Rassegna cinematografica, convegnistica, calendario di concerti, vetrina di promozione del territorio, palestra di impegno sociale: tutto questo e molto altro è Versus Festival, il festival internazionale del documentario di viaggio e del cammino ideato e condotto da Tabula Rasa Eventi a San Salvatore Telesino (BN).
Dopo il suo esordio dell’estate del 2015, concretizzatosi grazie all’impegno finanziario del Gruppo di Azione Locale GAL Titerno, VERSUS FESTIVAL ha deciso di impegnare l’anno di intervallo della sua programmata cadenza biennale a ribadire ed articolare i propri intenti attraverso un lavoro di retrospettiva e di studio, che prelude all’individuazione di nuove fonti di finanziamento ed alla definizione del programma della seconda edizione 2017.
Tema privilegiato quello della viandanza, in omaggio all’illustre storico transito, avvenuto nel 1098 presso la locale abbazia di San Salvatore, del Dottore della Chiesa, Arcivescovo di Canterbury, Santo della Chiesa Cattolica e pellegrino per eccellenza Anselmo d’Aosta. Al cammino di Anselmo, giunto dal lontano Kent fino a intraprendere gli itinerari della nostra Via Francigena del Sud, Versus ha deciso di dedicare il mediometraggio “Il mio viaggio possa in qualche modo favorire la libertà”, realizzato nel corso dei laboratori dell’edizione 2015 sotto la direzione del videomaker Antonello Carbone, e adesso per la prima volta proposto al pubblico.
Naturale sviluppo del tema, la moderna viandanza: le drammatiche migrazioni dal Sud del mondo che marchiano la storia dei nostri ultimi anni. L’idea è quella di vivere il fenomeno di questi nuovi pellegrinaggi contemporanei nello stesso spirito di Anselmo e di mille anni fa: come cioè una feconda opportunità di incontro e di reciproco, positivo scambio di esperienze e di conoscenze.
Primo passo di tale percorso, il contatto allacciato con la comunità di profughi africani recentemente insediatasi tra San Salvatore Telesino ed i Comuni limitrofi di Telese ed Amorosi, con l’obiettivo di perfezionarne l’accoglienza e perseguirne una corretta e rapida integrazione nel tessuto socioeconomico locale. Ciò tramite l’avvio di un rapporto costante con le scuole, la partenza di corsi di lingua italiana e la pratica della frequentazione in genere, in maniera da lavorare per il progressivo abbattimento di ogni incomprensione e barriera tra la comunità ospitante e quella ospite.
Il tutto in piena sintonia con i messaggi già lanciati dal Festival, ed in particolare con quelli di Vinicio Capossela, che, aedo della ruralità sopravvissuta come egli stesso ama essere definito, bene individua le tante affinità di storia e di sentimento che possono idealmente ed emotivamente legare le nostrane periferie del mondo, quali la sua Irpinia o il Sannio, con le tante brousse africane. Terre lontane vissute come solo geograficamente distanti, in realtà invece per tanti versi vicine nell’anima e nel cuore.
Questo ci dicono non solo le parole e le canzoni di Vinicio, ma anche quelle di Teresa De Sio, altra ospite del Festival lo scorso anno, e della sua Napoli popolare più autentica; e tutti gli artisti che a vario titolo hanno già testimoniato l’esperienza e le finalità di Versus. Che il suo fondatore Guido Lavorgna bene sintetizza in un appello trasversale di pace, e lo fa citando l’arguto famoso apologo di Bruce Chatwin, secondo il quale tutte le specie migratorie denotano, per inclinazione biologica e conseguente stile di vita, tassi di aggressività minori rispetto a quelle stanziali
Un’altra risposta è possibile, gli fa eco Armin Viglione, direttore artistico del Festival; e questa risposta passa appunto per lo sviluppo intelligente ed aperto dei localismi, che soli oggi possono, proprio arricchendosi del prezioso contributo loro derivante dal continuo travaso umano di viaggi e migranze, costruire insieme con esse la prospettiva di un futuro per gli uni e le altre sostenibile.
L’appuntamento è al prossimo anno dunque: ma intanto, ci anticipa Raffaella Vitelli dalla redazione di Versus, uscirà a breve il bando di concorso per i corti di viaggio e pellegrinaggio che andranno a costituire l’ossatura del programma 2017. State pronti allora, perché la strada è già di fronte a voi, e non chiede altro che di essere percorsa!
Foto di copertina: Oxfam International
La redazione di NST ama definirmi un “viaggiatore d’altri tempi”, e non si può dire che abbia tutti i torti: a cinquant’anni suonati, ho fatto in tempo a vedere un bel po’ di mondo com’era, appena prima che si trasformasse in quello di oggi. Questo mio prezioso bagaglio di viaggi “vintage” mi ha aiutato a costruirmi una personale filosofia di viaggio con la quale mi ostino ad interpretare i cambiamenti che sperimento in giro per il pianeta.