La magia dell’Inverno in Repubblica Ceca

Amo l’inverno. Ha un che di magico, col profumo della legna che scoppietta nei caminetti; il sapore della cioccolata calda che si beve per riscaldarsi; l’aria frizzante che pizzica il viso quando si va a passeggio. Ho sempre pensato che la neve aggiunga un tocco in più all’atmosfera romantica dell’inverno. Io, abituata agli inverni miti del Mediterraneo, davanti alla neve torno un po’ bambina. Adoro sentirne lo scricchiolio sotto le scarpe quando cammino. Mi piace il suono ovattato che fa, quando cade abbondante. Lo ammetto. Sono la prima a lamentarsi per il freddo: sbatto i piedi, strofino le mani, stringo la sciarpa e abbasso il cappello un altro po’. Ma sotto sotto mi piace. Peccato giusto che a Cagliari, dove sono nata, cresciuta e che tutt’ora chiamo casa, la (poca) neve che scende, scenda una volta ogni dieci anni, o giù di lì. E negli ultimi anni ha scelto di scendere ogni volta che io sono dall’altra parte del mondo. Me la sono persa, insomma.

Pustevny
La magia della neve in Repubblica Ceca

Che fare allora se si vuole vedere un po’ di neve e assaporare la magia dell’inverno quando a casa propria l’inverno vero non arriva mai? Semplice! Basta salire su un aereo e volare in un posto dove la neve, invece, cade abbondante.

È così che mi ritrovo a passare un fine settimana di Dicembre letteralmente da favola nella Repubblica Ceca, in posti che sono fuori dai circuiti turistici di massa ma che sono felicissima di scoprire. E l’imminente arrivo del Natale aggiunge un tocco in più alla bellezza dei posti che visito.

Prima tappa Valašké Kloubouky

Il mio viaggio in Repubblica Ceca comincia con una visita alla bella capitale Praga e alla vivace Brno. È da lì che parto, prima che sorga il sole (si fa per dire!) per dirigermi verso la stazione dei treni di Valašské Meziříčí. Sono passate da poco le 8:00 quando arrivo. Fuori ci sono -8 gradi e batto i denti per il freddo pungente. Rimpiango i pantaloni da sci lasciati a casa, tirati fuori all’ultimo momento dallo zaino. Fa così freddo che nemmeno la vista della neve mi consola.

A ricordarmi il motivo per cui sono qui ci pensa però uno sbuffo di fumo che vedo avvicinarsi. È quello del treno a vapore, che passa solo una volta all’anno, in occasione del festival di Jarmek che si tiene a Valašké Kloubouky in concomitanza con l’avvicinarsi del Natale. La vista è veramente suggestiva, specialmente per il nero del treno (un reperto del XIX secolo) e il grigio del fumo denso che contrastano con il bianco della neve. È una festa: ci sono tante famiglie con bambini; una banda musicale; e varie persone mascherate da angeli e diavoli (mi ricordano un po‘ i Mamuthones di Mamoiada, in Sardegna), pronti a posare per le foto. Il capotreno ha dei perfetti baffi all’insù.

Repubblica Ceca
Il treno a vapore passa solo una volta all’anno

Salgo sul treno e mi accomodo nel mio scompartimento, unica straniera circondata da allegre famiglie con bambini che mi guardano incuriositi. Il viaggio dura poco più di un’ora. Con mia grande meraviglia scopro che questo treno a vapore raggiunge una velocità di 120 km orari.

All’arrivo, mi dirigo verso la piazza centrale di Valašké Kloubouky. L’atmosfera di festa è palpabile anche qui. Nonostante il freddo, c’è tanta allegria. Le bancarelle vendono prodotti di artigianato locale, decorazioni natalizie, biscotti di pan di zenzero. Comprerei tutto. Ci sono anche tante bancarelle che servono piatti tipici – per lo più dolci come la Valasske Frgale, una sorta di crostata ripiena di marmellata di mirtilli e crema; ma anche il vin brulè, che sembra fatto apposta per riscaldarmi le mani (ghiacciate nonostante i guanti); e il grog. Apprezzo particolarmente la Medovina, un caldo „vino al miele“ che immediatamente mi riscalda. Ne berrei di più, non fosse che reggo pochissimo l’alcohol e non sono nemmeno le 14:00.

E poi è già ora di andare via. Devo risalire sul treno a vapore e proseguire la mia esplorazione. Arrivata a Valašské Meziříčí proseguo per Roznov.

Si va a Roznov

Arrivo a Roznov che è già buio. In giro non c’è praticamente nessuno, ma dopo la folla di Valašké Kloubouky, trovo Roznov piacevolmente tranquilla. Nella piazza centrale, chiamata Masarykovo namesti, c’è un bellissimo albero, un presepe, e tante luci. Oltre il centro si trova il Valachian Open Air Museum, un bellissimo museo all’aperto fondato nel 1925 e in cui sono stati via via trasportati edifici tipici della regione. Il museo è diviso in tre parti, la Piccola Città di Legno, il Villaggio della Wallachia e la Valle del Mulino ad Acqua. Riesco a visitare solo la prima, perfetta riproduzione di una piccola città del XIX secolo. È tutto innevato, e al buio l’atmosfera è quasi surreale. Mi aspetto che da un momento all’altro salti fuori qualcuno in abiti antichi, o una carrozza coi cavalli.

Repubblica Ceca
Il Wallachian Open Air Museum di Roznov

Vengo a sapere che a Roznov c’è un’ottimo birrificio artigianale, il Roznovsky Pivovar, e visto che la Repubblica Ceca è la patria della birra, non me lo faccio dire due volte e vado a visitarlo. Arrivata lì, scopro che nello stesso edificio del birrificio c’è una cioccolateria artigianale. Non sono mai stata una grande amante del cioccolato, ma decido lo stesso di farci un salto. Il negozio è piccolissimo, ma i cioccolatini sembrano invitanti. Mi faccio convincere ad assaggiarne uno, ed è così buono che poi me assaggio un altro e un altro ancora. Meglio uscire, prima che mangi tutto il negozio.

Peraltro è quasi ora di cena, e al birrificio ci sono due locali. Uno è un pub, molto accogliente. L’altro è un bellissimo ristorante raffinato. La gourmet che è in me opta per il secondo. È un’ottima scelta: servizio, cibo e anche la birra sono fantastici. A proposito di birra: al Roznovsky Pivovar questa viene declinata in mille modi. Non lo avrei mai immaginato, ma pare che si possano fare pure i bagni alla birra. Così, boccale alla mano, mi ritrovo immersa in una vasca caldissima con una maschera al lievito di birra sul viso. L’effetto relax è immediato (non che fossi particolarmente stressata, dopo una giornata così piacevole). Così rilassata, torno al mio albergo: il giorno dopo mi aspetta una gita a Pustevny.

Repubblica Ceca
Pustevny sotto la neve

Neve, neve e ancora neve a Pustevny

Dicono che da Pustevny ci sia una vista bellissima sulle montagne. Non posso confermare né smentire, perché quando vado io nevica così tanto che la visibilità è ridotta a massimo 100 metri. In compenso, sotto la neve Pustevny è proprio suggestiva. Per arrivarci, mi reco in auto sino a Trojanovice, a circa 15 minuti da Roznov, e poi prendo la seggiovia. Arrivata in cima, dopo 10 minuti circa, mi trovo in uno splendido rifugio che profuma di legno e cioccolata calda. Fuori, una stazione di montagna con edifici molto interessanti – alcuni sono hotel dal design originale, altri rifugi.

Pustevny
Hotel dal design interessante a Pustevny

Da qui partono una serie di percorsi di trekking e mountain bike. Nonostante il freddo, decido di incamminarmi alla ricerca della statua di Radegast, il dio pagano dell’abbondanza, del sole e del raccolto. Il tempo di arrivare ed imbattermi in un’allegra famiglia con cani al seguito, e decido che è meglio tornare al rifugio per scongelarmi. Scendendo, nevica talmente forte che sulla seggiovia la neve si accumula sulla sciarpa, che si ghiaccia. Di nuovo, mi pento di non aver portato i pantaloni da sci (e la giacca, visto che ci sono). Ma ormai è andata, il giorno dopo volo a casa, un po‘ infreddolita ma completamente innamorata dell’atmosfera magica dell’inverno nella Repubblica Ceca.

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