Fine aprile. Prendo parte ad un tour lungo il Percorso della Cultura Megalitica attraverso Danimarca, Germania, Olanda e Svezia, sviluppata dall’associazione Megalithic Routes a partire dal 2009. I megaliti, costruiti in epoca neolitica tra il 5000 e il 2000 a.C., sono le più antiche testimonianze di architettura in Europa. Il progetto dei “percorsi megalitici” ha come obiettivo lo sviluppo e la promozione di un turismo ecosostenibile che interessi non solo questi antichi monumenti, ma anche le altre testimonianze storiche dei territori circostanti, tutte parte di un unico panorama culturale.
Il tour è organizzato nei minimi dettagli da Bodo e Daniela di Megalithic Routes. La prima tappa è a Borger, in Olanda, dove i monumenti funerari costruiti intorno al 3000 a.C. sono chiamati hunebedden, “tombe dei giganti”. Qui, alla fine di una stradina appena fuori paese, nascosto tra gli alberi, c’è il più grande dei 54 megaliti noti in Olanda, lungo circa 23 metri.
Sarà perché è il primo che vedo in vita mia, ma mi lascia atterrito, sembra un mostro di pietra adagiato tra gli alberi. Gli artefici di tale meraviglia furono i primi popoli sedentari di questi territori. Attraverso un processo durato circa un millennio, da nomadi cacciatori si trasformarono in agricoltori, distinguendosi per la lavorazione della ceramica e per la costruzione di tombe megalitiche.
Questi dolmen possono sembrare soltanto un ammasso di pietre, ma in realtà sono molto di più. Venivano realizzati con estrema cura, con orientato a seconda del movimento del sole, collocati in un sito scelto dopo una lunga ricerca e preparato attentamente. I massi venivano selezionati secondo precisi criteri riguardanti materia e forma, poi venivano trasportati tramite un ingegnoso sistema di tronchi di legno, ed infine venivano disposti sul suolo in modo da reggere il masso posto in cima.
Dietro questo enorme megalite sorge l’Unebedcentrum, un museo nel quale si può rivivere l’esperienza della vita di 5000 anni fa. Accompagnati da Harrie Wolters, vicedirettore del centro, e da un simpaticissimo uomo del Neolitico, scopriamo altre antiche tombe nella zona, fra cui la più romantica di tutte, vicino alla quale le coppiette sono solite fare picnic e incidere le proprie iniziali sull’albero che la torreggia.
Ci spostiamo poi in Germania, nell’Emsland, dove visitiamo la splendida tenuta di caccia di Clemenswerth. Il giorno dopo è dedicato al Landesmuseum Natur und Mensh a Oldenburg, accompagnati da due guide speciali: il direttore del museo Peter-René Becker e Henning Haßmann, capo del Dipartimento di Archeologia della Bassa Sassonia. Da qui seguiamo il percorso della Megalithic Culture Bicycle Route: sotto una fitta pioggia, una ventina di impavidi ciclisti inaugurano il percorso ciclabile tra i monumenti megalitici. Noi li seguiamo pigramente in auto raggiungendoli a metà strada presso la Melkhus Bergedorf, una meravigliosa fattoria un tempo monastero cistercense, dove fra mucche, cavalli e alberi in fiore, ci rifocilliamo con del buon yogurt fresco.
Dopo una breve ma interessante tappa alla distesa di tumuli funerari di Pestrup, il tour si chiude lunedì ad Albersdorf, dove Rüdiger Kelm, direttore del Centro Eco-Archelogico, ci introduce allo Stone Age Park Dithmarschen. Qui troviamo un’intera area neolitica di 80 acri in cui dal 1997 si è lavorato per ricreare in ogni particolare il paesaggio di 5000 anni fa, dai pascoli erbosi alle costruzioni in legno e paglia. E poi la cosa più bella: un nugolo di bambini che prendono parte, felici, alle attività educative del centro, perché qui cultura significa soprattutto educazione allo stare insieme, ad amare la natura e a prendersene cura.
Dopo cena decidiamo di fare un’escursione al famoso megalite Brutkamp, la cui pietra centrale è una delle più grandi conosciute. Trovarsi lì di notte, con gli alberi che ti abbracciano e il cielo stellato che ti sovrasta, è davvero un’esperienza emozionante. Noi e il megalite, il silenzio… siamo quasi in soggezione. Lui ha oltre 5000 anni, la sua “testa” pesa circa 23 tonnellate. Ci sentiamo inermi, ma poi entriamo in contatto con lui e un po’ eterni lo diventiamo anche noi.
Durante questo tour abbiamo risvegliato il piacere di riscoprire il passato, di assaporarne e ammirarne la magnificenza e di preservarne l’eredità. Abbiamo scoperto persone speciali, come Daniela o Bodo, che con infinita passione dedicano la propria vita alla ricerca e alla diffusione delle tracce che la storia ci ha lasciato in dono. Il nostro paesaggio contiene il nostro passato e le Megalithic Routes dimostrano quanto sia importante incoraggiare visitatori e abitanti a guardare al proprio territorio con nuovi occhi.
L’Italia vista con gli occhi degli italiani. Sono tante le storie dell’Italia e degli Italiani che varrebbe la pena raccontare. Impossibile raccoglierle tutte perché ogni storia ha un suo luogo e ogni luogo può narrare mille altre storie. Noi siamo Diego Funaro e Mario Fracasso: sempre in cerca di tradizioni, usanze, arte, cultura e quotidianità, senza dimenticare che l’Italia non finisce nei confini politici e geografici.