Giorno dopo giorno, qui in Tirolo il mondo è sempre più bianco. Il cielo è un vorticare di fiocchi che scendono da nuvole basse quasi come i tetti delle case. Le Alpi di Kitzbühel scompaiono, lasciando emergere qua e là colline e pezzi di bosco, mentre i piccoli paesi paiono dormire.
Dopo una giornata di quiete in una piccola valle ho voglia di entrare nella neve, di fare qualcosa che non ho mai fatto prima: mettermi gli sci. Ad un quarto d’ora di auto c’è una località famosa in tutto il mondo per i campionati di biathlon, Hochfilzen. Non solo quindi indosserò gli sci ma impugnerò anche un fucile, per fare un po’ di tiro al bersaglio.
Mi ritrovo con l’emozione delle esperienze mai fatte prima, in una pianura che pare senza confini, bianca e silenziosa, dove ogni tanto compare velocissima una macchia di rosso, un treno delle ferrovie austriache. A fatica attacco gli scarponi agli sci da fondo e cercando di spostare il baricentro in avanti mi muovo con molta esitazione. Non duro che pochi metri, cado infatti ingarbugliandomi con questi strani prolungamenti dei miei piedi ma non mi faccio alcun male, perché la neve è soffice come cotone. Non mi perdo d’animo e proseguo, sempre lentamente, stimolato dal mio maestro che con un buon inglese cerca di correggere la mia poca abilità.
Qualche altra caduta e mi ritrovo di fronte al bersaglio, la seconda parte del biathlon. Mi metto disteso e senza troppa fatica faccio quattro centri su cinque, molto più difficile sarà eguagliare questo risultato stando in piedi, perché il braccio non è fermo e il mirino si sposta in continuazione. Il trucco, a detta dell’istruttore, è quello di saper indovinare il momento esatto prima di passare davanti al bersaglio e prontamente premere il grilletto.
Senza rendermene conto, come durante un gioco, passano due ore ed è tempo di un pasto in una Gasthaus del piccolo borgo. Mi lascio andare alla tentazione di un saporito e abbondante piatto tipico del Tirolo, con patate e carne di maiale cotti in una casseruola, concedendomi poi un pezzo della famosa Kaiserschmarrn, un tipico dolce austriaco che assomiglia a un pancake, ma strapazzato come uova.
Riemergo nella neve, che continua a cadere come in una danza. Con un po’ più di sicurezza, indosso nuovamente gli scarponi e gli sci, per lasciare le piste battute e dirigermi verso una collinetta segnata da qualche abete imbiancato. Muoversi diventa difficile, affondo fino ai polpacci, ma lentamente procedo. Il silenzio attorno a me è denso come il manto candido che modella il paesaggio, solo il fumo che pigramente sale da qualche comignolo denota la presenza dell’uomo. Lentamente arrivo in cima alla collina per poi lascarmi andare in una piccola discesa e tornare in pista, conquistando finalmente una certa coordinazione nel pattinare sui solchi ben tracciati.
Il bello dello sci di fondo, oltre ai suoi indubbi effetti sulla salute, è che non richiede costosi impianti di risalita che spesso sconvolgono il paesaggio montano. I grandi dislivelli non servono e così si può godere della natura, scivolando a proprio ritmo, senza distruggerla.
Il pomeriggio inoltrato riempie di ombre la tenue luce bianca che mi ha accompagnato tutto il giorno e così decido di tornare a Sankt Johann per una passeggiata, tra strade quasi deserte e immacolate, dove pochi passanti si avviano veloci verso casa o forse verso una sauna o un bicchiere caldo dentro un bar.
Il mio breve soggiorno in Tirolo, a poche ore da casa, si spegne come il giorno dietro i monti ancora coperti di nuvole. Continuerà a nevicare anche questa notte, in attesa di un’altra stagione in cui ritornare.
Un viandante che scrive di viaggi e di sensazioni. Mi piace scoprire luoghi e progetti, sogni da condividere. Le parole sono mezzi per superare le crisi e creare nuove opportunità. Cerco di essere presente laddove finiscono le parole.