Cosa Vedere in Costa Azzurra: Guida ai Luoghi Segreti e alle Esperienze Imperdibili

Dici Costa Azzurra e pensi alle spiagge assolate, alle cittadine modaiole, ai party esclusivi, al jet set di ieri, fatto di attori iconici e a quello di oggi, animato da sceicchi arabi e capitani d’industria occidentali, in un via vai di yacht e velieri. Ė tutto vero ed è effettivamente quello che ho trovato in questo angolo di Francia. Tuttavia il bello di un luogo nuovo da scoprire, è che ognuno di noi abita quello spazio, in quel frangente di tempo a disposizione, come desidera e io l’ho fatto, come sempre, a modo mio: con gli occhi pronti a meravigliarsi per dettagli nascosti e luoghi riservati, apprezzando più i centri storici che le spiagge affollate, preferendo il cuore di un luogo alla sua copertina.

Nizza

Il mio viaggio inizia a Nizza, dove sono atterrata con un volo diretto da Napoli. L’impatto con la città è positivo. Il tempo di indossare shorts e canotta, dato il gran caldo, e sono sulla Promenade des Anglais. Ė enorme, bella, elegante. Mi piacciono quelle sedie blu posizionate sul marciapiede e rivolte al mare, amo lo stile belle époque dell’Hotel Negresco dall’altra parte del viale alberato, apprezzo l’ampiezza del lungomare su cui c’è spazio per una pista ciclabile e per tutti coloro che vogliono godersi una passeggiata, in contemplazione di questo specchio azzurro.

Noto subito che la spiaggia, fatta di sassi, è prevalentemente libera, in uno spirito di eguaglianza e accessibilità che ho sempre invidiato ai cugini francesi. Percorriamo tutta la promenade e arriviamo al cuore della città, quello delle viuzze color pastello, di place Massena con Apollo nella Fontana del Sole, in armonioso contrasto con le statue contemporanee posizionate in cima alle alte colonne, pronte a illuminarsi di colori differenti al calar del sole.

Attraversiamo la Promenade du Paillon, un grande parco con un enorme specchio d’acqua, utilizzato dai bambini come piscina cittadina, e ci dirigiamo al castello. Ci arrampichiamo in cima alla collina e solo l’aiuto delle fontanelle pubbliche ci permette di arrivare fin su senza svenire, per il caldo e per la fatica della salita. Davanti a noi si apre un panorama estasiante che abbraccia sia il lungomare che la città vecchia, con la veduta sulla Cathédrale Saint-Nicolas de Nice, una chiesa colorata dallo stile moscovita, nonché la più grande chiesa ortodossa in Europa, al di fuori dei confini della Russia.

Appena sotto il belvedere raggiungiamo una scenografica cascata, che ci dà il giusto refrigerio prima di proseguire la nostra passeggiata, questa volta in discesa, verso il centro storico. Passiamo davanti al cimitero, improvvisiamo percorsi esplorativi che ci conducono a una bella scalinata dominata da una palazzina, di cui mi colpisce una nicchia, custode della statua di una Madonna con Bambino.

Scendiamo i gradini, riprendiamo il giro nel dedalo del centro e ci troviamo di fronte allo stile art déco del teatro cittadino, percorriamo di nuovo la Promenade des Anglais per raggiungere il monolocale dove alloggiamo.

La sera, dopo aver cenato a Les Sens, grazioso locale con menù godibile, assaporiamo la Nizza by night dei locali animati dalla musica, delle piazze gremite di tavolini, degli angoli instagrammabili dove lasciarsi andare a scatti al chiar di luna. Restiamo colpiti dalle centinaia di persone che hanno scelto la spiaggia per mangiare una pizza, portata fin qui dai riders, oppure per concedersi l’ultimo bagno della giornata, al buio, mentre la musica si diffonde dai lidi dove si fa serata.

nizza di sera

Monte Carlo

Il giorno seguente prendiamo il treno per il Principato di Monaco. In 20 minuti siamo a Monte Carlo. Il tempo di uscire dalla stazione, percorrere poche centinaia di metri e ci ritroviamo davanti alla boutique di Dior e poi a quella di Louis Vuitton, a quella di Prada e via dicendo, fino ad arrivare all’iconico Casinò, un superbo edificio della belle époque di cui conserva interamente il fascino. Di fronte i bei giardini, alle spalle la passeggiata con vista panoramica sul Principato, puntinata da installazioni d’arte. La percorriamo, scendiamo verso il porto, seguiamo il molo affollato da yacht e proseguiamo verso il palazzo reale affacciato sulla grande piazza. Siamo arrivati troppo tardi per il cambio della guardia (ogni giorno alle 11.55) e ci accontentiamo di scattare qualche foto davanti all’edificio abitato dalla famiglia Grimaldi, prima di proseguire il nostro tour attraverso i vicoletti della rocca.

Raggiungiamo la Cattedrale dell’Immacolata Concezione, per nostra fortuna aperta malgrado l’orario (sono più o meno le due del pomeriggio), per l’allestimento di un matrimonio che si svolgerà a breve. Lo stile romanico-bizantino trasferisce bene il senso di maestosità e austerità che avvolge l’edificio, già a partire dalla facciata esterna. Entriamo, percorriamo le navate laterali, sostiamo davanti all’altare maggiore e notiamo alle sue spalle due tombe, semplicemente adornate da altrettanti vasi di phalaenopsis bianche: quella di Ranieri III e di sua moglie Grace Kelly, sepolti uno accanto all’altra.

Cattedrale dell’Immacolata Concezione Montecarlo

Beaulieu-sur-Mer

Ancora qualche giro per visitare i 2 km quadrati di regno monegasco e siamo pronti per rientrare a Nizza. Il gran caldo ci convince a fare una deviazione lungo il percorso e mentre siamo in stazione decidiamo di acquistare due biglietti per Beaulieu-sur-Mer, cittadina notata durante il viaggio dell’andata. Attraversiamo un elegante viale, godiamo della veduta su palazzi storici, ammiriamo da lontano Villa Kerylos, costruita nel 1902 su un promontorio roccioso, sul modello di una villa greca, prima di arrivare alla spiaggia des Fourmis. Trascorriamo un paio d’ore tra bagni di mare (l’acqua non è memorabile) e di sole prima di rientrare a Nizza. Unica nota dolente: data la gran folla non siamo riusciti a salire su due treni e abbiamo dovuto aspettare un terzo prima di prendere posto sul vagone. Fortunatamente i vettori passano a una distanza di 15-20 minuti l’uno dall’altro ma una cosa del genere non mi era mai accaduta, nemmeno nell’affollata metropolitana di Roma.

Beaulieu-sur-Mer

Ėze

Il giorno seguente ritiriamo l’auto a noleggio, lasciamo Nizza e raggiungiamo un borgo che è una meraviglia: Ėze. Dopo aver cercato inutilmente un parcheggio in paese e aver lasciato l’auto a 2,5 km dal villaggio, raggiungiamo il centro con una navetta gratuita messa a disposizione dal Comune. Situato su uno sperone, il borgo ci accoglie, dopo una lieve salita, in un’ambientazione a metà tra medioevo e scenografie mediterranee.

Attraversiamo la doppia porta fortificata del XIV secolo e ci troviamo catapultati in questo luogo incantevole fatto di passaggi fioriti, strade in pietra e volte, fiancheggiati da studi d’artisti e gallerie d’arte, ristoranti e negozi di souvenir. Scelto in passato da Walt Disney, che qui passava le sue vacanze, ancora oggi è meta ambita per il jet set internazionale, come si intuisce dagli idiomi stranieri che captiamo oltre le alte mura di resort esclusivi, disseminati e nascosti nel borgo.

Lasciando Ėze ci fermiamo giusto qualche minuto lungo la strada, per immortalare dall’alto una veduta superba di questo angolo di Costa Azzurra. Il nostro viaggio riprende in direzione della Provenza, dove sostiamo qualche giorno alla scoperta di borghi pittoreschi e atmosfere incantate (ma di questo vi scriverò altrove), per poi riprendere questo discorso con la costa francese a Saint Tropez.

Saint Tropez

Di quello che era un vecchio villaggio di pescatori, reso celebre da Brigitte Bardot negli anni ‘50, non rimane molto. I grandi, lussuosissimi yacht hanno relegato a uno spazio angusto le piccole imbarcazioni adibite alla pesca, le boutique del lusso hanno riempito gli spazi dove un tempo si affacciavano piccole botteghe, le residenze vip sono sorvegliate da guardiani in divisa e abbaiare di cani da guardia. Tuttavia, Saint Tropez ha ancora la capacità di conquistare il visitatore.

Il porto è il centro nevralgico di un luogo che trasuda mondanità. I grandi e piccoli yacht ne occupano una parte, per lasciare libero il lato opposto, fatto di locali esclusivi, frequentati a tutte le ore del giorno e della notte. Tutto è curato nei dettagli, dai vasi fioriti, alle insegne delle boutique, ai tavolini all’aperto. La Cappella di Saint Tropez e il Museo de l’Annonciade, nel porto, la Chiesa e la Place des Lices sono le attrazioni principali, anche se, a mio avviso, è l’intero contesto che va goduto nel suo insieme, per apprezzarne appieno lo spirito.

Di tutt’altro spirito invece sono le spiagge che costeggiano la strada per arrivare a Saint Tropez. Le località sono Ramatuelle e Pampelonne. La prima, rinomata per il borgo abitato che si arrampica sulla collina e che regala una vista straordinaria sul litorale, dove per l’appunto si trova Pampelonne, un susseguirsi di lidi privati e spiagge libere. Una menzione d’obbligo va riservata al mitico Club 55, fondato da un pescatore che, nel 1955, fu ingaggiato per far da ristoratore alla troupe del film “E Dio creò la donna” che lanciò BB. Oggi è un locale esclusivo, che resiste dal passato, curato nei dettagli e molto frequentato. Proseguendo lungo la strada, sostiamo in qualche spiaggia, ci godiamo il mare azzurro e una coppa di gelato, acquistato da un food truck che ha sostituito i vecchi chioschi e i carretti dei gelatai. Le spiagge sono tutte ben tenute, in perfetto stile francese.

Saint Raphaël e Cannes

Lasciamo Saint Tropez per dirigerci a Saint Aygulf, non lontano da Saint Raphaël, dove abbiamo prenotato all’Hotel Le Cosy. Purtroppo le quasi due ore di auto per percorrere 30 km e l’arrivo sotto la pioggia, non ci permettono di esplorare il paese, che sembra essere molto carino. Scegliamo comunque un locale sulla spiaggia per la cena e ci ritroviamo a Le Botafogo, ristorante brasiliano allegro e colorato, dove mangio dell’ottimo beef di tre tagli differenti, accompagnato da un rosso francese. 

Il giorno successivo il meteo è ancora incerto ma è tempo di rimettersi in strada. La prima tappa della giornata è Saint Raphaël. Dedichiamo al paese un giro veloce, date le sue dimensioni ridotte: un bel lungomare, un porto e un piccolo centro storico con un mercato, la torre dell’orologio e la chiesa romanica di San Rafeu sono tutto ciò che c’è da vedere. Nel frattempo il cielo si è rasserenato e noi possiamo proseguire il viaggio verso Cannes.

Saint Raphaël porto

Arriviamo in quella che è forse la città più conosciuta della Costa Azzurra in tarda mattinata. Parcheggiamo l’auto appena fuori il centro storico e ci incamminiamo sulla collina, nell’antico quartiere medievale di Le Suquet, guidati in lontananza dalla torre di 22 metri. Dalla cima del Monte Chevalier godiamo di una bella veduta sulla città, in uno sguardo che abbraccia il porto vecchio e il lungomare. Ci dedichiamo a scattare qualche foto vicino alla scritta ‘Cannes’ prima di scendere verso il mare, direzione Croisette, un’esclusiva passeggiata costeggiata, da un lato, dai lidi che offrono giornate in spiaggia a cifre da capogiro e, dall’altra, dalle boutique del lusso. Ai negozi griffati si interpongono hotel esclusivi, davanti ai quali sostano Ferrari e Lamborghini. Imponente e chicchissimo il Carlton, dotato di una spiaggia privata proprio al di là del grande viale di palme.

Altro luogo iconico che incontriamo lungo il nostro cammino è il Palazzo del Festival, dove a maggio si svolge il Festival del Cinema. Riconosciamo da lontano il tappeto rosso e poi subito dopo notiamo una fila di persone. Il motivo? Attendono il proprio turno per fare una foto sulla celebre scalinata. Noi rinunciamo alla fila e ci accontentiamo di una foto ricordo scattata lateralmente, ai piedi dei gradini, con decine di persone sullo sfondo…e pazienza! 

Antibes

Dopo tre ore ne abbiamo abbastanza di vacuità e lusso e decidiamo di lasciare Cannes per raggiungere il nostro hotel a Juan Le Pins, graziosa località di mare. Decido di andarmi a rilassare sulla spiaggia libera e, nonostante la grande folla, trovo spazio per il mio telo in riva al mare. Mi crogiolo un po’ sotto il sole che si riflette sulla sabbia dorata e faccio un bagno nelle belle acque mediterranee.

Percorro a ritroso l’ampio boulevard che mi porta all’Hotel Les Strelitzias, il tempo di cambiarmi e sono pronta per una serata ad Antibes, distante soli 3 km. Decidiamo di arrivarci quando è ancora giorno, per goderci una passeggiata in città.

Dichiaro subito che tra tutti i luoghi della Costa Azzurra, questo è quello che mi è piaciuto più di tutti. Imbocchiamo una stradina, poi un’altra e poi un’altra ancora, passando per piazze affollate dai tavolini dei bistrot, fino ad arrivare alla passeggiata che costeggia il mare, snodandosi lungo le antiche mura. Su scogli e ringhiere sono posizionate statue in bronzo di uomini che, se fotografati nella giusta prospettiva, sembrano tuffarsi in acqua, quell’acqua tinta di un blu così intenso da evocare un quadro di Matisse. Percorrendo la panoramica Promenade de l’Amiral de Grasse incontriamo lo Chateau Grimaldi, sede del Museo Picasso, imperdibile per tutti gli amanti del celebre pittore. Residenza di vescovi nel Medioevo, a partire dal 1385 la fortezza fu abitata dalla famiglia monegasca che gli diede il nome. Nel tempo divenne prima municipio e poi caserma, fino a quando, nel 1946, venne utilizzato, naturalmente solo in parte, dall’artista spagnolo come laboratorio per due mesi. Due mesi di intenso lavoro, in cui realizzò numerosi disegni e dipinti lasciati ad Antibes.

Ci allontaniamo dal mare per rituffarci nel dedalo del centro, alla ricerca di un ristorante dove cenare. Ne troviamo diversi, alcuni davvero belli ma troppo affollati e alla fine optiamo per un tavolo all’aperto vicino al porto, dove assaggiamo le cozze, specialità del luogo e in generale della Costa Azzurra, oltre a una grigliata mista di pesce, il tutto mentre ci godiamo lo spettacolo degli artisti di strada: un quartetto allegro composto da trombone, tromba, tamburo e clarinetto prima, un duo formato da chitarra e voce femminile poi. Ė ormai buio quando lasciamo il ristorante e ci fermiamo a curiosare tra le bancarelle del porto. Percorriamo le banchine di Port Vauban, affollato da velieri strabilianti e yacht di tali dimensioni da poter essere confusi con navi, saliamo sui bastioni seguendo la luce di un’enorme installazione a forma di uomo ripiegato su se stesso, con le gambe strette tra le braccia. Tutt’intorno ci sono ragazzi che ballano al dj set del locale evidentemente più panoramico di Antibes. Da un’apertura quadrata nei bastioni, a mo’ di finestra, le migliaia di luci blu della ruota panoramica ci regalano l’ultima cartolina della Costa Azzurra, luccicante e sfavillante proprio come l’avevo immaginata. 

Come muoversi in Costa Azzurra

Per spostarsi da una città all’altra potete usare i treni molto frequenti e abbastanza economici. Tuttavia la grande folla (per lo meno quella di agosto) vi costringerà a viaggiare in piedi o vi impedirà addirittura di salire su un vettore e dover aspettare il successivo.

L’alternativa è l’auto ma attenzione al traffico intenso. Si trova facilmente posto nei parcheggi privati ma non sono economici: si va dai 3,00 euro all’ora a salire. Se siete fortunati troverete spazio in strada, dove i costi sono inferiori e gli stalli sono gratuiti la domenica e i giorni festivi.  

Quello che mi è piaciuto di più

Le spiagge libere, a differenza dell’Italia, sono tantissime, direi la maggioranza e per ognuna ci sono docce e bagni pubblici. Inoltre in quasi tutti i luoghi visitati ci sono fontanelle dove rinfrescarsi e riempire la propria borraccia e bagni pubblici gratuiti.

Consigli extra

Al ristorante, se volete dell’acqua, ordinate la “carafe”; quella in bottiglia è carissima: 6 euro per un litro in un ristorante a Nizza.

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