Natale e Capodanno in Puglia per vivere un’esperienza magica

Cercavo una meta da cui inaugurare il mio 2024, facilmente raggiungibile in auto, ricca di panorami e buona cucina, dal clima mite e dalle tradizioni consolidate. Ho trovato tutto questo a Bari. Ho affittato un bell’appartamento nel capoluogo pugliese, punto strategico da cui scoprire il territorio circostante e trascorrere il capodanno in Puglia.

Alberobello

Prima tappa del mio capodanno in Puglia è Alberobello. Il paese dei trulli, di per sè avvolto dal fascino dell’unicità, in questo periodo dell’anno incanta il visitatore con le proiezioni luminose di stelle e fiocchi di neve sui muri bianchi delle case, le spirali di mille luci sui tetti conici, le decorazioni natalizie stipate nei piccoli vicoli del Rione Monti.

Mi affaccio nelle botteghe di artigianato locale, passeggio tra gli stand allestiti nello spazio verde di fronte la Chiesa di Sant’Antonio, scatto centinaia di foto prima di giungere ad Aia Vecchia, dove le luminarie sono state modellate per assumere le forme dei personaggi del presepe, mentre la filodiffusione descrive le scene rappresentate, utilizzando la voce degli abitanti del luogo.

trulli ad Alberobello

Attraverso corso Vittorio Emanuele affollata di negozi, passo per la Basilica dei Santi Cosma e Damiano per poi arrivare al trullo Sovrano, l’unico realizzato su due piani, oggi adibito a casa-museo. Proprio lì accanto mi attende una bella scoperta culinaria: la Trattoria Terra Madre. Dedicato ai vegetariani, ma non solo, il menu incentrato sulle verdure a km zero, offre piatti semplici realizzati in modo da esaltare ogni singolo ingrediente. Memorabile il purè di fave accompagnato dalla cicoria, presente nella degustazione di verdure di sette piatti, e la brasciola al sugo, abbinata alle polpette di cacio e uova. 

Dopo cena scopro la movida frenetica del capoluogo pugliese e i locali affollati del centro, in antitesi con il silenzio della Bari Vecchia che voglio subito visitare, anche se, come scoprirò nei giorni seguenti, da il suo meglio durante il giorno, quando la Basilica di San Nicola è visitabile e le massaie riempiono i vicoli bianchi con i tavolini ricoperti da orecchiette e cavatelli, rigorosamente preparati a mano. 

orecchiette in puglia

Polignano a Mare

Il giorno seguente è la volta di Polignano a Mare località da non perdere per chi vuole passare il capodanno in Puglia. Arroccato su una falesia, di bianco vestito, si presenta come un borgo incantevole, fatto di scorci mozzafiato e grotte inabissate nel verde mare. Parto dal centro storico, da cui si accede attraverso l’Arco Marchesale, seguo le strade lastricate, arrivo a un punto panoramico e poi a un altro ancora. I negozi di souvenir si affollano tra le case in pietra chiara puntellate di pumi colorati sulle ringhiere. Le piazze ospitano i tavolini dei locali, dove ristorarsi al tepore del timido sole del 31 dicembre. Entro nella bella chiesa matrice dedicata alla Madonna Assunta, protetta dalla cancellata in ferro sul sagrato, e mi riposo alla vista dei dettagli floreali dipinti sugli elementi lignei, il tetto affrescato, la cappella del presepe, l’organo settecentesco di scuola napoletana, il coro del 1611 costituito da tre ordini di scanni, decorati con dipinti e colonnine. 

Polignano a Mare

L’itinerario prosegue nel dedalo cittadino, dove, seguendo le note di un pianoforte mi ritrovo in un altro belvedere e poi ancora sul ponte Borbonico di Lama Monachile, punto di vista privilegiato sulla celeberrima insenatura marina, immortalata negli scatti fotografici di chiunque abbia avuto l’onore e il piacere di visitare questo borgo italiano. Ė ora di pranzo e la scelta ricade su un panzerotto classico, farcito con pomodoro e mozzarella, mangiato da La Rotellina, situato alla fine del ponte. Buono? No, di più. Resta il rimpianto di non aver scelto anche quello con salsiccia e broccoli, arricchito da burrata aromatizzata al tartufo. 

Proseguo lungo la strada che porta alla statua del polignanese più illustre, ritratto a braccia aperte, con la giacca e i capelli mossi dal vento: Domenico Modugno. Mi fermo qualche istante a contemplare la statua in bronzo incorniciata “dal cielo infinito” prima di scendere la scalinata che conduce agli scogli di lama Monachile, detta la ‘spiaggia del desiderio’. Il perchè non lo conosco ma il nome poetico ben si addice a un posto del genere, scavato nell’antico letto di un fiume, all’interno di un fiordo che taglia l’alta muraglia di falesie.

Polignano a Mare

Monopoli

Salgo in auto e a pochi chilometri di distanza scopro Monopoli. Merita più fama di quella di cui gode, la città circondata da mura di cinta che si tuffano nel mare Adriatico. Ė pomeriggio, le barche blu riposano nel Porto Vecchio, adiacente al castello Carlo V.

Porto monopoli

Una chiesa sconsacrata si affaccia tra i palazzi nobiliari e gli alberghi diffusi del centro storico, il cui cardine è senza dubbio la cattedrale dedicata a Santa Maria della Madia. Attraverso la piazza, contenuta dal palazzo della Curia, ed entro nell’edificio religioso. Sopra l’altare si trova la cappella dedicata alla protettrice della città, a cui si accede per la scalinata laterale. Il clima è mistico, il raccoglimento totale tra i banchi disposti a semicerchio intorno all’effige della Madonna della Madia. Una leggenda racconta che i lavori della chiesa rimasero a lungo bloccati perché mancavano le travi necessarie per completare il tetto. Ma, nella notte del 16 dicembre 1117, la Madonna apparve in sogno al sacrestano della cattedrale, Mercurio, consegnandogli un messaggio per il vescovo: le travi tanto agognate erano già nel porto. Per ben tre volte il sacrestano si recò dal vescovo Romualdo per riferirgli il messaggio della madre celeste, ma questi, scettico, lo ricacciò tutte e tre le volte. All’improvviso gli angeli fecero suonare tutte le campane della città, cosicché il popolo ed il clero si riunirono al porto e videro una grande zattera (la madia) con sopra l’icona della Madonna. Le travi dell’imbarcazione di fortuna furono recuperate e vennero utilizzate per il completamento del tetto della cattedrale e ancora oggi, alcune di esse, sono visibili nella prima cappella a destra della chiesa.

cattedrale di Monopoli

Bari

Ė la sera del 31 dicembre, non posso trattenermi oltre a Monopoli per il mio capodanno in Puglia. Mi attende Tuccio Cucina e Caffè, il ristorante prenotato per la cena a Bari, con le sue orecchiette alle cime di rapa, crumble di taralli e peperone crusco. Seguirà un polpo grigliato accompagnato da hummus di ceci e un tiramisù al bicchiere, preparato con il pane di Altamura. Da bere bollicine e vino Moresco. 

luminarie bari

Accolgo il nuovo anno in piazza Libertà, insieme ai baresi e ai tanti turisti arrivati in città per festeggiare il 2024. Tra concerti e balli si fanno le 2 del mattino. Ė tempo di andare a riposare in vista del giorno seguente. Il risveglio lento è seguito dalla scoperta di Bari Vecchia e dalla visita all’imponente Basilica pontificia, custode delle reliquie di San Nicola. Ci arrivo dopo una passeggiata per via Sparano, la strada dello shopping, una sosta al Teatro Petruzzelli realizzato alla fine dell’800, il quarto più grande d’Italia, di proprietà della famiglia Messeni Nemagna, al teatro Margherita, convertito in museo di arte contemporanea e infine una passeggiata sulle mura affacciate sul lungomare. Il tempo di comprare le orecchiette e sono di nuovo in auto, pronta a fare ritorno a casa….ma non prima di una sosta a Trani. 

Bari San Nicola
San Nicola

Trani

Arrivo alla cattedrale all’imbrunire, quando la pietra bianca assume i riflessi rosa del sole al tramonto. Da secoli si staglia austera, fiera e maestosa nella grande piazza circondata dal mare, in opposizione al castello voluto da Federico II di Svevia. Passo dal porto, ammiro i palazzi storici, attraverso piazza della Repubblica prima di salutare la Puglia e ringraziarla per avermi consegnato un inizio d’anno indimenticabile. 

Castello di Trani
Castello di Trani
Chiesa di Trani

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