Chonggqing, una delle più estese megalopoli cinesi. Oltre 29 milioni di abitanti popolano questa città che si estende intorno all’estuario del fiume Jialing sullo Yangtze, all’imbocco del tratto che porta fino all Thrtee Gorges Dam. Centinaia di migliaia di palazzi e grattacieli dispersi su un area metropolitana che include varie città minori grande quasi come la Lombardia.
Molto probabilmente, tuttavia non avrete mai sentito parlare di Chonggqing. In Italia infatti questo importante centro commerciale, porta sulla Cina Occidentale, verso il tibet, lo Yunnan e lo Shaanxi, è quasi del tutto sconosciuto. Nonostante qua HP produca la metà dei portatili e tablet e Iveco ha il suo centro di produzione più importante dell’Asia, la città spesso rimane fuori dalle rotte turistiche e dall’attenzione dei media (ma qualcuno di voi avrà sentito dello scandalo Bo Xilai).
L’aereo atterra dolcemente attraversando la nebbiolina che avvolge per gran parte dell’anno la città, dovuta alla forte evaporazione dei due fiumi e in parte all’inquinamento (drasticamente ridotto negli ultimi anni grazie all’introduzione di veicoli a gas, dei quali Chonggqing è leader in Cina).
Sebbene inizialmente inquietante, la foschia dona un’aspetto onirico, surreale alle distese di grattacieli sparsi sulle lussureggianti colline che circondano il centro, situato su una penisola abbracciata dai fimi Yangtze e Jialing. Anche la notte le luci di ponti (che ha decine collegano le sponde dei fiumi) e di palazzi sembrano perdersi nel nulla, in una dimensione fuori dal tempo, richiamando lo sguardo alla vivacità e caos delle strade intorno a noi.
Camminate nei vicoli animati di venditori di spiedini di zampe di pollo e carne piccantissima (la chiamano la spicy city, provate l’Hot Pot, che vi anestetizzerà la bocca – e questa non è una metafora), bancarelle con serpenti e barboncini dalle orecchie colorate (moda del momento) e chincaglieria da pochi centesimi. Se riuscite visitate la Old Town, dove sono rimaste le vecchie case di legno dell’epoca del pre-boom, prima che il governo facesse tabula rasa, distruggendo templi e vecchie abitazioni, riuscendo dove le bombe giapponnesi fallirono.
Chongqing infatti fu la capitale provvisoria del governo di Chiang Kai-shek durante la seconda guerra mondiale e subì i duri bombardamenti dell’aviazione militare giapponese. Nei pressi della stazione metro di Jiaochangkou, nella zona delle discoteche del centro, si trova ancora il memoriale della guerra Mondiale Contrariamente alla devastazione subita dai giapponesi a Tokyo, gli abitanti della città subirono perdite limitate grazie ai numerosissimi bunker galleria scavati sfruttando i pendii della città. Ancora oggi se ne possono visitare molti di questi tunnel, rifugio ideale per trovare un po’ di frescura durante la canicola estiva che supera anche i 40°C.
Da non perdere il museo sulla diga delle Three Gorges, dall’inequivocabile architettura (una diga, sovrastata dall’acqua, che ha tratti pare evocare un esondazione). Oltre 2 milioni di persone ricollocate, la trasfromazione di un intera regione, per costruire uno delle più grandi centrali idroelettriche della Cina. Un’opera ciclopica che però sta impattando negativamente sull’assetto geologico del territorio. Se le pareti delle montagne cedessero, la vita di decine di milioni di persone sarebbe a rischio.
Se volete fuggire dalla città per qualche giorno le opzioni sono la crociera sullo Yangtzé oppure una visita alle incisioni rupestri di Dazu, una serie di sculture religiose risalenti al VII sec. Qua troverete quasi 50.000 statue con rappresentazioni del Confucianesimo, Buddhismo e Taoismo, disperse nella foresta, realizzate da monaci nel corso di oltre 8 secoli. Il sito è molto caro (portate tessera studenti o altro che può essere spacciato come tessera studenti), ma tenuto benissimo e offre un interessante confronto tra stili della dinastia Song e Qing.
Se invece siete interessanti all’arte moderna visitate Huangjueping Street, la più grande collezione di street art cinese. Lungo Huangjueping troverete numerosi art studios. Visitate qualcuno e parlate con gli artisti locali. Chissà che magari non trovate qualche opera interessante del prossimi Ai Weiwei.
Attenzione al cibo: come dicevo prima a Chonggqing adorano il peperoncino piccante e il pepper corn locale molto forte con un nitido effetto anestetico sulle labbra (catartico quando sale al cervello contemporaneamente con il peperoncino). In compenso i sapori speziatissimi sono molto interessanti. Scegliete gli ingredienti dal bancone e al tavolo i camerieri ve li cucineranno per voi o in pentole d’olio vegetale piene di spezie oppure sulla piastra spalmandole di salsine infernali.
Prima di abbandonare la città per la vostra prossima destinazione fate un salto in qualche discoteca locale come il True Colors per osservare la gioventù bene del posto che beve alcolici occidentali, ascoltando orrido techno-pop di Beijing. Ballate anche voi, sarete al centro dell’attenzione. Tutti vi faranno domande e vi inviteranno al tavolo. Chi ha detto che i cinesi non sono socievoli?
Marco e Felicity, fondatori di questo blog e di Thinkingnomads.com – In viaggio per il mondo dal 2004 con oltre 110 nazioni visitate nei 5 continenti. Prima viaggiatori e poi travel blogger, sognatori e sempre in cerca di nuove avventure.
Ho avuto modo di visitare, seppur brevemente, Chonggqing nel 2009 in occasione del mio viaggio in Tibet.
Mi ha molto impressionato la grandezza di questa citta’, che in Italia e’ pressoche’ sconosciuta e ricordo che la guida ci disse essere la citta’ piu’ grande del mondo, con ben 33 milioni di abitanti.