Lago d’Iseo – Sulla via dei pittori lombardi del 500

Il Lago d’Iseo si allunga tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo e si tuffa direttamente tra i monti.
E’ un lago scuro, un lago camuno, come il rude popolo che visse nei suoi paraggi e di cui rimangono stupende incisioni rupestri. Vuole la leggenda che sia nato dal letto di un grande, pacifico drago.

Io avevo voglia di rilassarmi, quindi ho scelto di fermarmi a Lovere chiamata “la perla dell’Iseo” per le sue origini antiche, i suoi vicoli, i suoi borghi, le case colorate e la bella piazza che si affaccia sulle acque.

Da qui partono giornalmente traghetti che ti consentono di raggiungere gli altri paesini sulle coste; basta rivolgersi all’ufficio turistico vicino al molo centrale per avere tutte le informazioni e tutti gli orari.

Pisogne – Lago d’Iseo

Ma andiamo per gradi. L’idea era di ripercorrere le strade del Grande Cinquecento pittorico lombardo: Lotto, Moretto, Ceruti, Romanino, quindi la prima tappa è stata il borgo di Pisogne dove sorge, appena fuori il centro, la Madonna della Neve, una piccola chiesa interamente dipinta dal Romanino, il Michelangelo popolare del Nord Italia. E’ interessantissima, perché ben conservata.

Non appena entri ti piovono da tutte le parti scene della Passione di Cristo, con trionfi di putti dalle fatture di amorini romani, figure poderose, in cui si sente la scuola michelangiolesca e figure più umili,come diavoli neri e bruciacchiati, pie donne dall’aria popolare e bambini un po’ cenciosi. Insomma un pastiche ben riuscito di arte cosiddetta alta, d’accademia e arte popolare.
Da non perdere.

Il traghetto da Lovere impiega 10 minuti ad arrivare a Pisogne, ed è il mezzo più comodo e veloce.

Il centro di Pisogne, poi, conserva ancora un’aria antica, di borgo di pescatori, infatti si vedono tutte le reti stese ad asciugare, in alto, tra i vicoli. La piazza presenta la torre vescovile e si ricorda che proprio dentro di essa nel 1518 vennero torturate e poi bruciate nella Piazza del Mercato 8 streghe per volere dell’Inquisizione nella figura del prete Bernardino De Grossis.Il vescovo del tempo aveva anche l’usanza di rinchiudere in una gabbia appesa alla torre, alla berlina di tutti, chi non avesse pagato le tasse.

Ma queste sono storie passate, ora è un paesino antico e ridente, pieno di osterie, stradine adorne di fiori e un piccolo mercato dell’artigianato locale che si tiene ogni sabato.

centro pisogne
Pisogne

Lovere – Lago d’Iseo

Ritornata a Lovere, ho visitato l’Accademia Tadini che prende il nome da un nobile collezionista che qui decise di ritirarsi dopo la morte del figlio in giovane età. E proprio al giovane Tadini è dedicato il capolavoro del museo; un bassorilievo di Canova che si trova nella cappella della corte e raffigura la madre dolente sull’urna del figlio. E’ una meraviglia di purezza di linee, di neoclassicità, di luce. Quanti ricordi scolastici mi ha suscitato la visione, a partire dalle poesie del Foscolo, per arrivare ad una gita scolastica alla gipsoteca del grande scultore a Possagno!

Si entra poi nel museo e qui troviamo opere di Tiepolo, Hayez, Paris Bordon, ancora un raro bozzetto di Canova e i miei lombardi: Moretto, Romanino, Ceruti…sempre un po’ scuri e dimessi, come a chiedere scusa di essere provinciali rispetto alla grande capitale, uomini di montagna, di poche parole e tante pennellate. Opere,comunque, di squisita fattura.
Il quadro che mi ha colpito di più è stata, però, una serafica Madonna con Bambino di Jacopo Bellini che rifletteva una luce dorata d’immensa pace.

Interessante anche la collezione archeologica che presenta una preziosa statuetta in bronzo della dea Cibele.

Usciti dal museo è fondamentale fermarsi in uno dei tanti locali con tavolini all’aperto, vista lago, per degustare un bicchiere di vino locale e magari una fetta di torta, tipica di Lovere, a base di farina gialla e nocciole.

Monte Isola – Sul lago d’Iseo

Un’altra escursione interessante è quella a Monte Isola, un promontorio verde che si staglia al centro del lago d’Iseo. Il traghetto da Lovere parte alle 10.30 e in 50 minuti di navigazione si giunge a destinazione, il ritorno è per le 16.00, quindi hai tutto il tempo di visitare questo luogo in tranquillità.

Sono proibite le automobili e puoi spostarti solo in autobus, a piedi o in bicicletta ( noleggio al costo di 5 euro).

Io sono sbarcata nel paese più grande, Peschiera Maraglio e subito mi hanno accolto le case colorate dei pescatori, l’acqua limpida del lago d’Iseo, un venticello fresco e piccoli negozi di artigianato.

Se la giornata è limpida si può fare una salita al punto più alto dell’isola da cui si gode un bellissimo panorama: il Santuario della Madonna della Ceriola. Questo santuario cinquecentesco si trova poco sopra la frazione di Cure ed è proprio sulla cima del monte che sovrasta l’isola. All’interno ci sono alcuni affreschi del XVI secolo e un’icona in legno. Io ci sono stata in autobus, per il resto ho preferito passeggiare a piedi per le vie del paese e per il lungolago, costeggiato da ulivi ed aranci, con scorci suggestivi sulle altre isolette, una delle quali dotata anche di piccolo castello.

A pranzo non può poi mancare il piatto tipico:sarde affumicate con polenta, condite con l’olio isolano.

Un tempo qui si intrecciavano la maggior parte delle reti da pesca, ora gli artigiani si sono reinventati per i turisti vari oggetti in rete, tra cui colorate borse, portachiavi e giocattoli. E poi che goduria, togliersi le scarpe e prendere il sole sulla banchina di legno fino all’arrivo del traghetto del ritorno!

Brescia

E dopo questa deviazione dal mio itinerario artistico, mi sono diretta a Brescia dove erano presenti 2 mostre che mi interessavano: una sui pittori lombardi del 500 e la prima antologica dedicata a Giacomo Ceruti che, dopo l’Italia, prenderà il via per il MOMA di New York.

La prima si trova a Palazzo Martinengo ed espone i capolavori dei lombardi citati in questo post, ma anche opere di Lorenzo Lotto, autore che amo particolarmente per la sua delicatezza, la sua malinconia, il suo essere casa.

La seconda si trova al Museo di Santa Giulia ed è intitolata “Miseria e nobiltà, Giacomo Ceruti nell’Europa del 700”. La prima opera che ti accoglie è il suo autoritratto in veste di semplice, povero pittore, con la barba lunga e il pennello in mano. A seguire tutti i quadri più significativi di mendicanti, pitocchi, lavandaie, bambini cenciosi, nobili dai vestiti sgargianti. Miseria e nobiltà dipinti con la stessa dignità, con lo stesso sguardo dolente sull’umano, con la stessa espressività. I piccoli sembrano uscire dall’opera per offrirti una mela dal loro cesto. E’ uno sguardo pieno di pietas su un’umanità che in qualche modo si arrabatta o per un pezzo di pane o per mantenere i propri privilegi nell’Età dei Lumi.

Sicuramente è la mostra più importante da vedere in Italia quest’anno e poi nel 2023 Brescia è stata dichiarata Capitale Europea della Cultura.

Entrambe le mostre durano fino a giugno e il costo del biglietto è di 14 euro l’una. Purtroppo non ho potuto fare fotografie perché era proibito.

Tornando a casa pensavo al grande lombardo: Caravaggio, a quanto ha lasciato in queste terre, a quanto ha lasciato a tutti noi la sua breve, tribolata vita.

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