La cerimonia del tè Giapponese, rappresenta un profondo viaggio interiore, che va oltre il semplice consumo legato alla bevanda. Il termine “Sadō” 茶道, che si traduce in “la via del tè“, identifica infatti un particolare rituale per la purificazione dello spirito. Profondamente legato al pensiero dello zen, alla meditazione, all’introspezione e alla contemplazione della vita.
Due sono gli elementi chiave che compongono questa particolare cerimonia: la consapevolezza e la semplicità. La consapevolezza, si manifesta attraverso la preparazione e il consumo, dove si crea un profondo legame che induce alla riflessione del momento presente.
E la semplicità, la stessa che guida l’intera preparazione, attraverso azioni lente ma ponderate. Trasformando così questa intensa esperienza, in una vera e propria meditazione sulla vita, la natura e la connessione con noi stessi.
La storia del Tè Matcha
La cerimonia del tè, è un percorso di contemplazione e comprensione, e la sua introduzione in Giappone, avvenne grazie al monaco Eisai, il quale, dopo lunghi studi in Cina, portò con sé i semi della pianta Matcha. Nella cultura cinese, questa pianta era già ampiamente utilizzata per i suoi benefici sulla salute e durante le pratiche meditative.
Tuttavia, fu quando il monaco preparò personalmente il tè per l’imperatore “Saga”, che quest’ultimo ne promosse la creazione di diverse piantagioni nella regione di Kinki, nella parte occidentale del Giappone. E dopo circa due secoli, si verificò una vera e propria diffusione.
Il monaco Eisai è considerato come il fondatore dello zen Rinzai, basato sull’idea che l’illuminazione può essere raggiunta attraverso le attività quotidiane, che viviamo nella nostra vita. E con questo pensiero, applicò infatti questa filosofia alla consumazione del tè, che oggi, è diventata una delle pratiche più diffuse in tutta la nazione.
I benefici legati alla foglia Matcha
Il matcha, è la foglia di tè principalmente impiegata nella cerimonia, ed è una variante pregiata del tè verde. Le foglie utilizzate per questo particolare rituale, vengono accuratamente raccolte a mano e successivamente sottoposte a una cottura a vapore. Seguita, dalla trasformazione in finissima polvere, grazie a dei mulini in pietra.
Questa varietà è ricca di vitamine, sali minerali, clorofilla, carotene e vanta oltre 137 antiossidanti in più, rispetto alle comuni foglie, di tè verde.
I benefici legati a questa particolare pianta sono molteplici, soprattutto grazie alla presenza di L-Teanina, un aminoacido che favorisce il miglioramento dell’umore agendo direttamente sulle onde alfa prodotte dal cervello. Riduce poi lo stress, sia dal corpo che dalla mente e trasmette una sensazione di benessere e calma, attivando inoltre i recettori della dopamina e della serotonina, stimolandone così la memoria e la connettività.
Il rituale che compone la cerimonia del Tè Giapponese
Secondo i maestri del tè, sono necessari più di 10 anni per poter apprendere quasi completamente i movimenti eseguiti durante questa complessa ma affascinante cerimonia. Ogni gesto, è eseguito con particolare attenzione, e sono necessari 37 passaggi per completare tutto il rituale, che ancora oggi, dopo secoli, sono rimasti completamente immutati nel tempo.
La cerimonia del tè giapponese, avviene in una piccola stanza dedicata, chiamata “chashitsu”, traducibile anche come ”la stanza del tè”. Questo, è solitamente un ambiente di ridotte dimensioni composto da un arredamento essenziale, che segue la filosofia minimalista e della semplicità, contribuendo a trasmettere una sensazione di calma e pace.
Il pavimento è rigorosamente in tatami e solitamente è integrato anche un piccolo focolare. La luce, è spesso soffusa e oltre alla pergamena appesa alla parete, vi è anche solitamente una piccola composizione floreale, chiamata “chabana”. Con l’intento, di arricchire l’ambiente, aggiungendo un giusto tocco di delicatezza.
Kaiseki:
Prima di entrare nella sala del tè, gli ospiti si tolgono le scarpe e attendono l’inchino del maestro, che li invita così a eseguire un piccolo rituale di purificazione, presso una fontana di pietra. Qui, gli ospiti si lavano le mani, sciacquandosi anche la bocca prima di entrare nella stanza.
Viene servito un piccolo pasto leggero, solitamente consumato prima del tè e questo importante passaggio, è chiamato “Kaiseki”. Successivamente, il maestro del tè inizia la cerimonia facendo un profondo inchino e pulendo con particolare attenzione tutti gli utensili, seguendo un ordine molto dettagliato.
Un bollitore, viene posto sopra una fiamma e nel mentre la tazza, chiamata “chawan”, viene pulita con un po’ di acqua calda, utilizzando una particolare frusta in bambù chiamata “chasen”. L’acqua utilizzata per la pulizia delle tazze, viene poi versata in un contenitore di scarto, “kensui”.
Successivamente nella tazza pulita, il maestro versa un po’ di tè matcha al suo interno, accompagnandolo con una quantità sufficiente di acqua. Attraverso la piccola frusta in bambù, il tè viene poi lentamente miscelato.
Koicha:
La tazza viene servita per prima all’ospite, di solito, considerato il più importante, il quale alza la ciotola in segno di rispetto e gratitudine nei confronti del maestro. Ruota leggermente la ciotola e, dopo un sorso, si congratula per il gusto e la presentazione. La tazza successivamente passa all’ospite successivo, che ripete il rituale e la passa poi nuovamente a chi gli sta accanto.
Questo particolare momento, viene chiamato “Koicha”, ovvero la contemplazione della tazza di tè, ammirandone il contenuto, assaporando il gusto e vivendo in perfetta armonia e concentrazione con tutti gli elementi che compongono la cerimonia.
Usucha:
Una volta che tutti gli ospiti hanno bevuto la loro prima tazza di tè, ne asciugano il bordo con un tovagliolo di lino e la restituiscono al maestro. Egli, la lava e la asciuga nuovamente, per poi preparare successivamente una seconda tazza. Ma questa volta, meno densa rispetto alla precedente.
Questo terzo passaggio è chiamato “Usucha”, ed è il momento in cui agli ospiti, viene solitamente servito un altro piccolo rinfresco, arricchendo ulteriormente l’esperienza cerimoniale.
Teiashu:
Dopo anche alcune ore, la cerimonia giunge al termine e l’ospite, per ringraziare dell’esperienza ricevuta, si inchina fino a giungere al pavimento. E lo fa, insieme a tutti gli altri partecipanti. Escono infine dalla stanza e chiudono dietro di sé la tipica porta scorrevole. E la cerimonia del tè termina.
I 4 principi fondamentali del rituale
Sen no Rikyū, è stato un noto monaco buddista giapponese e zen, ed è forse la figura storica più nota legata alla cerimonia del tè. Secondo questo maestro, è infatti necessario dare un profondo valore, ad ogni singolo incontro, poiché nessuno di essi sarà mai totalmente ripetibile. Da ciò, individuò lui stesso i quattro principi da rispettare durante questo prezioso rituale:
Armonia (和, Wa):
Questo principio, abbraccia la relazione tra l’ospite e l’invitato, la scelta degli oggetti e del cibo servito. Riflette sull’impermanenza della vita, sottolineando il lento ma costante mutamento delle cose. Armonia, significa procedere sulla via dell’equilibrio, seguendo gli antichi insegnamenti buddisti.
Rispetto (敬, Kei):
Questo principio riguarda il riconoscimento di ogni persona e di ogni oggetto, compresi anche quelli più semplici. Coltivare questo principio della cerimonia del tè giapponese, aiuta a comprendere l’essenza di tutto ciò che ci circonda.
Purezza (清, Sei):
La purezza riguarda il luogo in cui ci troviamo, ma anche della mente con la quale partecipiamo a questo rito. Purezza, significa liberarsi delle preoccupazioni e dei desideri che ci affliggono, per consentirci di vivere profondamente questo unico momento, chiamato presente.
Tranquillità (寂, Jaku):
La tranquillità è rappresentata da uno stato di benessere interiore, in sintonia con i ritmi della natura e della vita e ben lontana dal mondo materiale. Questo principio suggerisce la contemplazione attraverso uno stato di pace interiore, trovando in noi una serenità duratura, in compagnia di noi stessi e degli altri.
La cerimonia del tè, per apprezzare ogni singolo istante della vita
La cerimonia del tè, si presenta come un profondo rituale che ci insegna a accogliere ed apprezzare, ogni singolo istante della vita, anche, attraverso le sue imperfezioni. Dalla fragranza delicata dei fiori, al movimento misurato durante la sua preparazione, dalla manifestazione del rispetto alla tranquillità, ogni aspetto di questo rito, ci invita a vivere il momento in modo completo e intenso. Assaporando la bellezza della vita, attraverso una profonda meditazione che coinvolge tutti i nostri sensi.
Nella frenesia della vita moderna, è spesso faticoso trovare questi rari attimi in cui possiamo veramente immergerci nella bellezza del nostro essere. Tuttavia, la cerimonia del tè giapponese, ci offre una preziosa lezione su come possiamo abbracciare l’attimo. Osservandolo con attenzione e accettando di vivere anche le piccole imperfezioni che contribuiscono a creare un quadro armonioso e perfetto.
Ogni elemento, per quanto piccolo possa sembrare, costituisce una parte essenziale di questa bellezza inestimabile. Ma che solo prende vita, se solo troviamo in noi la capacità e la forza, di dirigere la nostra attenzione e la nostra consapevolezza, verso tutto ciò che possiamo cogliere.
Questa profonda pratica, diventa in tutto questo, una preziosa guida per insegnarci a vivere la vita, con un profondo senso di gratitudine, consapevolezza e di connessione con noi stessi e con il mondo.