Ho avuto la fortuna di svolgere il praticantato del progetto Leonardo a Siviglia, nel sud della Spagna. Mi era stato detto più volte che “chi non ha visto Siviglia non ha conosciuto meraviglie” (Quien que no ha visto Sevilla, no ha conocido maravilla). Da italiana ero un po’ scettica, fino a quando non mi sono imbattuta nel suo folklore.
Lo ricordo ancora, anche se son passati tre anni. Era una domenica piovosa – o “anomala”, come ribadivano più volte i sivigliani – e davanti a me, mentre bevevo una cerveza in un bar, si fermò un Cristo enorme. Chiedendo di qua e di là scoprii che era appena cominciata la Semana Santa, la Settimana Santa di Siviglia.
Più di 60 processioni e 120 pasos – statue religiose raffiguranti Cristi e Madonne – sfilano per la capitale andalusa dalla Domenica delle Palme a quella della Resurrezione. Ma cosa si nasconde dietro questa grande celebrazione religiosa?
L’attesa. Già a partire dal Lunedì di Pasquetta, a Siviglia comincia il conto alla rovescia per la Settimana Santa dell’anno seguente.
Gli uomini. Si senza gli uomini la Settimana Santa non avrebbe il suo fascino. Durante le sfilate si può ammirare da un lato la forza dei costaleros, quegli uomini che sulle loro spalle portano le statue rappresentati le scene della Via Crucis e dall’altro il mistero dei nazarenos, incappucciati e vestiti di tuniche che lasciano intravedere solo gli occhi e i piedi scalzi.
La musica. Il flamenco, che quotidianamente pervade le strade di Siviglia, viene sostituito dalle musiche delle orchestre che accompagnano le processioni e dalle voci squillanti dei bambini.
I bambini. I piccoli sivigliani, non si tirano indietro davanti a un nazareno, ma avvicinandosi gli chiedono a volte una caramella, a volte della cera dalle loro candele per fare una grande palla sfidandosi a chi ha la “pelota” gigante.
La Macarena. Eh già, la Vergine della Macarena è la grande stella della Settima Santa . . . e non prendetemi per blasfema! La processione della Macarena sfila per la capitale durante la notte del giovedì ed è una delle quattro processioni della madrugada. Ad accompagnarla nel suo percorso per le calles, dalla tarda serata del giovedì fino al pomeriggio del venerdì, sono più di mille nazareni.
Il clima che si respira è di assoluto silenzio. Un silenzio assordante, per la chiassosa Siviglia, rotto solamente da qualche devoto che con l’avvicinarsi della Vergine grida il suo nome, invitando gli altri spettatori a rispondere guapa, in italiano bella. La confraternita della Macarena si caratterizzata per l’avere due Cristi, uno dei quali è accompagnato da soldati romani perché rappresenta la condanna da parte di Ponzio Pilato.
Foto di copertina: PnP!
Siamo Tonia e Valeria ma nella blogosfera siamo Forchetta&Valigia. Una strana coppia la nostra: una precaria con esperienza, l’altra indecisa cornica. E come suggerisce il titolo del blog c’è una, anzi due grandi passioni che ci accomunano: i viaggi e il cibo!
Brava, hai colto il senso di questi riti, tradizione, religione ma soprattutto senso di appartenenza. Anch’io sono stata stregata da Sevilla!!!