L’aria frizzante, colorata di un rosso acceso, i muretti di pietra marés che delimitano le proprietà. Il profumo di rosmarino e di finocchio selvatico che accompagna la pedalata lenta, in sintonia con le onde che si appoggiano alla riva. Le note immaginarie sono di una chitarra costruita qui, a Formentera, dove tutto ha qualcosa da dire, per chi sa ascoltare.
A me piace girare l’isola in bici, per sentire di cosa vuole parlarmi. Sono quindici anni che vado a Formentera, almeno due volte tra aprile e ottobre, e ancora mi parla, mi parla. Una volta mi raccontò degli anni Sessanta, quando i peluds (“capelloni”, gli hippy) arrivavano dall’America e si ritrovavano davanti al Fonda Pepe, trascinando sandali e fumando marjuana, alla ricerca di una libertà che forse qui non era solo utopia.
In quegli anni, arrivava anche Bob, imprenditore americano che lasciò tutto in patria, tranne i suoi libri, gli stessi che oggi sono custoditi nella biblioteca della città. E poi i Pink Floyd, la leggenda di Bob Dylan, il Flower Power che ancora oggi viene celebrato durante l’estate, con il mitico Dj Pharma alla console e migliaia di persone che ballano fino al mattino, dimenticandosi dei problemi e delle preoccupazioni, con parrucche e corone di fiori in testa.
Un’altra volta invece, volle spiegarmi perché si chiama così. L’ipotesi più accreditata è che il nome derivi da Frumentaria, come la chiamavano i romani, in quanto il grano è stato da sempre la principale fonte di sussistenza per gli abitanti dell’isola. Oggi è ancora possibile visitare o vedere diversi mulini, come il Molì Vell, alla Mola, il più antico. Ma altre ipotesi fanno riferimento a “promontorio”, per la Mola che dal mare evidentemente appariva come una montagna (raggiunge i 200 metri), e poi c’è il mistero di Ophiussa: l’isola dei serpenti, per i greci. Strano però che, a parte le lucertole, i rettili qui non ci abbiano mai messo una scaglia!
E poi ancora: Formentera in primavera, a ottobre, a tavola, in spiaggia, sott’acqua, di corsa, da bere… Chi va in vacanza a Formentera non sempre si rende conto di dove è capitato. C’è chi riparte senza aver provato l’insalata payesa (“contadina”) e chi non immagina quante storie si nascondano dietro le dune. Ad esempio, in pochi sanno che a Formentera c’è un corso per costruire la propria chitarra partendo dal legno, o che si faccia yoga in spiaggia, per non parlare della Posidonia: è questa pianta a rendere il mare così brillante e pulito. Ecco perché tutela e rispetto ambientale soprattutto in questa piccola isola sono fondamentali per l’ecosistema.
Pubblicitaria, scrittrice, amante di Formentera. Presidente dell’associazione culturale no profit Formentera Filo Blu e ideatrice del progetto Formentera non esiste LIVE.