Se durante un viaggio in Scozia capitate ad Edimburgo vi consiglio caldamente una puntata al Royal Botanic Garden Edinburgh. Se vi piace passeggiare e rilassarvi nel verde, ne rimarrete conquistati. Se poi siete appassionati di piante e giardinaggio, come me, impazzirete e basta. Tra l’altro è anche abbastanza economico, cosa molto apprezzabile nella costosissima capitale scozzese.
Il parco è davvero sterminato: circa 28 ettari con diversi giardini tematici distribuiti un po’ dappertutto, immersi in un grande arboreto che costituisce l’ossatura generale del complesso. Praticamente tutte le piante e gli alberi hanno un cartellino indicante nome comune e scientifico: questo sistema di classificazione è applicato in modo rigoroso ed esaustivo, con il solo difetto che i cartellini sono abbastanza piccoli ed a volte, vista la densità degli esemplari, non si capisce esattamente a quale pianta si riferiscono. I giardini possono essere dedicati a paesi esteri (come la Collina Cinese completa di stagno con ponticello), a tipi di piante particolari (come il giardino delle crittogame o quello roccioso dedicato alle specie alpine), o di tipo puramente estetico. Nel Royal Botanic troverete tra le altre cose anche orti di piante commestibili, che fanno parte di progetti educativi che coinvolgono le scuole, un’esposizione di fossili, ed un grande giardino dedicato alla scomparsa Regina Madre, completo di labirinto di siepe.
Il centro visitatori John Hope Gateway, ingresso ovest, è una moderna struttura architettonica dotata di generatori eolici. Lì potrete pranzare al ristorante, oppure al sacco sulle gradinate esterne in legno. Nel Gateway si trovano inoltre un vero negozio di giardinaggio e piante, che vende anche libri, souvenir vari e cartoline, ed una mostra didattica dedicata alla botanica. Qui, durante l’arco dell’anno, si organizzano anche conferenze e corsi. Presso l’Inverleith House, che si trova a poca distanza dal Gateway verso il centro del giardino, c’è un’altura da dove si gode di una bella vista panoramica di Edimburgo.
Chiamare la Glasshouse semplicemente “serra” è riduttivo: in realtà questo è un sistema di dieci ambienti a condizioni controllate, uniti gli uni agli altri in un percorso guidato. Questi ambienti riproducono diversi habitat terrestri vegetali, e contengono collezioni di piante raccolte in modo sistematico. In alcuni di essi ci sono addirittura laghetti con piante acquatiche e pesci. Il tour è composto in maniera intelligente, alternando gli ambienti più caldi e afosi a quelli più freschi in modo non sfiancare i visitatori. Qui passo praticamente tutto il pomeriggio, fin quando concedo tregua alla mia compagna Giovy che non ne può più di vedere piante.
In conclusione, ricordo che il Royal Botanic Garden Edinburgh è suddiviso in quattro diversi centri distribuiti sul territorio scozzese. Oltre a quello di Edimburgo vi sono il Benmore Botanic Garden di Dunoon (Argyll), il Dawyck Botanic Garden di Stobo (Scottish Borders), ed il Logan Botanic Garden di Port Logan (Galloway).
Informazioni utili
Arrivare al Royal Botanic è abbastanza facile. Si trova nel nord della città, ed è raggiungibile a piedi dal centro (punto di riferimento: stazione di Waverley) in circa 30 o 40 minuti, oppure in autobus. Le normali linee 8, 23 e 27 vi portano al suo ingresso in Inverleith Row (East Gate); il Majestic Bus Tour vi lascia invece nei pressi dell’ingresso opposto in Arboretum Place (West Gate). Il West Gate è l’ingresso principale, dove si trova il centro visitatori John Hope Gateway; mentre l’East Gate è un ingresso secondario, più vicino al centro per chi arriva a piedi come ho fatto io.
L’entrata al parco è gratuita; si paga solo l’eventuale giro nella serra (Glasshouse: 5.00 £ per gli adulti, riduzioni per bambini, famiglie e gruppi). La cartina del RBGE costa 1.00 £, ma ci sono cartelli con mappa disseminati un po’ dovunque e non vi perderete. L’apertura è sempre alle 10:00, mentre la chiusura varia dalle 16:00 invernali alle 18:00 primaverili ed estive.
All’entrata un cartello vi chiede di sterilizzare le suole delle scarpe sopra dei tappetini spugnosi imbevuti di disinfettante, e di rimanere nei sentieri segnati durante il vostro giro. Purtroppo la globalizzazione moderna significa anche una più facile e veloce trasmissione di tante malattie delle piante. Anche se nessuno controlla, fate quello che vi viene chiesto perché è davvero molto importante.
Un utile consiglio: se pensate di fare una visita completa ed esaustiva, serra compresa, prevedete pure tutta la giornata.
Classe 1967, amo soprattutto la natura, la fotografia e gli aquiloni. Dopo una vita passata a fare tutt’altro, scopro la bellezza dei viaggi come conoscenza di cose e persone nuove e non solo come svago. Fotografo per passione, quando possibile uso le immagini al posto delle parole per descrivere situazioni e stati d’animo.