Il XXVIII cicloraduno nazionale Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) tenutosi in Maremma si è caratterizzato quest’anno come un evento storico per il record di partecipanti, circa 560, e per l’intensa canicola che ha messo a dura prova molti di noi, non avvezzi a pedalare con un sole di stampo caraibico.
Ogni giornata era dedicata a uno specifico tema legato al sopracitato contesto ambientalistico come le produzioni enogastronomiche di qualità, la storia antica e gli etruschi, le zone costiere e il mare, le ferrovie dimenticate, le tradizioni contadine, la palude e le bonifiche.
L’apertura ufficiale ha previsto la partenza dal Velodromo di Grosseto per raggiungere la Corte degli Ulivi, un agriturismo adagiato sui vicini colli, nella incantevole cornice dell’antica “Fattoria il Marruchetone”. Qui, dopo una breve pedalata di circa 15 chilometri, è stato possibile assistere a un suggestivo spettacolo equestre dei butteri maremmani, antichi mandriani che badavano alle vacche “brade”, retaggio di una tradizione fortemente radicata nel territorio.
Al termine dell’esibizione, è stato piacevole rifocillarsi con alcuni prodotti tipici toscani aggirandosi nel bellissimo parco, disseminato di vecchie macchine agricole, al suono piacevolissimo di una moderna fisarmonica. I percorsi del giorno successivo prevedevano a scelta: un facile giro ad Alberese, posto alle pendici dei Monti dell’Uccellina, per 30 chilometri, attraversando la Pineta Granducale, dove è presente una ricca fauna con cinghiali, caprioli, daini, tassi e volpi.
Il giro medio di 65 chilometri, era invece diretto alla foce del fiume Ombrone su un percorso intorno ai 400 metri di dislivello, raggiungendo il Parco Naturale della Maremma con una ricca fauna di tipo acquatico. I ciclisti più allenati hanno scelto invece il percorso lungo con un itinerario di circa 85 chilometri e un dislivello di 800 metri, salendo fino al borgo medioevale di Montiano, nel Comune di Magliano, lungo una strada a basso traffico che attraversa le colline maremmane con straordinari scorci panoramici.
Il percorso in mountain bike era diretto all’Abbazia benedettina di San Rabano, un luogo magico, celato nella folta macchia mediterranea per raggiungere Bocca d’Ombrone. Il sabato, gli “sfaticati” che non si sono diretti al mare o in piscina, sono giunti a Sticciano Scalo, pedalando fra le silenziose stradine della valle tra Monte lattaia e Pian del Bichi, raggiungendo il villaggio minerario di Ribolla. Nel pomeriggio visita al borgo medievale di Montemassi e al suo castello, appartenuto dall’XI sec alla potente famiglia degli Aldobrandeschi, che ne fecero un centro nevralgico lungo le vie del traffico del sale, per un “tuffo”, poco refrigerante, ma culturalmente appagante.
Dopo la serata di gala negli eleganti saloni della Fattoria della Principina, il Cicloraduno ha chiuso i battenti con i tre itinerari della domenica che prevedevano una escursione al borgo di Castiglione della Pescaia, all’Eremo di Sanc Guglielmo di Malavalle per sondare i suoi intriganti misteri, alla Riserva naturale Provinciale della Diaccia Botrona. Tutti i percorsi gravitavano sulla costa maremmana, per poi far rientro a Marina di Grosseto con un lauto buffet, a base di prodotti locali offerti dalla Coldiretti.
Provati dall’intensa calura che ha provocato malori nelle giornate precedenti, noi centinaia di gaudenti pedalatori abbiamo fatto ritorno nelle più disparate destinazioni di provenienza, isole comprese, felici di portare nel cuore i colori dei dolci pendii, dei filari di cipressi, dei bellissimi campi di girasole e,soprattutto, lo straordinario sapore della terra di maremma.
Oltre alla passione per la scrittura, un modo per “viaggiare” con le parole nelle molteplici sfaccettature della realtà, mi piace dedicarmi al trekking e al cicloturismo. Ho iniziato a viaggiare a quattro mesi, quando i miei genitori si sono trasferiti dal sud a Milano per motivi di lavoro, ripetendo lo stesso percorso, ogni anno, fino alla maggiore età. Ho visitato molti stati europei organizzando meticolosamente il viaggio e documentandolo grazie alla mia inseparabile macchina fotografica.