delle aree colpite – mi spiega l’assessore Scarrone al telefono – mentre tentiamo di porre rimedio allo scempio fatto negli anni scorsi. Oggi sui due torrenti principali di Cogoleto, quelli ai confini della città, non ci sono che poche case sporadiche. A Genova in alcuni punti sono le case stesse a fare da argini. Abbiamo bloccato l’urbanizzazione in atto sostituendola con zone a basso impatto ambientale, riabilitato i volumi già esistenti creando nuove opportunità per il territorio.”

Non era la prima volta che Cogoleto affrontava una crisi, la sua storia ne é intrisa: sorto intorno alle sue cave di calce – la stessa usata per edificare il Palazzo Ducale di Genova – il paese è divenuto in epoca moderna sede di un’industria pesante altamente inquinante. Esemplare è la vicenda dell’azienda chimica Luigi Stoppani, che per anni ha usato le alture di Cogoleto come discarica per i suoi rifiuti tossici. Una vergogna italiana i cui colpevoli ancora non sono stati consegnati alla giustizia.

Eppure Cogoleto non ha permesso che la storia la condannasse al suo iniquo destino, ha rinunciato all’industria pesante e ha investito nella valorizzazione del territorio. Ne è sorta una località turistica rinomata e di grande fascino, le cui bellezze naturali si diramano senza interruzione dalla costa alle alture del Parco Regionale del Beigua, mentre tra i vicoli del centro storico, nelle chiese e nelle sue botteghe si respira la vivacità culturale tipica di un popolo operoso e determinato. Ora la sfida è uscire da una stagionalità che troppo spesso è legata alle bizze del clima, come anche l’estate scorsa ha tristemente dimostrato.

“Il tempo non ci ha aiutati. Occorre però anche un cambio di mentalità da parte degli operatori. Un conto è offrire un servizio agli abitanti, un altro è dirigerlo a chi a Cogoleto è di passaggio. Intanto ci stiamo adoperando con il rifacimento del sito del comune e tra breve pubblicheremo un’applicazione per cellulari dedicata al turismo. Il 19 ottobre concluderemo gli appuntamenti culturali previsti per quest’anno con la manifestazione storico-culturale dedicata a Cristoforo Colombo. Abbiamo anche la fortuna di avere alle nostre spalle il Parco del Beigua e infatti alcuni operatori si stanno orientando con offerte che si distaccano dal solito turismo balneare e comprendono attività legate al trekking e alla mountain bike.”

Cogoleto e tutta la Liguria vi aspettano… non ve ne pentirete.

1 commento su “Non c’è solo fango in Liguria: parla l’assessore al Turismo di Cogoleto”

  1. Grazie Flavio per invogliare i turisti nella mia regione. Ne abbiamo proprio bisogno!!!

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