Immaginiamo di entrare nel seminterrato di un liceo classico dell’inizio del secolo scorso e qui trovare un cimitero medievale, una cripta antichissima di origine leggendaria ed un museo riservato ad antiche lapidi, per scoprire che il luogo fu un monastero femminile per circa mille anni. Penseremmo probabilmente che si tratti del seguito de “Il codice da Vinci” di Dan Brown, mentre in realtà stiamo parlando di un piccolo tesoro nascosto nel centro di Asti: la Cripta di Sant’Anastasio e il Museo Lapidario.
Il mondo medievale era dominato dal fantastico, quando l’uomo volgeva il suo sguardo pieno di stupore verso il passato, l’ignoto e la natura. Ovvio quindi che anche l’origine del luogo sia avvolta dalle leggende.
Un po’ di storia
La chiesa è intitolata a Sant’Anastasio che fu probabilmente il secondo vescovo di Asti, succeduto a Sant’Aniano e vissuto nel V° secolo; di lui non si hanno notizie precise se non che forse fu sepolto da queste parti.
Secoli dopo lo storico medievale Paolo Diacono, autore della Historia Langobardorum, riportava che il re longobardo Liutprando, regnante dal 712 al 744, durante una campagna militare in Italia centrale decise di visitare alcuni luoghi di culto dedicati al martire persiano Anastasio, omonimo del vescovo di Asti, ma molto più famoso all’epoca.
Anastasio, il cui vero nome era Magundat, era un ufficiale dell’esercito persiano, seguace di Zarathustra. Il re Cosroe II alla testa delle sue armate conquistò Gerusalemme nel 614 e fece trasportare la Vera Croce di Gesù in Persia, come preda di guerra. Magundat ne rimase affascinato e decise di abbracciare la fede cristiana; si recò quindi a Gerusalemme, dove venne battezzato con il nome di Anastasio (“Il risorto”). Nel 628, mentre si trovava a Cesarea Marittima durante una feroce persecuzione contro i cristiani, venne catturato dai persiani e tradotto nella città di Sergiopoli, dove subì il martirio per decapitazione. Nel 640 i suoi resti vennero traslati a Roma, nel monastero delle Aquae Salviae dove è tuttora sepolto, in quello che è in seguito divenuto il monastero dei santi Vincenzo ed Anastasio.
Sant’Anastasio il martire è celebre per essere stato a lungo ritratto su di una medaglia votiva, che era diffusissima soprattutto a Napoli: la “capa” del santo decollato era infatti ritenuta miracolosa e si pensava che preservasse dalle malattie e dal malocchio. La medaglietta veniva quindi regalata ai bambini ed ai giovani freschi di patente.
Il re longobardo Liutprando, tornato nella capitale Pavia, decise di sviluppare il culto di Anastasio il Persiano anche nel Nord Italia, compresa Asti, che era sede ducale. Fu quindi edificata la prima basilica nella zona del foro romano, lungo la via Fulvia (l’attuale corso Alfieri); su questa, durante il periodo carolingio fu costruita una chiesa romanica, in seguito trasformata in monastero femminile la prima citazione è del 792).
Dopo varie vicissitudini, nuove costruzioni e la soppressione del monastero effettuata nel 1802 dal governo napoleonico, fu infine decisa nel 1907 la costruzione dell’attuale Liceo Classico, ottenuta demolendo i resti del monastero e delle costruzioni preesistenti; di queste sopravviverà solo la parte sotterranea, incredibilmente sopravvissuta per un antesignano progetto di conservazione.
Quale dunque il santo a cui è intitolata la cripta di Asti? Il vescovo astigiano oppure il martire persiano?
Non è possibile dare una risposta, anche perché a partire almeno dal 1300, la venerazione dei due santi si confonde e confluisce in una unica.
La visita al Museo
La visita al piccolo complesso inizia dall’area museale, in quello che più propriamente è detto “Museo Lapidario”. All’interno dello spazio espositivo sono esposti capitelli e lapidi d’epoca medievale, provenienti dal territorio astigiano; particolarmente degno di nota è il Paliotto o fronte d’altare del XIII°-XIV° secolo proveniente dalla chiesa di San Pietro in Consavia.
Proseguendo lungo la visita, sono visibili tracce dell’antica pavimentazione romana, qualche confuso insediamento abitativo altomedievale e delle tombe risalenti al VII°-X° secolo; sono presenti anche dei resti di mura relativi alle chiese che qui si sono succedute.
Cripta di Sant’Anastasio
La parte più interessante è indubbiamente costituita alla Cripta di Sant’Anastasio, una costruzione a pianta basilicale suddivisa in tre piccole navate con volta a crociera, che dona una sensazione di forte emozione. Le prime tre campate corrispondono alla parte più antica della chiesa, risalente intorno all’anno Mille, con ampio utilizzo di materiale di recupero di origine romana o altomedievale, e capitelli decorati da fiori, croci latine e foglie d’acanto. Nella parte orientale invece, osservando con attenzione è possibile accorgersi che siamo entrati nell’ampiamento della basilica avvenuto intorno al XII° secolo, con le colonne in arenaria che appaiono di epoca successiva e infatti sono state realizzate appositamente per la cripta.
La struttura è di piccole dimensioni, ma certamente suggestiva. Usciti nuovamente nel centro cittadino, non si ha la sensazione di ritornare alla vita, ma di aver lasciato un luogo capace di donare un’emozione di serenità mista al sentore di tempi ed usi antichissimi.
La breve visita vale sicuramente la pena di essere effettuata, alla scoperta di questo gioiello nascosto sotto una moderna costruzione.
Come arrivare
Il Museo Lapidario e la Cripta di Sant’Anastasio si trovano nel centro di Asti, in corso Alfieri 365/a, sotto il liceo classico.
Orari e costi
Sono visitabili tutti i giorni con orario invernale 10-13 e 15-18, estivo 10-13 e 16-19, tranne il lunedì, giorno di chiusura (info al n° 0141 437454).
Costo 10 euro biglietto intero e 8 euro quello ridotto.
Sono area manager di una multinazionale alimentare, ma in realtà viaggiatore “compulsivo” da tutta la vita, senza possibilità di guarigione, da quando ho capito che i viaggi sono la benzina per il motore della mia anima.
Alterno viaggi di scoperta o fatti per nutrire la mente ad altri specificatamente pensati per le immersioni, fatte ovunque ci sia abbastanza acqua.