Diffido quasi sempre degli opuscoli che trovo sui travel desk degli hotel, soprattutto quando promettono esperienze uniche e irripetibili! Trappole per turisti? Spesso ma non sempre.
Il piccolo depliant in questione parlava di Marco Polo e del fatto che se avesse trascorso a Hangzhou un giorno solamente di certo non avrebbe mai più dimenticato il West Lake e il tè Longjing.
Come si può fare un viaggio in Cina e non approfittare della possibilità di scoprire qualcosa in più sul tè? Bastano 11 ore di tempo e 65$ per il tour completo, trasporto, pranzo e ingressi inclusi, partenza da Shanghai alle 7 del mattino e rientro alle 6 del pomeriggio.
Non sapevo cosa aspettarmi visto che la piantagione dove eravamo diretti si trova nei pressi di Hangzhou, una piccola cittadina (per gli standard cinesi) di oltre 6 milioni di abitanti a circa 180 km a sud-ovest di Shanghai, con il lago a poca distanza dal centro della città. L’unica cosa che la guida ci aveva preannunciato era che la storia del Longjing Tea risale alla dinastia Tang (intorno al V-VIII secolo), periodo in cui venne scritto anche il primo libro al mondo sul tè.
Nella zona del West Lake – Xī Hú in cinese, ci sono numerosi templi, pagode, giardini e isole artificiali ma soprattutto piantagioni organiche di tè e la cosa forse più impressionante è che passeggiando lungo le sponde del lago è davvero possibile sentire il profumo del tè che arriva con la brezza dalle colline che lo circondano. Il Longjing tea (letteralmente tradotto in inglese come Dragon Well Tea) è una verità di Gree Tea famosa in tutto il mondo per le sue 4 peculiari proprietà: il colore verde smeraldo, il sapore aromatico e dolce, la bellezza delle foglie e, in primo luogo, le sue molteplici proprietà terapeutiche.
Il verde delle colline è davvero stupefacente in questa zona della Cina e la dimostrazione teorico-pratica data da un’elegante signora cinese in abito tradizionale delle proprietà purificatrici di questo tè mi hanno fatto uscire dalla visita guidata al Longjing Imperial Tea Garden con il rifornimento di tè per tutto l’anno. Di certo non posso considerarmi un esperto ma devo dire che l’escursione alle piantagioni di tè e al centro visitatori è stata un’esperienza che consiglio a chiunque si trovi a passare per Shanghai e senta la necessità di fuggire anche solo per un giorno dal cemento e dallo smog.
L’eccellente qualità del tè Dragon Well è garantita da un elaborato processo di produzione riassumibile con il proverbio famoso fra i coltivatori “Le foglie di tè sono un tesoro prezioso se raccolte presto ma sono inutili come l’erba se raccolte troppo tardi”. Le delicate piante del tè vengono qui coltivate senza l’utilizzo di concimi chimici o diserbanti (pertanto la zona è particolarmente ricca di zanzare durante tutta la stagione primaverile-estiva) e il processo di selezione delle foglie di tè è molto accurato: solamente quelle più delicate e intere vengono raccolte.
Le proprietà purificatrici e detossificanti di questo tè sembrano riflettere il periodo in cui viene raccolto, con i principi migliori nelle foglie raccolte prima del Qingming Festival, all’inizio della primavera. Dopo la raccolta le foglie vengono attentamente “classificate” per stabilire quale sia la tecnica e la temperatura più adeguata per il loro trattamento; i “Maestri del tè” le essiccano amorevolmente utilizzando apposite pentole di ferro per poi affidarne la conservazione a contenitori di metallo o vetro che proteggeranno il tè fino al suo consumo.
Altrettanto importante è l’infusione: per ottenere un buon tè è fondamentale utilizzare un’acqua pura con pochi sali disciolti ma molti nitrati organici per garantirne il completo rilascio delle sostanze contenute. In assoluto: mai utilizzare acqua bollente a 100° C (la temperatura troppo elevata distrugge i principi nutritivi e terapeutici) ma impiegare acqua a circa 70° C se si vuole un tè caldo o, ancora meglio, acqua a temperatura ambiente lasciando le foglie in infusione per l’intera giornata.
Ma Longjing non è solo il nome del tè, è anche quello di una sorgente, del tempio che i monaci vi costruirono accanto e del villaggio che sorge poco lontano. Una zona della Cina ancora poco nota al turismo di massa che può regalare piacevoli paesaggi ed escursioni interessanti.
Mi devo fidare di più delle pubblicità altrimenti rischio di perdere splendide opportunità per scoprire luoghi nuovi e conoscere culture diverse. In fondo questo è il motivo per cui si viaggia, no?
Che ci fa un perugino in Thailandia? In realtà non lo so neppure io. Sono arrivato nel 2008 un po’ per caso e non me ne sono più andato. Ogni giorno una scoperta, qualcosa di nuovo da imparare e da condividere, con semplicità e spontaneità. Nel tempo libero esploro, dal quartiere in cui vivo alle province più lontane della Thailandia agli altri paesi dell’Asia. Animali, cibo, libri e viaggi sono le molle che spingono in avanti la mia vita. Sempre disponibile a rispondere alle domande e a dare una mano a chi ne ha bisogno.