Basilea, la capitale culturale della Svizzera

La Chiesa di Sant’Elisabetta è un’inaspettata apparizione che si presenta quando ancora non si è nemmeno entrati nella città vecchia. La sua torre campanara svetta slanciandosi dal corpo tozzo dell’edificio e si impone tra gli edifici grigi e anonimi dell’area residenziale che circonda la stazione ferroviaria. L’interno è solido e severo come si conviene ad una chiesa, ma non imponente quanto le chiese italiane. Alla destra dell’ingresso un cartello indica il passaggio verso la scalata alla torre, e l’ingresso è sancito da una formale richiesta di cortesia come se ne possono trovare solo in Svizzera: per salire sulla torre mettere tre franchi nella cassetta.

Chiesa di Sant'Elisabetta - Basilea, Svizzera

Salendo le scale si fanno sempre più strette. Viene da domandarsi come facciano i visitatori a incrociarsi quando d’estate l’affluenza in città è al culmine.

Dopo diverse rampe finalmente ci si ritrova sotto il cielo aperto. Le guglie si inframmezzano ad un paesaggio da centro industriale, piatto e scialbo. Non sembra proprio di essere a Basilea, una delle città più affascinanti e vitali della Svizzera.

Non sembra proprio di essere sul tetto di una delle città universitarie più colorite e carismatiche della comunità elvetica. Non sembrerebbe proprio, se non fosse per la facciata moderna e altera della chiesa riformata che spezza il susseguirsi delle palazzine tutte uguali.

Non sembrerebbe, se non ci fossero le guglie rosse accese della Cattedrale a imporsi con veemenza su tutti gli edifici circostanti. Non sembrerebbe proprio, se non fosse che ovunque si volti lo sguardo – e l’orecchio – si viene raggiunti dallo stridere incessante dei tram che come bisce colorate attraversano la città in ogni suo angolo, una presenza irruente e costante che offre sottofondo sonoro e fuga cromatica ad ogni area del centro.

Basilea, Svizzera

Basilea, saldamente aggrappata al confine tedesco della Svizzera, si presenta così. A strati. Dall’alto il guscio omogeneo e quasi impermeabile. Dentro un susseguirsi di bizzarrie architettoniche che plasmano il carattere della città, punzecchiate da fontane e coronate da imponenti chiese gotiche.

La Cattedrale intravista dall’alto si affaccia su un’arieggiato piazzale che spezza il fitto aggregato di edifici tra cui si inerpicano due strette salite, più da borgo medievale che da moderna cittadina elvetica. Sul fiume si slanciano solidi ponti su cui scorrono incessanti veicoli e pedoni, oltre naturalmente agli immancabili, sferraglianti tram. Oltre il Reno la “Piccola Basilea” (Kleinbasel) offre un secondo susseguirsi di negozi, ristoranti e boutique.

Basilea è anche il cuore culturale della Svizzera, dal momento che ofre oltre ad una prestigiosa università ben 40 musei tra cui scegliere. Tra questi c’è il Museo di Storia Naturale – al cui interno sono potuto accedere gratuitamente grazie allo Swiss Pass messo a mia disposizione da Svizzera Turismo– famoso soprattutto per le imponenti ricostruzioni di animali contemporanei e antichi, inclusi un mammut, una giraffa e un simpatico dodo.

Museo di Storia Naturale - Basilea, Svizzera

E tra circa un mese la città si riprenderà dal torpore invernale per la celebrazione della più importante festa per gli abitanti di Basilea: il Carnevale. Lunedì 23 febbraio – il lunedì successivo al Mercoledì delle Ceneri – la città si risveglia con il Morgenstreich, un corteo che ha inizio alle quattro del mattino e che segna l’inizio di una festa di tre giorni, i “tre giorni più nevosi dell’anno” come sono soliti dire con ironia gli abitanti.

Allora sì, che Basilea sarà di nuovo sé stessa: una città in festa, ricca, colorita, vitale e piena di gioia.

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