Riprendiamo con la seconda parte del diario di viaggio in Umbria di viachesiva.
Lasciamo Bevagna appesantiti dalla scorpacciata e ci dirigiamo verso Montefalco.
Entrando in paese, assistiamo subito ad una scena molto tenera: due bambini, per gioco, corrono lanciandosi a tutta velocità in discesa per la strada principale di Montefalco. Arrivano in fondo, per mezzo centimetro non si stampano sul mio ginocchio, e poi cominciano a ridere come dei matti. “Lo rifacciamo??” corrono su e giù veloci come il vento mentre io arranco per raggiungere la piazza dell’ennesimo paesino in salita.
Ecco, appunto: l’Umbria è in salita, tutta. E’ consigliato fare un po’ di allenamento prima di un viaggio in questa ridente regione del centro Italia. E se l’Umbria è in salita, Montefalco è una parete verticale.
Arrivati in cima però lo spettacolo è splendido (tipica frase dello scalatore): la piazza è il punto più alto del paese e da ogni direzione si possono vedere i campi, i paesini e le montagne, per un panorama a 360°.
Si possono seguire con lo sguardo tutte le vie che partono dalla piazza e si snodano lungo il paese fino ad arrivare giù a valle, perdendosi tra i campi. Davvero uno spettacolo, uno di quei momenti in cui ci si sente in armonia con il mondo.
Montefalco mi ricorda molto Pachino, in Sicilia, dove dalla piazza, punto più alto del paese, si vede il mare.
Il momento di idillio cosmico viene interrotto da un tuono minaccioso: riesco giusto a fare due foto al volo e poi ci lanciamo sull’ultimo tavolino rimasto al coperto nel bar della piazza.
Appena il temporale si placa raggiungiamo l’auto e ripartiamo in direzione Spoleto.
L’albergo in cui alloggiamo si trova nel centro della città: aspettiamo che smetta di piovere per uscire in una Spoleto luccicante ed illuminata dal tramonto.
Chiediamo consiglio ad un paio di spoletini su dove cenare ed “Il Tempio del Gusto” sembra che vada per la maggiore. Per i nostri standard questo è un posto molto “in”: musica lounge, lume di candela, camerieri che ti versano di continuo il vino e portano i piatti coperti dal coprivivande.
La mattina del terzo giorno vediamo Spoleto finalmente con il sole. Piazze, stradine e vicoli cambiano aspetto quando illuminati dalla luce del giorno. Facciamo la passeggiata attorno alla Rocca e finalmente eccolo: il Ponte delle Torri che veramente lascia con il fiato sospeso. Giri l’angolo ed è lì, imponente, in mezzo al verde.
Ma il nostro road trip umbro non è ancora finito. Prossima fermata la Cascata delle Marmore.
Qui non mi dilungo perché le cascate per me sono sempre una gran delusione: invece vale la pena vedere queste cascate, immerse nel verde.
L’ultima tappa di questo nostro viaggio ci porta a Narni. Sarà che io ci sono un po’ rimasta con le Cronache di Narnia, ma questo paesino mi è piaciuto tantissimo.
Il nostro curiosare ci porta, oltre che nel giardino di un signore, anche al Museo Eroli: il museo in sè non è niente di esaltante, ma abbiamo avuto la fortuna di capitare durante la mostra fotografica 365 mattine. Siamo rimasti incantati: molto tenera, ma molto incisiva. Brava Marzia Keller.
Tornando verso casa abbiamo la conferma che gli umbri sono dei burloni. Incontriamo in ordine sparso: Lucrezia e Pierantonio, Colombella e Piccione, Bosco e Resina. E poi il mio preferito: Bastardo. Sì, sono nomi di paesi.
La prima parte del diario di viaggio in Umbria la trovate qui
Viaggio. Fotografo. Scrivo. Chiacchiero. Bevo tè alla cannella. Compro candele profumate. Mangio tanti dolci. Amo dormire. Leggo in ogni momento. Sorrido sempre 🙂