I fine settimana di primavera, a volte fortunatamente scanditi da festività nazionali, ci permettono di staccare dal quotidiano e scoprire piccoli o grandi tesori, con sortite magari giornaliere che hanno il sapore di un dolce e piacevole incontro.
Il 2 maggio é stata per me l’occasione di una gita fuori porta sul Lago Maggiore, a cavallo fra Piemonte e Lombardia, meta nota e vasta di cui necessariamente occorre fare una scelta su cosa visitare. Dopo qualche ricerca la sera prima, decido per Villa Taranto e il suo parco in fiore, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore a Pallanza nella provincia del Verbano Cusio Ossola.
L’atmosfera che mi accompagna nel raggiungerla, dopo aver visto il primo scorcio di lago, è un po’ anni Venti o Trenta: le architetture Liberty e la lussureggiante vegetazione, in una cornice fatta di Alpi ancora innevate, scandiscono paesi che sembrano perfette cornici di eleganti film sull’Italia prima della Grande Guerra.
Le ville che si affacciano sul lungo lago sono una diversa dall’altra. Le torri e i tetti fanno capolino tra gli alberi del giardino che presentano una flora insolita per un contesto prealpino: fra i tanti, alte palme con i fiori gialli a dimostrazione che qui c’è un micro clima unico.
I colori della vegetazione mi preparano a ciò che vedranno i miei occhi le ore successive. Macchie di rosso e di giallo sono fratine di azalee che separano come un perimetro i giardini e le ville all’inglese; ordine e cura ovunque.
Villa Taranto si presenta su un leggero declino, e un percorso ben costruito permette al visitatore in ogni mese da aprile ad ottobre di realizzare una passeggiata sensoriale esaltante.
Il capitano inglese Neil Mc Eacharn, appassionato botanico, acquistò nel 1931 questa villa, oggi sede del prefetto di Verbania, con l’intento di renderla un’opera d’arte della natura. Il parco di 16 ettari è infatti oggi una suggestiva vetrina a cui il visitatore può accedere per incontrare fiori, aiuole, siepi, serre, fontane, laghetti, una chiesetta e piante provenienti anche da lontani paesi e perfettamente acclimatate in questa cornice. Questa visita è un percorso sensoriale dove la vista e l’olfatto orientano, stupiscono, e restituiscono immagini e odori noti, meno noti e dimenticati.
La sua scoperta può durare un minimo di un paio d’ore o di più. Può diventare un rispettoso picnic nei tavoli predisposti, una piacevole passeggiata con soste o una approfondita lezione botanica.
Salendo sino al belvedere e poi scendendo, sono rimasta felicemente colpita dalla molteplicità dei colori, dall’armonia del contesto con le Alpi all’orizzonte, anticipate da alte palme e piante esotiche, tanto da far sembrare ciò che avevo davanti, più che un panorama reale, una pittura naif.
Questa villa e il suo parco sembrano veramente un frammento preso dalla verde Inghilterra e innestato in questo angolo d’Italia con l’intento di trovare un felice connubio fra specie lontane e differenti, in un territorio dove acqua, montagna, sole e fitta vegetazione hanno avuto il piacere di accogliere, armonizzare ed esaltare ciò che viene da lontano.
Insegnante di professione, turista per passione, fotografa per diletto. Amo sognare e progettare i miei viaggi come un modo per conoscere e scoprire me stessa. Parecchi i viaggi fatti, molti di più quelli ancora da fare e da raccontare.