Consigli per un weekend a Milano

Non è un gran bel momento: non possiamo viaggiare, muoverci, spostarci…diventa davvero difficile programmare la prossima avventura, che sia un weekend o un soggiorno più lungo.

Io invece vorrei proporvi un weekend diverso, a ​Milano​.

Milano che in questo momento è tra le città più ferite in Italia ma, e ne sono sicura, che tornerà a brillare come e più di prima sotto la sua bellissima Madonnina.

Per chi non fosse mai stato a Milano la visita della città non dovrebbe certo prescindere dalla scoperta dei classici monumenti che sono il simbolo della sua bellezza e della sua storia: il Duomo, o Cattedrale di Santa Maria Nascente, la Galleria Vittorio Emanuele II, il Teatro alla Scala, il Castello Sforzesco e, per i più organizzati ovviamente​​, il famoso Cenacolo Vinciano.

Quello che vi propongo io invece è un weekend diverso…alla scoperta di angoli del centro città poco conosciuti ai più ma non per questo privi di magia.

Perché un weekend a Milano

Un weekend non basterà a calarsi nell’atmosfera milanese che, contrariamente a quanto si crede, non è solo fatta di lavoro, finanza, economia, moda e movida.. c’è molto, molto di più.

Il consiglio è comunque arrivare almeno di venerdì pomeriggio e, se possibile, alloggiare in zona centrale.

I prezzi degli alberghi nel centro città o nelle zone limitrofe possono essere anche elevati. In realtà si trovano anche soluzioni più o meno economiche: appartamenti, bed and breakfast od ostelli davvero carini.

Tra i miei preferiti, e a seconda del budget che si ha a disposizione naturalmente, ci sono la MAISON BORRELLA (Alzaia Naviglio Grande) ed il SANTA MARTA SUITES (via Santa Marta 4), per chi ama le atmosfere romantiche, eleganti ma intime, oppure OSTELLO BELLO (via Medici,4) informale, giovane, vicino ai locali della movida ma situato in posizione tranquilla e soprattutto ottimo per il rapporto prezzo/ qualità.

Dopo aver risolto la questione “sistemazione”, ovvero il check- in, e aver quindi depositato il bagaglio (basta un piccolo trolley davvero) inizia la vera “degustazione” alla città.

Venerdì pomeriggio/sera

Trattandosi di un giorno feriale, ma soprattutto del venerdì, vi consiglierei di evitare le zone più affollate della movida a meno che il vostro intento non sia proprio quello di vivere questo aspetto della città.

Per chi cercasse i locali, i bar ed i vivaci ristoranti milanesi, un’ ottima scelta sono i quartieri di Brera e dei Navigli.

Per chi invece non fosse abituato e non volesse esagerare fin da subito tuffandosi nella movida milanese ma anzi abituarcisi poco alla volta, vi suggerisco il quartiere ​Isola.

Il quartiere Isola

Facilmente raggiungibile tramite la linea 5, o “​la Lilla​” come la si chiama a Milano, fermata ​Isola​, oppure tramite “​la Verde​”, la linea 2, fermata ​Gioia​, il quartiere vi sorprenderà proprio perché caratterizzato da particolari graffiti che decorano i muri delle piccole stradine, dai locali trendy che si trovano giusto accanto alle osterie o trattorie vintage a conduzione familiare, dai negozi dell’usato, dagli alimentari biologici, dai negozi di fiori o dal club newyorkese “BLUE NOTE” che propone un ricco programma di concerti jazz e blues.

Il nome del quartiere ​ISOLA​ deriva proprio dalla sua storia particolare che ne ha caratterizzato poi il fascino attuale. Nasce come zona popolare, sorge e si sviluppa tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 proprio come quartiere operaio e artigiano per rimanere poi effettivamente isolato fisicamente dallo sviluppo urbanistico della città a causa della costruzione della linea ferroviaria (l’invito è comunque ad approfondire la storia davvero interessante del quartiere!).

Il quartiere Isola

Oggi quest’area è diventata il simbolo della rigenerazione urbana avvenuta a Milano a partire dal secondo dopoguerra vista anche la vicinanza alla futuristica piazza Gae Aulenti e alla zona di Porta Nuova con i loro famosissimi grattacieli che hanno cambiato per sempre il nuovo skyline milanese.

Il mio consiglio è di passeggiare in via Borsieri e di fermarsi per la cena in uno dei tanti ristorantini che si affacciano proprio sulla via.

La scelta è ardua, c’è n’è per tutti i gusti e per tutti i palati: cucina tipica milanese, cucina tipica regionale italiana, cucina di pesce, greca, messicana, giapponese… e poi , dopo la cena prendetevi del tempo per passeggiare verso piazza Gae Aulenti, ammirare il famoso “​Bosco verticale​”, il famoso complesso residenziale progettato dall’architetto Stefano Boeri e noto per essere “popolato” da più di 2000 tra alberi ed arbusti.

Il quartiere di Brera e dintorni

Da qui, se siete buoni camminatori, proseguite in corso Como spingetevi in corso Garibaldi, arrivate in Brera entrando da via Fiori Chiari (si lo so è zona di movida ma prima o poi bisogna cominciare ad abituarsi) e attraverso via Brera e via Verdi siete già in piazza della Scala. Per chi volesse si prosegue in Galleria Vittorio Emanuele e da qui in Duomo.

La visita alla Galleria (anche se i negozi saranno chiusi ) e la visione del Duomo in notturna è sicuramente qualcosa di impagabile che lascia senza fiato.

Di giorno la piazza del Duomo e la Galleria sono piene, stracolme ed affollate di turisti e milanesi. A volte non si trova nemmeno un angolino degno da cui scattare una foto ricordo ma di sera, beh, non ci sono parole…Provare per credere.

duomo milao

SABATO MATTINA

Il nostro itinerario riparte all’incirca da dove si era interrotto la sera precedente, dal quartiere di Brera.

Molti conoscono questa zona proprio per la vivacità dei locali e dei ristoranti e soprattutto per il Palazzo di Brera.

Palazzo di Brera è tutt’oggi sede di importanti istituzioni storiche, artistiche e culturali: l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca Braidense, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico e naturalmente la Pinacoteca di Brera.

La Biblioteca Braidense

Inutile quasi star qui a decantarne la bellezza, e l’importanza. L’amore smisurato per l’arte, per la Pinacoteca di Brera e le opere che contiene al suo interno mi porterebbe a farvi deviare da quello che è lo scopo di questo articolo. Quindi si, assolutamente visitate la pinacoteca ma vorrei anche invitarvi a trascorrere del tempo alla ​Biblioteca Braidense con la sua bellissima Sala Maria Teresa , dal nome dall’Imperatrice fondatrice della Biblioteca, e la scaffalatura disegnata dallo stesso architetto Giuseppe Piermarini. Questa sala è un vero e proprio scrigno che conserva manoscritti, codici miniati, incunaboli e opere rare e pregiate visibili grazie alle visite guidate gratuite e alle iniziative organizzate direttamente dal personale interno della Biblioteca.

Vi consiglio di tener d’occhio il loro sito ufficiale e di prenotarvi per tempo!

Alla Biblioteca si accede tramite una bellissima scalinata che si apre all’interno di uno dei corridoi dell’Accademia di Belle Arti.

L’Orto Botanico

Ridiscendendo per la stessa scala e proseguendo poi lungo i corridoi dell’Accademia si raggiunge uno stretto spazio esterno sul retro del palazzo e da qui si accede all’​Orto Botanico​. Controllate gli orari di apertura che possono cambiare a seconda della stagione dell’anno. 5000 m2 e 300 specie botaniche diverse, anch’esso fondato dall’imperatrice Maria Teresa con finalità didattiche e di ricerca.

Visitabile singolarmente senza prenotazione e senza costi d’ingresso, c’è comunque la possibilità di richiedere una visita guidata scrivendo ai contatti che troverete sul loro sito ufficiale.

Dove pranzare a Milano

Direi che è un buon momento ora per pensare anche a riempirsi lo stomaco…venire a Milano vuol dire che non si può ripartire senza aver assaggiato i famosi ”​panzerotti di Luini”,​prodotti dallo storico forno in via Santa Radegonda 16, aperto da una famiglia pugliese emigrata al Nord che decide di proporre ai milanesi il classico panzerotto della loro terra. Nel giro di pochi anni il gusto di questo prodotto diventerà protagonista della tavola dei milanesi. E’ una piccola bottega che non passerà inosservata visto le file lunghe ma veloci a smaltirsi di turisti e milanesi….forse un panzerotto non vi basterà …magari prendetene due o tre…i gusti sono tanti!

Alternativa per veri gourmand rimane l’ aperitivo al ​“Camparino” ​( aperto nel 1915 e dove il rito dell’aperitivo diventa parte della storia milanese), ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, il pranzo da ​Peck​ (storica salumeria del 1883 con servizio ristorante) via Spadari 9, e il dessert al ​Caffè Cova (mitica pasticceria fondata nel 1817) in via Montenapoleone 8.

SABATO POMERIGGIO

Siete già nei paraggi di via Montenapoleone quindi spostatevi in via Santo Spirito,10 per una visita ad un luogo davvero unico e speciale: ​la casa museo Bagatti Valsecchi.

La casa museo Bagatti Valsecchi

Rimarrete senza fiato, sorpresi dal gusto particolare ed eccentrico di questa passata abitazione: si tratta di una casa museo di fine 800 arredata secondo gusto di due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, ecclettici collezionisti d’arte. Un palazzo che fu ristrutturato per divenire la dimora della famiglia abbellita con dipinti e manufatti d’arte applicata datati tra 1440 e il 1500 e ispirata alle abitazioni del 1500 lombardo.

Oggi è possibile passeggiare tra le sale e respirare lo spirito e la presenza dei due fratelli. A tutt’oggi è una delle case museo meglio conservate d’Europa e una delle prime vere espressioni del design milanese. (Biglietto d’ingresso)

Bagatti Valsecchi a Milano

La seconda parte del vostro pomeriggio a questo punto sarebbe da dedicare all’altra bellissima casa museo che trovate poco lontano dalla Bagatti Valsecchi, la ​casa museo Poldi Pezzoli​ in via Manzoni, 12. (Biglietto d’ingresso).

Protagonista della storia di questa casa museo è il conte Gian Giacomo Poldi Pezzoli che raccoglie nella sua dimora e per tutto il corso della sua vita opere d’arte di vario genere che rispecchiano il gusto per il collezionismo milanese di fine 1800.

La sua dimora è visitabile attraverso un percorso che si snoda nelle varie sale dell’edifico dove ancora oggi sono collocate le opere da lui raccolte:l’armeria con pezzi unici e rari, la pinacoteca (Botticelli, Mantegna, Piero della Francesca, Raffaello, Bellini etc.…) collezioni di orologi meccanici e solari, gioielli, reperti archeologici, ceramiche, stipi e chi più ne ha più ne metta….

Dove cenare a Milano

A questo punto è tempo di pensare alla cena: se anche non alloggiaste all’ hotel Santa Marta Suites è possibile prenotare la cena sulla loro bellissima terrazza… i posti sono pochissimi ma la vista è impagabile davvero.

In alternativa un’idea sarebbe di spostarsi in zona Navigli (attenzione…è sabato sera!!!) e cenare al Coniglio Bianco, Alzaia Naviglio Grande,12 (d’obbligo la prenotazione): ottima cucina tipica lombarda!

Dopo cena passeggiate lungo i Navigli o a lato Darsena se la folla ve lo permette.

navigli milanon

DOMENICA MATTINA

Quest’ultima giornata vi porta alla scoperta di un quartiere seminascosto, luogo di pace e di serenità dove si trovano dei veri e propri gioiellini architettonici specchio di quell’ animo riservato e intimo che caratterizza i milanesi e la loro città.

Si comincia con la visita alla bellissima ​Villa Necchi Campiglio ​(via Mozart,10), la bellissima residenza stile déco delle sorelle Necchi e di Angelo Campiglio.

L’edificio è circondato da un bellissimo e silenzioso giardino con piscina e campo da tennis, e già questo vale la visita, ma gli interni sono poi davvero l’espressione di quell’atmosfera del bel mondo che si respirava a Milano nel periodo a cavallo tra le due guerre.

Accanto all’innovazione, alla modernità e al lusso noterete poi la presenza di opere d’arte e dipinti di artisti passati e contemporanei (Sironi, De Chirico, Wildt per citarne alcuni) che arricchiscono ancor di più lo spazio.

La villa è visitabile grazie alle visite guidate organizzate dal Fai, biglietto ingresso a pagamento.

All’interno del giardino si trova la Caffetteria che vi offre la possibilità di pranzare e godere della bellezza del luogo.

Corso Venezia

Per il pomeriggio il programma prevede una rilassante passeggiata tra palazzi signorili e giardini privati seminascosti nei pressi dell’elegante Corso Venezia. Da non perdere assolutamente è il giardino di ​Villa Invernizzi​ visibile da via Cappuccini,7 e famoso per i suoi bellissimi fenicotteri rosa.

Tutto il quartiere è una sorpresa dopo l’altra: Palazzo Sola Busca​ con il grande citofono a forma di orecchio (via Serbelloni,10), ​Palazzo Castiglioni​, ex Ca’ de Ciapp, la sua facciata rimane il simbolo del primo liberty milanese con all’interno la bellissima Sala dei Pavoni e lo scalone con la meravigliosa balaustra in ferro battuto ispirati da motivi della natura. Oggi è sede dell’ Unione Commercianti .

Spingetevi ai ​Giardini Pubblici Indro Montanelli,​ via Palestro, ex luogo del passeggio della nobiltà milanese in epoca austriaca, primo parco pubblico progettato a fine 1700 dall’architetto Giuseppe Piermarini. Nel parco si trovano interessanti edifici come ​Palazzo Dugnani​, storica dimora signorile del 1600, il​ Museo Civico di Storia Naturale​, il​Planetario oltre che numerose specie arboree, aree giochi e percorsi ciclo pedonali.

Casa Galimberti

La passeggiata si può a questo punto concludere poco lontano: attraversando lo slargo e i due ex caselli daziari di Porta Venezia (attraverso i quali il Renzo manzoniano giunge in città!) ci si dirige in via Malpighi fermandosi proprio di fronte al numero civico 3 all’angolo con via Sirtori: ​Casa Galimberti​.

Bellissima palazzina liberty dei primi anni del 1900 con una facciata a dir poco unica ed appariscente: decorata da ferri battuti, motivi floreali in cemento ma soprattutto da coloratissime piastrelle in ceramica con raffigurazioni di formose figure femminili e fiori, Non è possibile accedere all’atrio dove si trovano altri bellissimi decori così come non è possibile visitare l’odierno Hotel Sheraton Diana​,ex Kursaal Diana, a pochi passi. Trattandosi di un hotel sarebbe possibile ammirare il bellissimo giardino in veste di clienti. Nel giardino è custodita la statuetta della dea

Diana emblema della storia passata di questo edificio che vide qui la costruzione dei primi bagni pubblici cittadini in epoca di Belle Époque.

E qui si conclude davvero questo weekend milanese insolito e diverso che ha permesso però di mostrare uno dei lati di questa città troppo spesso sottovalutata o frettolosamente etichettata ma che invece sa mantenere e riservare a pochi il suo fascino più genuino.

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