Piacere.
Alla vista, al palato, all’anima e talvolta anche al cuore. Un viaggio all’insegna della scoperta di luoghi e sapori, condito con un pizzico di tradizione e genuinità. Questo è l’Alto Adige. Di seguito il racconto del percorso enogastronomico organizzato da Booking Alto Adige per noi.
Booking Alto Adige dell’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV) con sede a Bolzano è nato come alternativa locale ed indipendente ai portali internazionali di prenotazione online. Nell’anno 2015 sono stati prenotati oltre 39.000 pernottamenti, in particolar modo da Germania e Italia. Tra gli offerenti si contano al momento circa 2000 strutture dislogate in tutto l’Alto Adige tra le quali hotel, pensioni, appartamenti, baite B&B e campeggi.
La struttura ricettiva che ci ospita a Bolzano è letteralmente incantevole con le sue stanze tutte diverse tra loro – una addirittura con un pianoforte all’interno – l’Hotel Greif è elencato tra i 100 hotel d’arte più belli d’Italia.
Il nostro itinerario comincia immersi tra i profumi della Strada del Vino, la più antica d’Italia. Con la nostra bicicletta pedaliamo da Appiano – dal negozio Sanvit, che ci mette a disposizione delle biciclette assistite – tra vigneti e meleti fino a raggiungere uno dei luoghi più amati dai turisti che raggiungono l’Alto Adige: il Lago di Caldaro.
La nostra prima tappa è la rinomata Distilleria Roner, famiglia storica altoatesina da sempre instaurati nella produzione di distillati. All’insegna della conservazione e della tradizione, ma con un occhio vigile sulle nuove tecnologie ed innovazioni, questa azienda leader ci fa vivere una vera e propria esperienza sensoriale dove elementi chiavi della produzione, come l’acqua e il fuoco, sono la chiave della nostra visita guidata.
Tra cantine segrete e chiuse a chiave con il controllo della finanza, abbiamo la fortuna di assaggiare vari distillati, da quelle più classiche, alla grappa alla pera che contraddistingue il marchio Roner, per finire con un gin egregio, per veri amanti di gusti intensi e profondi.
La nostra seconda tappa è qualcosa che lascia senza parole. Abbiamo l’onore di visitare la tenuta Alois Lageder a Magrè. Dapprima cibi succulenti figli di una cucina bio-certificata, perché è sempre la tradizione il piatto forte, con un’aggiunta di amore per il cibo e grande tecnica che fa del risultato, un inno all’appetito. E così anche delle Lasagnette di segale con formaggio Rims e coste colorate si trasformano, grazie alle mani di Alessandro Miragoli, in bontà divina. L’accompagnamento è regale, con la bellezza di sei vini differenti dal Lagrein al Chardonnay, al Pinot Grigio passando da un Merlot ad un Cabernet, brillantemente spiegati e condivisi con noi dal proprietario Alois Clemens Lageder.
La tenuta Alois Lageder ospita ogni anno un importante incontro tra produttori locali, europei e consumatori, ospitando appassionati da tutto il mondo nella tenuta: il Summa.
Anche questa azienda è a gestione familiare dal 1823. Un’eleganza assoluta. Dal rispetto per la natura con un’agricoltura biologico-dinamica, per la famiglia Lageder la tenuta non è solo produzione vitivinicola, bensì punto di incontro tra natura, tecnologia e arte sposando i principi dell’architettura sostenibile e adottando tutti i criteri sostenibili della bioedilizia.
Alcuni artisti collaborano con la cantina in maniera molto attiva, lasciandosi ispirare ed incantare dalla tenuta, in cambio delle loro opere ed installazioni artistiche che fanno di questa tenuta una chicca non solo dell’Alto Adige, ma forse dell’intero panorama mondiale, un luogo in cui l’uomo e il vino s’incontrano in un ambiente sano ed esteticamente accattivante. Un luogo in cui anche l’amore per il vino, si trasforma in musica… ma non diciamo altro, visitare per credere!
Proseguiamo poi l’itinerario verso la famiglia Platter di Termeno, da generazioni è dedita alla coltivazione di frutti. Marmellate, succhi di frutta, alcune erbe pregiate e il miele sono prodotti da Marta con amore e passione. Lo si nota ad ogni assaggio di qualsiasi bontà passi attraverso la nostra bocca. Il marito ci racconta invece la sua passione per le api, le coccola a mani nude svelandoci così il segreto del lavorare in armonia con la natura, e in pace dei sensi. Il miele è qualcosa di divino
La sera poi la sosta al ristorante Patauner di Settequerce è un obbligo, appartiene infatti al gruppo “locande sudtirolesi”, che si contraddistinguono tra l’altro per la storicità di piatti ed edifici, il cuoco è anche il presidente dell’associazione e ci racconta con estrema cura e passione quello che fa per le persone che visitano la provincia di Bolzano, e per la conservazione della storia e la tradizione sudtirolese. Inutile lodare il gusto sublime degli asparagi che fanno la storia di questa zona, Terlano.
L’ultima tappa del nostro fine settimana all’insegna della tradizione, del gusto e dei sapori ci porta in Val Senales, presso il maso Oberraindlhof a Senales, anche questo membro delle locande storiche sudtirolesi. Dall’alto dei suoi 300 anni, immerso nella verde tranquillità della natura, corrisponde esattamente all’immaginario di colui che vuole scoprire l’Alto Adige. Interni in legno, quadri che parlano di storia altoatesina e in questa indimenticabile location, lo chef Guenter Veit accompagnato da Johanna ci insegnano a mettere il cuore nelle ricette che andiamo a comporre.
Schlutzkrapfen – ricetta locale molto simile ai nostri ravioli – con ripieno di asparagi verdi preparati con le nostre mani, a suggellare il tour del gusto che più ci ha rapito e che sicuramente è riuscito a penetrare fino alla nostra anima. Perché l’Alto Adige ha questa dote: portare l’anima di questo popolo dentro ogni piatto.
Molto Travel e poco Blogger. Condividere emozioni, sentimenti e sensazioni con le persone che amo. Questa è la mia missione.
Raccontare storie e luoghi a cuore aperto è quello che so fare meglio ed è quello che continuerò a fare, per sempre.