Dopo tanti indugi per gli inquietanti moniti relativi ad una meta da molti considerata bersaglio del terrorismo, ecco il coronamento del sogno: un viaggio in Israele. Il desiderio si realizza proprio nel periodo pasquale per scoprire il fascino della Terra Santa e le molteplici suggestioni offerte da Gerusalemme, città simbolo delle tre principali religioni del mondo occidentale.
Il quartiere cristiano si è sviluppato intorno alla Chiesa del Santo Sepolcro che contiene le ultime cinque stazioni della Via Dolorosa. Particolarmente accattivante risultava la devozione delle migliaia di fedeli che si assiepavano intorno alla piccola area di marmo della sepoltura di Gesù, prostrandosi alla ricerca di un sia pur breve contatto.
Il quartiere musulmano di Gerusalemme è situato nella sezione nord orientale della Città Vecchia, dove si trova la Cupola della Roccia, a breve distanza si erge la Moschea di Al Aqsa, dalla cupola in argento che, con quella in oro della precedente, domina l’orizzonte creando un fascino che rapisce magicamente lo sguardo avido di contrasti. Cosa che avviene straordinariamente nel suq, il mercato in stile ottomano, ricco di colori e di effluvi che scaturiscono dalla caotica merce che richiama alla mente i viaggi degli antichi galeoni e degli astuti mercanti.
Per quasi 2000 anni, il quartiere ebraico e il Muro occidentale sono stati i simboli del legame fra gli Ebrei e Gerusalemme; il “Cardo” della Città Vecchia è quanto rimane della strada centrale di epoca bizantina costruita ad Aelia Capitolina – il nome romano di Gerusalemme – quando la città fu nominata “polis” romana e agli Ebrei fu vietato di vivervi.
Un altro punto di riferimento visitato, aggirandosi fra la miriade di turisti alla ricerca del mitico souvenir in serie da esibire come originale trofeo, è stato il Museo della Storia della Città di Gerusalemme, che è ubicato nella bimillenaria Cittadella della Torre di David, all’ingresso della Porta di Giaffa. Esso offre uno spettacolo notturno, una produzione all’avanguardia, computerizzata, multisensoriale, con 14 apparecchi che proiettano la storia della città nel cortile della Cittadella, fuori le mura della Città vecchia.
Altra pietra miliare da onorare è risultato essere Yad Vashem, il memoriale per i sei milioni di Ebrei sterminati nella Shoà della Seconda Guerra Mondiale. Un luogo denso di fascino è stato anche Monte Scopulos e il cimitero ebraico, dove lo sguardo si perdeva disorientato dalle migliaia di tombe su cui è capitato di sentire sibilare il vento quasi fosse un demoniaco messaggio.
Bellissima la Basilica dell’Agonia (Chiesa di Tutte le Nazioni) nell’Orto del Getsemani, una sorta di caldo abbraccio che rassicura e trasmette pace così come l’albero di ulivo piantato dal Papa Paolo VI. Non poteva mancare una capatina (si fa per dire, visto che si trattava di andare in Palestina) a Betlemme e alla Basilica della Natività, che si erge sopra la grotta della nascita, per assaporare la magia che si avverte nei momenti di rapimento mistico dei tanti fedeli di differenti etnìe. Sono risultati molteplici gli stimoli ricevuti in questo breve viaggio, denso di suggestioni che si vorrebbero presto riassaporare in altri misteriosi luoghi della Terra d’Israele.
Oltre alla passione per la scrittura, un modo per “viaggiare” con le parole nelle molteplici sfaccettature della realtà, mi piace dedicarmi al trekking e al cicloturismo. Ho iniziato a viaggiare a quattro mesi, quando i miei genitori si sono trasferiti dal sud a Milano per motivi di lavoro, ripetendo lo stesso percorso, ogni anno, fino alla maggiore età. Ho visitato molti stati europei organizzando meticolosamente il viaggio e documentandolo grazie alla mia inseparabile macchina fotografica.