Australia, la terra dei canguri, ed eccoci finalmente qui, proprio sull’isola a “loro dedicata”: Kangaroo Island, isola al largo della costa meridionale dell’Australia, a sud-ovest di Adelaide e dista 45 minuti di traghetto da Cape Jervis, cittadina a 90 minuti di auto a sud di Adelaide.
Lasciamo l’hotel ad Adelaide la mattina presto e con la nostra Jeep Prato a noleggio ci dirigiamo verso Cape Jervis, dove avevamo prenotato il traghetto per le 12:30. Siamo carichi ed entusiasti di vedere, finalmente, l’isola dei canguri e non solo… l’isola dove vi sono diverse specie animali, natura e paesaggi mozzafiato. Considerando che oltre un terzo dell’isola è protetto da zone di tutela e parchi nazionali.
Arriviamo in auto ed in orario a Cape Jervis, il nostro traghetto è già pronto, ci imbarchiamo, carichiamo l’auto e di corsa saliamo nell’area riservata ai passeggeri. La felicità di vedere quell’isola è talmente grande, che non vediamo l’ora di arrivare! C’è poca gente e questo ci permette di gustarci con tranquillità il viaggio. Poco dopo il traghetto parte dirigendosi nel mare aperto, c’è un forte vento che ci scompiglia i capelli. Del resto è Giugno ed in Australia è appena iniziato l’inverno, fa un po’ freschino, ma noi resistiamo qualche minuto sul ponte, fuori, per goderci la bellezza del mare, per osservare la costa meridionale dell’Australia che pian piano rimane alle nostre spalle. Facciamo qualche foto e poi rientriamo, il vento è forte ed abbiamo ancora una buona mezz’ora di viaggio.
Da lontano avvistiamo l’isola, stiamo arrivando… i traghetti arrivano a Penneshaw, una delle principali cittadine di Kangaroo Island.
Sbarchiamo e con la nostra auto ci dirigiamo verso il parco nazionale di Flinders Chase, l’hotel il Kangaroo Island Wilderness Resort, che abbiamo prenotato per soggiornare una notte, si trova proprio all’ingresso del parco nazionale, ed è situato dalla parte opposta dell’isola.
Comincia il nostro viaggio su questa isola lunga 145 km e larga fra 900 m e 57 km. Appena lasciamo alle nostre spalle la cittadina di Penneshaw imbocchiamo l’unica strada asfaltata che si dirige verso ovest.
Rimaniamo già stupiti… la strada davanti ai nostri occhi è completamente dritta e con continue lievi salite e discese, immersa nella natura arida e selvaggia. Il primo cartello segnaletico che vediamo è giallo “attenzione attraversamento canguri”. Guardo mio marito e dico “finalmente siamo nella terra dei canguri”, animali che ho sempre desiderato vedere, il simbolo Australiano. La mia felicità per un attimo viene soppiantata da un velo di tristezza. Notiamo che ai bordi delle strade vi sono carcasse di canguri, del resto lungo questa strada non vi sono luci e la notte risulta davvero pericoloso viaggiare, in quanto i canguri si spostano maggiormente ed il rischio di incidenti è più elevato. Ciò però dimostra la quantità di canguri presenti sull’isola.
Durante il tragitto notiamo che vi sono poche indicazioni e poche strade trasversali, che si dirigono verso la costa, naturalmente non asfaltate. Arriviamo ad un cartello che indica “Seal Bay Conservation Park”, svoltiamo immediatamente, la curiosità di visitare quest’isola è troppo grande e non vogliamo perdere nessun luogo d’interesse, in quanto soggiorneremo solo due notti e non vogliamo perderci nulla. Dopo 5 minuti di auto, in una strada di sabbia, arriviamo all’ingresso di questa baia. Una passerella in legno lunga 900 metri ci permette di passeggiare tra i leoni marini australiani, che si crogiolano al sole.
Alcuni dormono con accanto i loro cuccioli, altri si dirigono verso le acque del mare. Il silenzio, la quiete, la pace dominano in questa baia spettacolare. Siamo io e mio marito ed altri 5 turisti. Vedere questi posti con poca gente permette di apprezzare ancora di più il fascino della natura e del paesaggio. Notiamo anche che in mezzo alla spiaggia di sabbia dorata e finissima c’è uno scheletro di balena. Rimaniamo stupiti da questi animali presenti unicamente in Australia e minacciati, purtroppo, di estinzione.
Ritorniamo alla macchina e a 10 minuti da questa baia troviamo le indicazioni per “little sahara”, imbocchiamo la strada selvaggia e totalmente di sabbia finissima. Arriviamo, di fronte a noi c’è una grande duna di sabbia bianca, saliamo a piedi con grande fatica, perché ad ogni passo corrisponde una scivolata di molta sabbia all’indietro…arriviamo in cima e davanti ai nostri occhi si apre un’immensa distesa di sabbia bianca finissima, diverse dune. Siamo da soli, non vi è nessun altro, la sensazione che percepiamo è di pace e tranquillità. Il nostro sguardo si perde nell’infinto, senza capire dove vi è un inizio né tantomeno una fine, non distinguiamo nessuna direzione. La sensazione è proprio quella di essere in mezzo al deserto, al nulla, al vuoto. Ci lasciamo cullare per qualche minuto da questa piacevole atmosfera, approfittiamo proprio della solitudine, per gustarci il paesaggio ed assaporare questa natura sublime.
Sono le 16 e vogliamo raggiungere l’hotel prima che venga buio. Riprendiamo l’auto e via…destinazione Flinders Chase National Park. Arriviamo all’hotel “Kangaroo Island Wilderness Resort”, ci accoglie un signore, non c’è nessuno. Ci comunica che a soggiornare saremo solo noi e ci avvisa subito di non spaventarci se durante la notte sentiamo strani rumori. Sono gli animali che arrivano fino fuori le porte delle stanze. Le camere sono dei piccoli cottage tutti in legno, immersi nella natura. Ci dirigiamo verso la nostra camera per depositare le valige, nel vialetto in mezzo a cespugli ed alberi avvistiamo il primo “wallaby” una specie piccola di canguri. Son animali simili ai canguri, ma la cui taglia non è sufficientemente grande per essere considerato tale.
La mattina seguente facciamo visita al parco nazionale “Flinders Chase”. Siamo nella parte occidentale dell’isola. Questo parco è una grande area protetta per molte specie di animali. L’ingresso al parco è a pagamento ed accessibile alle automobili, anche se è costituito da una moltitudine di sentieri da percorrere a piedi, che si inoltrano nelle zone boschive, all’interno della foresta e lungo la costa. Ci dirigiamo a piedi verso la costa, dove vi sono le “Remarkable Rocks”, la maggiore attrazione dell’area. Sono una distesa di enormi massi di granito disposti lungo la costa e modellati in forme irregolari da milioni di anni di piogge, vento e mareggiate. Mentre passeggiamo osserviamo quest’area e pensiamo a come la natura sia bella, meravigliosa e come possa mantenersi e creare delle cose meravigliose negli anni. Camminiamo attraverso ed intorno a questi enormi massi di granito che sono proprio a picco sul mare. Avvertiamo la sensazione di essere enormemente piccoli di fronte a questa immensità. Spesso queste rocce vengono ritratte da pittori nei loro dipinti per la particolarità della conformazione.
Poco distante percorriamo una passerella panoramica di legno che conduce alla piattaforma per ammirare l’Admirals Arch, un’incantevole roccia naturale che sovrasta dall’alto colonie di foche. Stalattiti pendono dall’alto della grotta, il paesaggio e la conformazione di questo arco sono davvero stupefacenti. Sulle rocce che circondano l’arco si crogiolano al sole innumerevoli otarie orsine della Nuova Zelanda. L’unico rumore che sentiamo è il verso di queste otarie, per richiamare i propri cuccioli o per immergersi nel mare.
La sensazione è di non voler più abbandonare questo posto, la pace, la serenità e il silenzio ci avvolgono. Siamo immersi in una dimensione surreale.
Sulla strada verso l’uscita del parco percorriamo un sentiero immerso nella natura selvaggia. C’è una passerella che si annoda all’interno della zona boschiva dove osserviamo zone paludose con ninfee e spazi aperti dove avvistiamo i canguri in piena libertà. Non possiamo resistere ad immortalarli in diverse fotografie.
Nata a Bergamo, appassionata di viaggi da sempre… chi si ferma è perduto!
Ad ogni viaggio corrisponde l’organizzazione di un nuovo viaggio. Amo organizzare e pianificare le mie avventure, che mi riempiono di emozioni, di adrenalina e di bellissimi ricordi! Sognatrice, amante della musica e del teatro.