Il più bel monumento di Spagna e d’Andalusia. Non potete dire di essere stati in Andalusia se non avete visto l’Alhambra. E’ come dire di essere stati a Firenze ma non aver visto Duomo al suo interno.
Avevo aspettative alte per l’Andalusia e altissime per l’Alhambra. Ma qui siamo andati ben oltre. E’ stata veramente una struttura che mi ha sorpreso. Me la immaginavo bella, ma non così. Se andate a vedere l’Alhambra, candidata in passato ad essere una delle sette meraviglie del mondo, vuol dire uscire con la consapevolezza che tanta bellezza non la trovate altrove. E’ una struttura unica al mondo, bella, curata, nonchè patrimonio dell’UNESCO.
Storia e visita all’Alhambra
Alhambra deriva dall’arabo Al-Hamra, la Rossa, nome dovuto al colore delle mura che una volta la circondavano. Era una cittadella di centomila metri quadrati, con al suo interno moschee, scuole e botteghe. Esiste anche un’altra versione del nome Alhambra, ossia derivante da “il Rosso”, il fondatore del sultanato di Granada, dotato di una barba rossa.
Entriamo dall’ingresso principale e ci rechiamo fino alla punta estrema della fortezza. Qui si trova il Palacios Nazaries, conosciuto anche come al Palazzo dei Nasridi, da dove inizia la nostra visita. E’ forse la parte più bella di tutta l’Alhambra. Al di là dei cortili, delle colonne e delle varie stanze, la cosa che mi ha colpito di più sono le infinite decorazioni che avvolgono il tutto. Un vero capolavoro di arte e di scultura. Fatte totalmente a mano, l’architettura araba si ammira in ogni suo angolo. La visita ai palazzi dura circa un’ora, ma c’è che ci si ferma di più: sono talmente belli che la gente ne rimane incantata. Il Palazzo dei Nasridi è composto da più stanze, svariati cortili e più palazzi diversi.
Terminata la visita ai Palazzi, avete là vicino l’Alcazaba e il Partal.
Per comodità partiamo dall’Alcazaba. E’ la zona militare dell’Alhambra. Lo scopo era puramente difensivo e qui vi si tenevano anche le esercitazioni militari. Dalla Torre de la Vela si vede Granada dall’alto. E’ la zona che si visita più velocemente. Vi si accede con biglietto completo o includendola nel biglietto, se si sceglie una delle altre tipologie d’acquisto.
Tornando indietro si accede alla zona del Partal: vi si trova il Palacio del Partal e dei Giardini di San Francisco. Non potete saltare questa zona, che è davvero molto bella: è una zona terrazzata e dotata di alcuni edifici, piccole piscine e moltissimo verde. E’ un’ area dotata di molti saliscendi ma anche molto ben curata. E’ stata modificata varie volte durante il ventesimo secolo ma che ha un fascino unico. Camminate lungo il sentiero che vi conduce verso l’uscita e qui, se avete il biglietto che lo comprende nella vostra visita, visitate l’ultima parte dell’Alhambra.
I giardini del Generalife
Il Palacio del Generalife è il complesso di giardini esterno all’area principale dell’Alhambra. Sono conosciuti come i giardini dell’architetto – Jannat al-Arif, da cui il nome Generalife.-. I giardini del Generalife si compongono di due parti. La prima parte che incontrerete sono i giardini bassi. Qui potrete riposarvi all’ombra e camminare attraverso le sue siepi e i fiori colorati. La seconda parte, quella più in alto, si compone dal Patío de la Acequia e dal Patio de la Sultana. Qui si trovano dei giardini forse un po’ più intimi, per l’epoca. Il patío de la Acequia è dotato di una piscina con fontanelle. Per molti, questo è considerato il più bell’esempio di giardino medievale. All’ingresso della zona del Generalife trovate anche un auditorio, che può essere utilizzato per discorsi pubblici, ma anche rappresentazioni e concerti.
Due suggerimenti utili e fondamentali
Le cose fondamentali per visitare l’Alhambra sostanzialmente sono due: la prima è la prenotazione dei biglietti per un tour privato, la seconda è la puntalità. Ci sono varie tipologie di ingresso: notturno, completo, solo Generalife, solo Palazzi Reali o a zone, tra le varie tipologie. Il mio consiglio è quello di acquistarli assolutamente online e senza perdere troppo tempo quando li trovate. Sono in numero limitato, quando li ho trovati io ve n’erano circa trenta al giorno per tipologia di visita. Una volta terminata la disponibilità, forse viene riaperta la vendita, ma forse anche no. Quindi scegliete con cura il giorno della visita e prenotate. Io sono andato sul sito tutti i giorni, cercando il biglietto completo – vi suggerisco questo come tipologia , in quanto costa poco più degli altri in cui vedete meno. Una volta che ho trovato la data disponibile, ho prenotato immediatamente e senza indugio.
Perchè vi dico questo e insisto tanto? Perchè il numero di ingressi è limitato, non è un “buttadentro” dove si riempie la struttura fino a scoppiare. All’Alhambra ci tengono anche non ci sia troppo caos e quindi limitano il numero di ingressi. Inoltre, ho assistito alla classica scena di gente che arriva pronta ad entrare e puntualmente si è trovata davanti il cartello “Biglietti terminati”. La prenotazione è soprattutto richiesta durante il picco dell’alta stagione. I bambini sotto i 12 anni non pagano.
Il secondo punto invece riguarda la puntualità. So che italiani e spagnoli sono molto “alla buona” in merito agli orari, ma qui si entra all’orario stabilito: l’Alhambra è suddivisa in zone in cui ogni zona ha il suo controllore, che in base al tipo di acquisto consente o meno l’accesso. Il nostro appuntamento prevedeva l’ingresso al Palazzo dei Nasridi alle 11.00 in punto. Se si arriva in ritardo, non si entra col turno successivo, ma si rimane fuori. E non ci sono scuse o discussioni. L’organizzazione è minuziosa, gli orari vanno rispettati.
Mi limito a questi due consigli fondamentali ma che vi suggerisco di seguire per evitare spiacevoli inconvenienti. Molte spesso le persone sottovalutano la cosa, specie gli italiani. E non è raro sentir dire “I biglietti li acquistiamo là” oppure “Ma sì arriviamo in ritardo di cinque minuti, tanto abbiamo il biglietto prenotato!”.
Se volete l’audioguida, il deposito è di 25 euro l’una e viene richiesto un documento di identità. Essendo suddivisa in zone, tenete sempre a portata di mano i vostri biglietti, in quanto vi verranno controllati con un pistola laser sul codice a barre. All’interno dei Palazzi e dell’Alcazaba non sono ammessi i passeggini – se visitate con i bambini – ma potete lasciarli al punto di ristoro che si trova poco fuori l’ingresso dell’Alcazaba.
Detto questo, vi auguro buona visita.
Sono Veneto e sono cresciuto in quel di Caorle, un perla che si affaccia sull’Adriatico. Amo viaggiare con i miei inseparabili compagni di viaggio: la mia compagna e i nostri due figli. Mi organizzo e vivo i miei viaggi per poi raccontarli. Tornare a casa mi rende triste, ma per buttare via la tristezza mi preparo subito per organizzare il prossimo viaggio verso una nuova destinazione.