Quest’estate, dopo un po’ di peregrinazioni scozzesi, ho raggiunto le Ebridi Esterne, cioè le Outer Hebrides.
Queste isole, infatti, si dividono in due gruppi: esterne e interne. Le isole interne, come l’isola di Skye, sono quelle raggiungibili grazie alla road to the Isles, la strada per le isole.
Le Ebridi Esterne sono tutta un’altra cosa.
Si trovano più a nord e geologicamente sono terre completamente diverse. Esse appartengono, infatti, alla placca americana: sono un piccolo pezzetto di continente americano emerso per qualche strana ragione da questa parte del mondo.
Queste isole erano nei miei pensieri da non so quanto tempo. Io sono una di quelle persone che amano le terre nordiche e sperdute.
Se anche voi avete sentimenti viaggianti simili ai miei, queste isole sapranno sorprendervi. Vanno però prese con tutte le pinze di cui siamo in possesso perché il fatto di essere “esterne” ed “estreme” le rende dei posti molto particolari.
Partendo dai fondamentali, vi posso dire che le isole vanno raggiunte in nave.
Io sono partita da Ullapool, nelle Northern Highlands, e in circa tre ore e mezza di navigazione sono arrivata a Stornoway, la città più grande di tutte le Ebridi Esterne.
Dire città è una parola grossa: Stornoway è un grande villaggio di pescatori dove abitano circa 8000 persone. Si trova sull’Isola di Lewis, che è la più grande delle Ebridi Esterne. Qui si trova anche l’aeroporto e ci sono voli di linea da Edimburgo.
Arrivare in nave, però, è un gran bello spettacolo e il biglietto costa circa 38 sterline, andata e ritorno. Da Ullapool ci sono solitamente 2 viaggi giornalieri verso l’Isola di Lewis.
Queste isole sono scozzesi a tutti gli effetti sicché non vi serviranno documenti speciali per poter sbarcare.
Qui è ancora norma parlare in gaelico. A Stornoway si tengono ancora corsi estivi (da una settimana a tre mesi) di questa lingua molto antica ma ancora perfettamente in uso qui alle Ebridi Esterne.
Per girare sull’isola potete tranquillamente noleggiare un’auto, ma io ve lo sconsiglio caldamente. Le Ebridi esterne sono ben collegate tra loro dai mezzi pubblici e, da queste parti, è molto bello girare a piedi.
L’isola di Lewis ha solo due strade principali, il resto dei tracciati assomiglia di più a sentieri e strade sterrate.
Una curiosità sugli autobus: spesso non esistono fermate stabilite. Se vi sbracciate e siete in mezzo al nulla, l’autobus si fermerà.
Esistono vari tipi di biglietti denominati “rover”, ovvero valevoli per più corse e sono molto convenienti. L’unico giorno in cui non si possono usare i mezzi pubblici è la domenica.
A dire il vero tutte le isole sono “off” di domenica perché da queste parti si osservano i precetti religiosi in modo molto stretto e deciso. La domenica è un giorno dedicato alla preghiera e alla famiglia. Questo si ripercuote molto su chi viaggia sulle isole: nulla è aperto di domenica tranne d’estate, durante la quale solo una stazione di servizio di Stornoway è aperta per tre ore al mattino. La parola d’ordine è quindi “organizzazione”.
Cosa vedere su queste terre fatte di torba e vento impetuoso?
Io vi consiglio di partire da Callanish, forse il più bel cerchio di pietre che io abbia mai visto in vita mia. Se potete, andateci in un giorno feriale perché troverete meno gente. Da qui parte una bella camminata di pochi chilometri che vi porterà a scoprire altri due cerchi di pietre molto antichi.
Camminare sulla torba regala sensazioni strane. Io l’ho fatto con dei sandali da trekking e vi consiglio questa scelta oppure l’esatto opposto: degli scarponi da montagna. La torba è morbidissima e bagnata. Le scarpe leggere come le sneakers sono davvero quelle peggiori per vagare da queste parti.
Un’ottima scelta per la domenica è il trekking sui Castle Grounds, i sentieri che si diramano e partono dal parco del castello di Stonoway.
Consiglio molto importante: il giorno prima, andate all’ufficio del turismo e fatevi dare la cartina. Questi sentieri si incrociano e si snodano più volte e non è difficile perdersi.
Io ho poi allungato la strada fino a Loch Arnish: un paesaggio splendido!
Da non perdere è il villaggio di blackhouse di Gearrannan. Le blackhouse sono le case più antiche dell’isola, con il tetto di paglia e le mura di sassi.
Non esiste viaggio alle Ebridi senza una spiaggia da sogno… e da queste parti ce ne sono molte. Io ho scelto quella di Eoropie, a nord dell’Isola di Lewis. Pensate che si tratta di uno dei punti più ventosi del Regno Unito!
Queste isole vanno conosciute lentamente, camminando e apprezzando la morbidezza della terra che le avvolge e la durezza dei sorrisi degli isolani, persone fiere e caparbie, abituate ad avere pochi visitatori e felici della loro vita ritirata, là… alla fine del mondo.
Travel blogger e scrittrice freelance: classe 1978, sbrindola, poliglotta e viaggiatrice per indole. Nasco e cresco in Veneto, divento grande in Svizzera per poi coltivare le gioie del cuore in Emilia. Mi piace viaggiare con i mezzi pubblici, con gli occhi ben aperti e con il cuore curioso. Ho una passione sfrenata per le Isole Britanniche e per i piccoli luoghi che non aspettano altro che essere raccontati.
Gradirei conoscere il pensiero riguardo ad un viaggio alle isole Ebridi in camper. Tutti consigli che possono essermi dati compresa la stagione.
Ringrazio e porgo cordiali saluti.
Franco Fanti
Salve, coda mi consigli di fare per organizzare un viaggio alle Enrico esterne?