Se c’è una cosa che ho imparato viaggiando, è che le migliori informazioni e, se vogliamo, le più utili si nascondo dove meno ce lo aspettiamo. Opuscoli, pdf ritrovabili in rete o semplicemente un pieghevole recuperato chissà dove possono regalarci indicazioni preziose per itinerari insoliti.
Vi scrivo questo perché, l’estate scorsa, mentre preparavo un viaggio tra Galles del Nord e Yorkshire mi sono messa a scandagliare il sito della più importante associazione del Regno Unito legata al mondo della birra. Affinché non mi prendiate per una ubriacona, vi dico che feci questo perché avevo voglia di scoprire quali fossero i migliori pub di York. Sull’argomento la mia guida, seppur quotatissima e aggiornata, lasciava alquanto a desiderare. Sicché mi sono ricordata di quest’associazione a dir poco fondamentale dallo stranissimo nome di CAMRA.
CAMRA sta per CAMpaing for the Real Ale, una vera propria campagna che gli inglesi e non solo hanno portato avanti per un bel po’ affinché si ricominciasse a dare il giusto peso a birrifici locali o micro birrifici pienamente orgogliosi della loro produzione.
Il popolo britannico ha creato una vera e propria associazione non governativa che si occupi di promulgare il “bere bene” e il “bere local”. Un po’ come la nostrana Slow Food, volta però al mondo della produzione di birra di gran qualità e gusto.
In Inghilterra stava succedendo quello che da noi è ormai, fortunatamente non ovunque, un dato di fatto: le grandi multinazionali della birra acquistano gloriosi marchi nazionali e distribuiscono à go-go ogni birra di ogni tipo, sradicandola dalla propria realtà locale. A fare le spese di queste scelte commerciali erano le piccole realtà locali che non trovavano più posto sui banchi di ogni pub della Gran Bretagna.
Oltre a ciò, anche il gusto di una birra ricavata secondo regole antiche e preziose veniva sacrificato al mercato del “tutto e subito” oppure del “veloce è meglio”.
Ora questo pericolo è scampato perché la CAMRA è una realtà assodata e un’associazione dalla distribuzione capillare.
Se programmate un viaggio in Inghilterra, in Galles o in Scozia andate a cercarvi qualcosa sui siti locali delle zone che andrete a vedere. Vi suggeriranno itinerari cittadini, pub da vedere e luoghi immancabili in quanto a servizio e cibo locale. In poche parole, vi daranno quelle dritte che solo i locali ben inseriti in quelle comunità potrebbero darvi.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza, vi posso dire che le “pub-map” di York e di Liverpool sono davvero un qualcosa di totalmente fondamentale per capire al meglio l’anima di quelle due città.
Vi ricordo infine una piccola e grande verità: il bello di una birra locale gustata alla giusta temperatura e nel giusto luogo non sta nella quantità che riuscireste a bere bensì nella qualità che percepirete ad ogni piccolo sorso.
La birra è, anche, un’esperienza culturale.
Travel blogger e scrittrice freelance: classe 1978, sbrindola, poliglotta e viaggiatrice per indole. Nasco e cresco in Veneto, divento grande in Svizzera per poi coltivare le gioie del cuore in Emilia. Mi piace viaggiare con i mezzi pubblici, con gli occhi ben aperti e con il cuore curioso. Ho una passione sfrenata per le Isole Britanniche e per i piccoli luoghi che non aspettano altro che essere raccontati.
Ecco!!! Adesso devo veramente andare a provarla.
Anche perchè le birre da supermercato non fanno per me.
Mentre sono le vere birre che mi intrigano (e pure io per nulla ubriacone, alle volte :D)
Questa è veramente una grande scelta.
Bere meno ma bere sicuramente meglio…
D’accordissimo: meno quantità e più qualità, un po’ come nel cibo