È stato un luogo amatissimo dagli italiani; negli anni d’oro macinava orde di nostri connazionali che, grazie ai primi tour organizzati, arrivavano in questo angolo di terra tanto affascinante quanto inconsueta.
La mia guida, in effetti, ci chiede dove siamo finiti noi italiani, perché non andiamo più in Turchia? E me lo chiede a ragione veduta, scusandosi anche del suo italiano, un tempo perfetto, e ora incerto. Il mio minibus, a parte io e le mie quattro compagne di viaggio, era pieno di argentini, malesi, qualche sparuto francese e nessuno di più.
Già, difficile da spiegare. Perché non andiamo più in Turchia? Perché, azzardo io, la percepiamo come insicura. Lo è davvero? Dalla mia esperienza recente, ci sono stata a fine settembre, no non lo è. Non lo è nell’immensa e operosa metropoli di Istanbul e non lo è nemmeno nella piccolissima cittadina di Urgup, nostra base per esplorare la Cappadocia.
Ma, veniamo a noi, i famosi tre motivi per cui secondo me, bisognerebbe partire subito per la Cappadocia.
1. E’ un luogo unico
Di conformazioni rocciose plasmate da vento, aria e acqua al mondo ce ne sono tante, ma i camini delle fate, con la sua caratteristica forma a fungo, si vedono solo qui. Gli originali sono in Cappadocia, tutto il resto sono imitazioni.
2. Tocchi con mano la perseveranza dell’uomo
La Cappadocia è uno degli esempi più surreali di adattamento dell’uomo alla natura che lo circonda. Lo si percepisce esplorando il sito patrimonio Unesco di Goreme, con le sue chiese cristiane scolpite nella roccia con affreschi e pitture a secco sopraffine. Imperdibile la Città sotterranea di Derinkuyu sviluppata su 11 livelli sotto terra, di cui è possibile visitare alcuni piani.
3. Il volo in mongolfiera
Banale, turistico, visto in tutte le salse, postato da tutti. Rimane comunque un’emozione unica sorvolare lentamente questo paesaggio unico che si scopre magicamente all’alba. Costa circa 200 euro, vi sono diverse mongolfiere (anche centinaia) tra cui scegliere, prenotabili il giorno precedente. Il rito del volo è condito da brindisi finale (di sidro) e dalla sinceramente evitabile (ma comunque divertente) consegna dei diplomi.
3 Bis. Lo metto a latere, solo per gli amanti dello shopping di cose rare e belle. Si compra ancora molto bene l’argento: oggetti ma soprattutto gioielli. Chi ha l’occhio clinico può trovare anche pezzi dei primi del Novecento, con lavorazioni a mano sopraffine, tipiche dell’arte orafa turca.
La Turchia, a mio avviso, è molto sicura anche per viaggi fai da te.
Dipingo, e prima di iniziare a viaggiare, la mia arte era tutta un’altra cosa. Viaggiare mi serve ad alimentare questa passione che altrimenti rimarrebbe dormiente in un angolo del mio cervello. Viaggio perché fa bene, racconto perché mi piace condividere. Parlo di arte e dipingo di viaggi. Vivo in Brianza, con una madre, un cane e un gatto nero.