Vorrei usare una frase poetica di Francisco de Icaza per capire la bellezza di questo posto e cosa vedere a Granada:
Dale limosna mujer
que no hay en la vida nada
como la pena de ser
ciego en Granada.
Ovvero, dai elemosina, signora, che non ce pena piu grande che essere cieco a Granada.
Ahhh….. Granada! “La ciudad encantadora” come spesso la sentirai chiamare (in effetti non ho mai incontrato nessuno che l’abbia apostrofata “brutta” o “carina” ), il posto giusto per chi piace spalancare gli occhi e passeggiare senza sosta e senza noia. Infatti è consigliatissimo avere scarpe comode per girovagare tra le calle e godersi una cañita o vermouth casero con conseguente tapa.
Punto di forza della città è questo binomio appunto, dove si paga solamente il bere (e si paga poco), ma si riceve anche una tapa, cioè una porzione. L’unicità, da queste parti, è che in certi posti le porzioni sono veri e propri piatti che costituiscono un pranzo o cena. Nell’ultima sezione ho scritto una piccola lista dei migliori posti dove tapear.
Granada è anche stato l’ultimo baluardo della cultura mussulmana in terra iberica fino al 1500 quando i cattolicissimi regnanti, una volta conquistata, la convertirono con molte opere monumentali ( per esempio costruendo chiese sui resti di moschee) e iniziò l’epoca d’oro del barocco. Come risultato si ha un mix di culture che si intrecciano armoniosamente nelle arti e nelle usanze locali.
Per non parlare dei grandi movimenti hippies che ancora oggi continuano a vivere queste zone, soprattutto nelle grotte presenti dietro la città.
Durante gli ultimi due anni ho avuto la fortuna di vivere appieno questa cittadina andalusa, girovagando con curiosità tra i suoi edifici cinquecenteschi, le sue antiche viuzze e mescolandomi tra la sua gente cosi variopinta.
La bellezza di Granada è nella sua architettura, nelle colline che la circondano, nell’Alhambra e Sierra Nevada (la montagna più alta della penisola iberica) che si staglia alle sue spalle, nel suo sole caldo e avvolgente, nei suoi infiniti bar e locali di tapas, nelle sue energie universitarie, nel suo connubio arabo/barocco e, per finire, nel fascino della sua terra: l’Andalucia.
A PIEDI PER LE STRADE DI GRANADA
La cosa più bella da fare a Granada è camminare senza una vera meta, scegliendo “a naso” quale direzione prendere, destra o sinistra, salire o scendere, rimanendo inevitabilmente sorpreso, qualsiasi percorso si intraprenda.
Dato che spesso ho soggiornato nella zona de Los Carmenes, verso nord, iniziavo il mio pellegrinaggio passando da Plaza de Toros, dove si può ammirare una specie di Colosseo perfettamente ristrutturato, sede di innumerevoli corride, anche recenti, e poi mi dirigevo su Avenida de la Costitucion, con il suo passaggio pedonale pittoresco sia per la sua vista dell’Albaicin innalzarsi sullo sfondo della Sierra Nevada, sia per le sue statue in bronzo raffiguranti personaggi storici della città.
Al fondo si trovano i Jardines del Triunfo, un parco rilassante dove molti studenti e abitanti vengono a leggere o prendere il sole. Qui siamo ad un crocevia: si può proseguire verso il centro, incamminarsi nella zona del Monastero di San Jeronimo o cominciare a salire verso l’Arco di Elvira, inizio dell’omonima via seminascosta, famosa per i suoi locali e negozietti in perfetto stile arabo e per la facilità nel trovare marijuana e hashish; inoltre qui si trova uno dei circa venti hammam della città oggi ancora in uso (gli antichi bagni arabi di origine romana, luogo di incontro sociale, dove regolarmente ci si incontrava per lavarsi, tagliarsi capelli, ricevere massaggi, rilassarsi).
Personalmente mi dirigerei verso la Iglesia de San Ildefondo, dietro la quale si trova un passaggio poco battuto che si arrampica verso l’alto e che vi porterà ad esplorare la zona de San Cristobal e Cartuja, un intreccio di viuzze di pietra, case antiche e paesaggi stupendi.
In Calle Elvira si comincia a respirare l’atmosfera saracena, da un lato si intravedono le piccole vie che salgono verso il cuore dell’Albaicin, e si comincia a percepire un alone di mistero che caratterizza un pò tutto il quariere arabo alto.
La più famosa di queste vie è Calle Caldereria Nueva, ricca di negozi e teterie, luoghi caratteristici per assaporare il tè; se passate di qui obbligatorio fermarsi alla piccolissima pasticceria araba (1 solo tavolino) a conduzione familiare dove rimarrete estasiati dalla qualità e bontà dei suoi prodotti, tanto più dal loro prezzo.
Al fondo di calle Elvira ci si trova praticamente in centro, zona Plaza Nueva, molto pittoresca, e da qui si può andare verso il Realejo (antico barrio signorile) e seguire il piccolo fiume Darro lungo il bellissimo perimetro degli alti quartieri arabi o incamminarsi verso la Puerta de las Granadas. Quest’ultima opzione vi porterà ai piedi della collina su cui poggia la famosissima Alhambra, quindi da qui ci si immerge nella natura e si sale.
Seguendo invece il Darro inizia una delle passeggiate granadine più belle, circondati da chiese e monumenti perfettamente conservati, che rendono il Paseo de los Tristes un luogo quasi da favola.
Al fondo si può attraversare il fiume e iniziare l’antico cammino che sale fino all’Alhambra, passando però in mezzo alle altissime mura che vi faranno capire l’imponenza di questa opera. Impegnativa ma consigliata.
Il Realejo, che insieme al centro è la zona più “vissuta” dalla popolazione locale, è ricco di case signorili, monasteri e altri edifici storici perfettamente preservati, che permettono al passeggiatore di sentirsi immerso in un’altra epoca.
Suggerita una sosta in Plaza de Santo Domingo e osservare i panorami de la Cuesta de Realejo.
Tra qui e il centro sono obbligatorie le visite alla maestosa cattedrale, la tumba del Gran Capitan e calle San Jeronimo. La bellezza vera pero sta nell’esplorare intere zone ricche di particolari e piene di arte.
DA SACROMONTE ALL’UNIVERSITA’: LE VIBES DI GRANADA
Come accennato in precedenza, Granada è meta di hippies da ogni angolo del mondo perchè diverse comunità vivono tutt’oggi nelle cuevas, nelle grotte, presenti in diverse zone montagnose subito oltre le ultime case della città.
La parte più prossima si chiama Sacromonte, e ci si può arrivare passeggiando dall’Albaicin. Ci sono varie storie su queste piccole case scavate nelle rocce, ma è sicuro che furono usate dalle comunità gitane fin dall’Ottocento, e si narra che tra questi spazi rudimentali ma accoglienti nacque il flamenco. La verità è che tra i Mori, gli Ebrei, i gitani e chissà quali altre popolazioni si è creata una realtà culturale molto intensa, che giunge a noi modificata dal corso della storia ma rappresentata artisticamente attraverso canti, ritmi e balli passionali.
Quindi artisti del flamenco e hippies sono parte integrante della popolazione granadina, specialmente in certe zone, come il centro e i miradores, dove si possono comprare i loro prodotti fatti a mano o assistere a un focoso ballo di flamenco per strada.
Un’altra presenza importante, che si percepirà un pò ovunque, è quella universitaria, soprattutto nella zona di Plaza Einstein e della strada che la taglia da nord a sud, piena di locali aperti fino a tardi e in grado di soddisfare molte esigenze culturali giovanili.
Di fatti sono presenti campus universitari di notevole grandezza, anche perchè la città accoglie centinaia di Erasmus da tutta Europa ogni anno, oltre ai giovani spagnoli provenienti da ogni lato della nazione perchè qui la vita è bella e, soprattutto, barata.
Un’altra categoria da considerare (anche se non ora in tempo di restrizioni) è quella dei turisti, cresciuti esponenzialmente di numero negli ultimi anni. Basti pensare alla normalità con cui ci si imbatte in gruppi di sud koreani o cinesi tra le vie più famose, o al sentir parlare diverse lingue passeggiando.
Quindi hippies, gitani, turisti, universitari, artisti ed infine “quelli di qui”, il popolo andaluso che, come in Italia, è formato da una maggioranza di 50-80enni, perchè anche qui si vive bene, ma non ci sono moltissime possibilità per le nuove generazioni che tendono a emigrare dopo gli studi, di conseguenza molti degli abitanti hanno questa età.
Una cittadina piena di arte e di personaggi provenienti da ogni tipo di situazione sociale.
ALBAICIN E ALHAMBRA, I GIOIELLI LASCIATI DALLA CULTURA ARABA
El Albaicin
Come avrete capito, è un labirinto di pietra fatto di sali e scendi, ma anche di cortili segreti, corridoi invisibili, portoni di legno massiccio e con ornamenti colorati, giardini nascosti, chiesette e fantastici punti panoramici chiamati miradores. Non a caso è Patrimonio dell’Umanità sotto il patrocinio dell’ UNESCO.
Ovviamente è il luogo che prediligo per una giornata da passare in esplorazione: anche dopo innumerevoli circuiti che portano ad ogni suo anfratto (o quasi), l’Albaicin continua a regalarmi nuove scoperte, e forse è proprio questo il suo potere magnetico, oltre all’atmosfera senza tempo che si respira ovunque tra queste strette mura con improvvisi scorci di montagne e stupende costruzioni reali.
Senza mappe sarà un’impresa molto divertente cercare i suoi miradores, che sono un MUST per ammirare l’intera città e i suoi bellissimi dintorni.
Il Mirador de San Nicolas è obbligatorio trovarlo per godere di una delle viste più incredibili dell’Alhambra, poi la ricerca può continuare verso i miradores di San Cristobal, San Miguel Alto, de Quiros e altri ancora che bisognerà scoprire lungo il cammino.
Intorno all’Albaicin ci sono tantissimi sentieri che si perdono tra il verde e i boschi delle colline dietro il Sacromonte, ed è possibile arrivare fino ad altezze importanti per paesaggi ancora più ampli e immersi nella natura, come ad esempio Sillas des Moro.
L’Alhambra
E sopra la collina che protegge la città è stata eretta l’Alhambra, l’elegante fortezza di origine araba che simboleggia Granada, uno dei monumenti più visitati di tutta Spagna. Il biglietto si aggira tra i 30 e 40 euro a seconda del periodo, ma comprende anche l’ammissione al Generalife, la residenza estiva dei sultani con tanto di fontane e giardini fiabeschi.
Per chi non vuole spendere consiglio Carmen de los Martires, un fascinoso parco che racchiude diversi spazi ispirati agli antichi giardini francese, spagnolo e inglese, con un laghetto, orti e fontane, e soprattutto due bei pavoni che gironzolano tranquillamente anche vicino ai visitatori.
DOVE TAPEAR
Questa è una preziosissima lista di posti dove potrete scegliere tapas sostanziose (ricordate, si paga solo il bere).
Poi Granada è da scoprire anche attraverso i suoi infiniti locali, sono davvero tantissimi con un ‘amplia scelta di locations suggestive (specialmente nella parte alta dell’Albaicin con vista sull’Alhambra) e menù ricchi di sapore.
- LOS PERUANOS, probabilmente il più conosciuto negli ambienti studenteschi, le tapas qui sono veri e propri piatti, infatti è molto probabile che dovrete aspettare per sedervi. Non crederete ai vostri occhi quando vi daranno lo scontrino e ripenserete a quanto avete mangiato. Molta carne, per i vegetariani consigliatissimo il riso con verdure.
- EL NIDO DEL BUHO: qui siamo in zona periferica, uno dei miei preferiti, scelta amplia di tapas e dimensioni abbondanti.
- El OJU:specializzato in tapas vegetariane e vegane, piccolino ma con ambiente. Lo consiglio anche per chi non è vegetariano.
- LOS DAMASQUEROS: qui le tapas sono piccole, anche se molto buone. Il punto di forza è la location che permette di gustarsi il bel sole andaluso mentre si osserva la bellezza del Realejo
- ALIATAR: ragazzi, questo è storia. Non ricordo da quanto tempo sia in piedi, ma è uno dei più vecchi. Non fanno tapas ma solo ed esclusivamente panini, buonissimi e a prezzi incredibili. Nei giorni festivi dovrete affrontare una vera e propria ressa al bancone per ottenere l’attenzione dell’unico che prende gli ordini. E prende ordini senza sosta e tenendo tutto a mente gridando i vari panini che i clienti scelgono. Vedere per credere. Fenomenale, lui, l’atmosfera e i panini.
- BABEL: nella famosa calle Elvira, qui assaggerete tapas da tutto il mondo, gusti asiatici, sudamericani e spagnoli. Bel locale e tapas sfiziose.
- MONASTERIO CHILL OUT COPAS: si tratta di un bar, quindi niente tapas, ma e uno dei migliori lounge con vista fantastica sul monastero e i panoramici fuori citta. Perfetto per godere dei colori del tramonto.
- EL PIANO: ristorante vegetariano buonissimo, prodotti freschi e raccolti da orti locali. Più che tapas si propongono piatti. Hanno un menù qualità/prezzo molto alto, e se capitate il weekend o nella giornata giusta, ci sarà un misterioso signore dai capelli bianchi e l’aria un pò bizzarra che vi delizierà con le sue doti da pianista.
Consigliati ma non provati: Bar Ocaña, La Pajuana, Rosario Varela e moltissimi altri.
(Tutte le informazioni date e consigli, fanno riferimento al periodo precedente al Covid)
10 anni in giro per il mondo, biciclettate per andare al lavoro in 5 nazioni diverse, forgiato tra l’energia di Ibiza e l’università di Torino (laurea in Scienze della Comunicazione).
Sono un nomade per natura, sempre pronto per un viaggio, per esplorare, sorprendersi, capire, ampliando la propria visione di questo vastissimo mondo.
Per chi ama la vera avventura consiglio il mio primo libro DUE ERASMUS IN AUTOSTOP: io e il mio amico spagnolo in autostop dall’Estonia fino in Italia. Un’esperienza indescrivibile, dove si assapora la pura libertà, ovvero quella fantastica sensazione che costantemente ricerchiamo in ogni viaggio. Remember: Go with the flow.