Fino a una settimana fa la mia conoscenza ed esperienza della Liguria si limitava alla sua costa, soprattutto la parte del Levante dove sono solita passare piacevoli calde giornate nelle prime settimane di settembre da ormai cinque anni. Nonostante ami molto camminare e fare lunghe pedalate nei boschi, sono principalmente una frequentatrice di spiagge e località di mare. Ciò che mi ha spinta a prendere parte al blog tour Enjoy Parco Aveto (#enjoyparcoaveto) sull’Appennino ligure, organizzato dal consorzio Ospitalità Diffusa – una montagna di accoglienza nel parco, è stato il desiderio di andare oltre i miei limiti, e si è rivelata un’ottima decisione!
Per tre intensi giorni, con un gruppo di altri sei simpatici blogger e giornalisti, coordinati da Martina, Claudia ed Evelina del Consorzio, abbiamo esplorato in lungo e in largo il Parco Naturale dell’Aveto e i cinque comuni principali delle tre valli circostanti: Val d’Aveto, Valle Sturla e Val Graveglia. L’area, situata nell’entroterra di Levante, all’altezza del litorale che va da Portofino a Sestri Levante si estende all’interno fino a raggiungere le provincie di Parma e Piacenza. Uno spettacolare contesto appenninico che non conosce confini provinciali e regionali.
Il valore e la bellezza inestimabili del patrimonio naturalistico e geologico del parco naturale e delle sue tre valli in questo periodo dell’anno vengono ulteriormente esaltati grazie al foliage, lo spettacolo naturale del fogliame che giorno dopo giorno si tinge sempre di più delle calde tonalità autunnali.
Molteplici sono i motivi per cui vale la pena visitare questi luoghi: attività all’aperto, enogastronomia, accoglienza e ricettività, turismo rurale e turismo agricolo. In questo articolo mi limiterò alle attività all’aperto, riservando gli altri argomenti per un altro momento.
Il parco e le sue zone limitrofe offrono una vasta scelta di sport e attività da praticare sia in autonomia che con il supporto di guide esperte. Il cicloturismo è forse quella che più mi affascina poiché consente di vivere un’indimenticabile esperienza a stretto contatto con la natura facendo del salutare movimento fisico su percorsi diversificati e di differente grado di difficoltà in modo da essere un’attività adatta a tutti, bambini compresi. Durante il secondo giorno abbiamo percorso con Massimo Tosi, accompagnatore MTB, una parte del tratto che va dal Passo del Chiodo al Passo dell’Incisa in Valle d’Aveto, un sentiero di 10 chilometri che sconfina nell’Emilia Romagna raggiungendo la sorgente del fiume Taro a 1360 metri sul livello del mare, per poi ritornare in territorio ligure. Una piacevole esperienza lontana da ogni rumore cittadino, molto rigenerante.
L’escursionismo e il trekking sono tra le altre attività di maggiore interesse, soprattutto in questi mesi di raccolta di funghi e castagne, grazie alla fitta rete di sentieri e itinerari ben tenuti e ben segnalati che consentono di incamminarsi in tutta sicurezza nel verde delle foreste e del parco.
Sempre in Valle d’Aveto sulle cime dei monti Penna, Aiona, Maggiorasca e Bue è molto attivo l’alpinismo e lo sci sia di fondo che di discesa. Santo Stefano d’Aveto vanta una tradizione sciistica quasi centenaria sul Monte Bue che ha vissuto anni di declino per tornare ora a risplendere grazie ad impianti di risalita nuovi e all’avanguardia, scuole di sci e piste per tutti i livelli di abilità. Per i più temerari è presente un avventuroso bike park con diverse piste e servizio noleggio biciclette.
Nelle tre valli infine, bagnate da fiumi, torrenti e laghi di origine glaciale non mancano le occasioni e i centri attrezzati per praticare sport a contatto con l’acqua come il canyoning, la pesca sportiva e la canoa.
Ma è stato il Wild Horses Watching, l’osservazione dei cavalli selvatici, a darmi le più grandi emozioni. Il progetto, sviluppato da Evelina Isola, naturalista, e Paola Marinari, esperta in promozione turistica, nasce per salvaguardare un branco di una quarantina di cavalli selvatici che vivono da più di 20 anni in queste zone in un ambiente a loro particolarmente favorevole, in grado non solo di farli sopravvivere ma di far sì che si riproducano e si mantengano sani. Vederli così, liberi e in armonia con l’ambiente, è una bellissima esperienza, che spinge a riflettere su quanto a volte può essere invasivo e dannoso l’intervento dell’uomo nell’equilibrio della natura. La sfida di Evelina e Paola è quella di far comprendere anche alla autorità regionali e provinciali che questi cavalli non rappresentano un problema ma bensì una risorsa naturalistica unica per il territorio, un risorsa che va salvaguardata e protetta.
In questo contesto il quotidiano rapporto tra uomo e natura si svolge ancora in un ambito di reciproco rispetto e strutture ricettive, produttori agricoli, centri sportivi e commercianti collaborano insieme per la salvaguardia e lo sviluppo di un bene comune. Il vicino mare, con le sue coste affollatissime durante il periodo estivo, rappresenta per le realtà economiche dedite al turismo nell’entroterra un reale ostacolo ad uno sviluppo maggiore. Pertanto l’intento e il desiderio del consorzio e dell’ente parco è quello di allargare il bacino di utenza e di far conoscere le tipicità e le attrattive turistiche anche a coloro che sono restii al turismo di montagna e di valle. Con me ci sono riusciti!
Per informazioni su parco, itinerari, ospitalità e attività: Una Montagna di Accoglienza, Ospitalità Diffusa.
Life Coach, mi occupo di crescita personale e di educazione emotiva e il viaggio è la massima espressione della crescita. Se non si torna da un viaggio almeno un po’ cambiati, vuol dire che si è mai partiti.