Nel Settecento i giovani dell’aristocrazia europea, solitamente dopo gli studi, venivano mandati nell’Europa continentale per completare la loro istruzione. La partenza e l’arrivo di questo lungo itinerario, erano previsti nella medesima città. Il viaggio poteva durare da diversi mesi a svariati anni ed una delle ultime mete era spesso l’Italia o la Grecia.
La Regione Campania da aprile a dicembre, propone un percorso che permette al visitatore di seguire le tappe del Grand Tour settecentesco, alla riscoperta del territorio, della sua storia e della sua arte. Un viaggio culturale attraverso le storie e le bellezze della Campania, dai paesi della Costiera Amalfitana a Napoli, visitando musei e siti archeologici in notturna.
La mia prima tappa è stata proprio la visita agli scavi di Ercolano, di notte. Una fresca sera di luglio mi sono ritrovata catapultata in una magica Ercolano del 47 dopo Cristo.
Incredibile come sia suggestivo visitare l’antica cittadina – arrivata praticamente intatta fino ai giorni nostri – con la poca luce dei lampioni che ne illuminano le stradine. Sembra quasi ancora viva, avvolta dal buio che ne cancella le imperfezioni tracciate dai secoli e dall’eruzione del Vesuvio, lasciando cogliere agli occhi dello spettatore solo la sua più intima essenza.
Il silenzio e la pace che pervadono Ercolano di notte facilitano ancora di più l’identificazione con gli inconsapevoli abitanti che hanno trovato la morte la sera dell’eruzione, grazie anche alla rappresentazione teatrale che, prima della visita, racconta gli avvenimenti del cataclisma dal punto di vista di una giovane donna ercolanese.
La mattina del secondo giorno è stata dedicata a Sorrento, una delle principali mete turistiche di tutta la costiera. Una mostra di Picasso, presso Villa Fiorentino, ha rapito la mia attenzione per un paio d’ore.
Villa Fiorentino, costruita negli anni Trenta, inizialmente era abitazione e sede commercial dei coniugi Fiorentino che qui realizzavano i loro fazzoletti ricamati, la cui bellezza aveva in poco tempo raggiunto fama mondiale. Oggi la villa è un centro culturale che ospita mostre di artisti internazionali.
Sorrento, oltre ad essere meta turistica accattivante, è conosciuta per i limoni con i quali tra le altre cose si realizza uno squisito limoncello. Una delle tappe del Grand Tour è, infatti, il famoso limoneto Le Grottelle di Villa Massa.
Qui è possibile farsi guidare dal personale tra gli alberi e le terrazze per scoprire come si realizza il limoncello e, finito il giro, si sorseggiarne un bicchiere del delizioso nettare su un meraviglioso punto panoramico.
Se Sorrento è una delle mete più gettonate della costiera, Ravello non è da meno. Medievale e a strapiombo sul mare, la città offre una vista molto suggestiva e una serie di ville che hanno attirato l’attenzione di figure dell’ambiente artistico e cinematografico quali, ad esempio, Greta Garbo e Roberto Rossellini.
A Villa Cimbrone – oggi meraviglioso albergo panoramico attorniato da un immenso giardino e incorniciato dai monti le cui cime si levano all’orizzonte – una targa recita: “Qui nella primavera del 1938, la divina Greta Garbo, sottraendosi al clamore di Hollywood, conobbe con Leopold Stokowsky ore di segreta felicità.”
Il panorama che si può ammirare dai balconi e dalle terrazze della villa è difficile da descrivere a parole e ringrazio l’ausilio della mia macchina fotografica che rendere l’idea di cosa significhi affacciarsi su queste montagne a strapiombo sul mare di Ravello.
Nella piazza del duomo, Villa Rufolo è un altro bellissimo esempio di architettura inserita in un contesto naturale ammaliante. Anch’essa, come Villa Cimbrone, è stata meta prediletta di artisti e musicisti internazionali, tanto che Wagner rivide nei giardini che la villa offre la materializzazione delle sue opere.
Villa Rufolo è costituita da una grande varietà di stili architettonici, la cui presenza è dovuta ai fitti scambi commerciali e culturali che nel tempo hanno lasciato testimonianza di sé. Sul suo belvedere abbiamo assaporato la degna conclusione di questi tre giorni di Grand Tour, uno spettacolo – inserito nella programmazione del Ravello Festival – del corpo di ballo dell’Accademia della Scala.
Mentre mi allontanavo dalla Costiera Amalfitana osservavo lo scorrere del paesaggio dai finestrini. Sembra che niente sia cambiato dalle spensierate estati che la Garbo o la Loren trascorrevano in queste località campane. Si respira ancora l’aria dell’Italia fra la fine degli anni Trenta e gli anni Cinquanta, quell’Italia fatta di paesaggi mozzafiato e grandi risorse culturali che l’iniziativa del Grand Tour ha saputo mettere in risalto con grande sapienza.
Fotografa, viaggiatrice instancabile e iperattiva. Siciliana, dipendente dai viaggi on the road, faccio fatica a stare per più di un mese nello stesso posto. Sogno un anno totalmente da nomade non appena mi sarò laureata.