Spoleto è una cittadina che sorge in un contesto ambientale di particolare interesse naturalistico, motivo per cui una sua visita non può dirsi completa senza una passeggiata nei dintorni. Per gli appassionati di trekking ed escursioni, proprio come me, esistono numerosi percorsi adatti anche ai meno allenati, ma che sono capaci di offrire splendidi panorami naturali e monumenti di notevole rilevanza.
Sono due le passeggiate principali che si possono fare nelle immediate vicinanze di Spoleto: il Giro dei Condotti e la passeggiata di Monteluco, entrambe “provate” per voi durante la mia esperienza, ormai giunta al termine, ahimè, al Festival dei 2Mondi di Spoleto.
Il Giro dei Condotti è una passeggiata semplice su terreno prevalentemente pianeggiante che si sviluppa intorno alla Rocca Albornoziana e che permette di attraversare una natura rigogliosa fatta di ginepri, bossi, felci, rovi, lentischi, ciclamini, corbezzoli e rose selvatiche. Si imbocca un strada panoramica che offre una splendida vista sulla valle e una volta attraversato il Ponte delle Torri e superato il Fortilizio dei Mulini, ci si immette nel cosiddetto Giro dei Condotti, chiamato così perché segue in parte il tracciato degli acquedotti. Fra gli edifici religiosi che si incontrano lungo il cammino, di particolare interesse sono il Monastero e la Chiesa di San Ponziano.
Oltrepassato l’ingresso del cimitero, invece, si arriva alla Basilica di San Salvatore, costruita tra la fine del VII e la prima metà dell’VIII secolo, che rappresenta un monumento di grande valore artistico e storico che mostra le tracce della dominazione longobarda. Dal 2011 questa basilica fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Se però nel tratto finale seguite un altro percorso prendendo le scale mobili con cui si può risalire nella parte alta della città, fino al Giro della Rocca, e prendete poi gli ascensori posti al termine della galleria, arriverete all’interno della Rocca Albornoziana, fortezza posta sulla sommità del colle Sant’Elia e che sovrasta imperiosa la città di Spoleto. Si tratta di uno dei principali baluardi del sistema di fortificazioni che papa Innocenzo VI fece edificare per fortificare e rafforzare l’autorità della Chiesa sui territori dell’Italia centrale, davanti all’ormai imminente trasferimento della sede pontificia a Roma dopo la lunga permanenza nella sede di Avignone.
Altra escursione molto carina è la cosiddetta passeggiata di Monteluco, otto chilometri di cammino all’ombra di bellissimi lecci sempreverdi, alberi abbastanza rari per un territorio così distante dal mare o dai laghi. Io sono rimasta colpita da un esemplare con il tronco cavo che sembrava uscito da un bosco delle favole… o meglio un bosco sacro, visto che di questo si tratta! Infatti la parola Monteluco, che designa il monte di Spoleto, deriva appunto da lucus, “bosco sacro”.
Nel bosco sacro, dedicato anticamente a Giove, visto che il monte era già abitato dagli eremiti durante il primo millennio del cristianesimo, è stato rinvenuto un cippo lapideo dell’antica Lex Luci Spoletina. L’originale è conservato nel Museo Archeologico di Spoleto, e recita così: “Questo bosco sacro nessuno violi. Non si trasporti, né si sottragga ciò che al bosco appartiene, nè si faccia legna se non nel giorno del sacrificio annuo. Solo in quel giorno, in funzione del sacrificio, sia concesso il diritto di tagliare.” Insomma un invito a rispettare l’ambiente, sancito anche dall’alto!
Qui i monumenti religiosi sono tanti e noi abbiamo la fortuna di ammirare sia l’antichissimo Convento di San Giuliano, ma soprattutto lo splendido Convento di San Francesco, racchiuso all’interno del bosco sacro e che, secondo la tradizione, fu costruito e fondato nel 1218 proprio dal Santo d’Assisi e da lui fu anche abitato.
Io amo perdermi nei particolari e mentre gli altri seguono la nostra guida all’interno dell’Oratorio di San Francesco, mi interrogo su tutte le storie che ci saranno intorno a un bellissimo pozzo che sorge nel cortile e googolando scopro infatti che si tratta di una piccola sorgente d’acqua ancora zampillante, che il Santo di Assisi fece sgorgare miracolosamente dalla roccia, nei pressi della grotta da lui abitata. Poi raggiungo gli altri e mi calo anche io nei panni del Santo varcando la soglia del suo angusto oratorio, luogo di preghiera e di incontro con Dio: splendide le decorazioni nelle pareti, capaci di riportarti indietro nel tempo!
Ma le sette celle del dormitorio del convento, che San Francesco fece costruire per i suoi compagni, forse sono quelle che meglio rendono gli ideali francescani di povertà e totale devozione al Signore. L’atmosfera che si respira in questi luoghi è mistica e vale sicuramente una visita. E poi non vorrete perdervi il panorama mozzafiato che potrete contemplare da alcuni eremi scavati nella roccia o dai suggestivi belvedere che si affacciano sulla valle? In uno di questi posti incantati c’è anche l’incisione sulla roccia della famosa frase che San Francesco avrebbe pronunciato davanti a questi paesaggi che si perdono nell’orizzonte: “Nil iucundius vidi valle mea spoletana” e cioè “Non ho visto niente di più giocondo della mia valle spoletana”… impossibile non dargli ragione!
Sono orgogliosamente sarda e milanese di adozione. Lavoro come SEO Copywriter e Community Manager Freelance, coltivando le mie più grandi passioni: i viaggi, la scrittura e la fotografia. Ho un diploma da sommelier e un blog personale in cui parlo dell’Italia da vedere e da gustare: www.enogastronovie.it.
Amo l’Italia, ma ho la valigia sempre pronta per viaggiare e scoprire nuovi luoghi di cui innamorarmi!
Collaboro da tempo come blogger e PR per Non Solo Turisti.