Prima di poter raggiungere Zhouzhuang, una delle nostre mete cinesi più tipiche e affascinanti abbiamo dovuto superare un paio di difficoltà.
Utilizzare i mezzi pubblici in Cina non è semplicissimo. Gli ideogrammi sono il primo ostacolo, ma anche le dimensioni delle stazioni, le distanze e la rarità di informazioni in inglese non aiutano.
La Long Distance General Bus Station di Shanghai era guarda caso in ristrutturazione, con buona parte chiusa definitivamente e un nuovo immenso edificio nelle vicinanze. Capire da quale terminal sarebbe partito il nostro bus ci ha fatto perdere quasi un’ora.
Per il ritorno abbiamo riscontrato il problema opposto. Una stazione microscopica con fatiscenti sedie polverose in plastica e nessuno in grado di darci informazioni sugli orari. Alla fine ci siamo fidati di un misericordioso passante.
Da qui in poi è tutto in discesa. Come la rocambolesca discesa giù dal bellissimo ponte di ingresso in città a bordo di uno scricchiolante risciò guidato da un anziano improvvisatosi cabarettista. Da notare che la salita sul ponte ce l’ha fatta fare a piedi mentre lui spingeva il risciò!
La prima impressione, superato il ponte che sovrastava l’incessante passare di chiatte per il trasporto merci e un’affascinante pagoda, è quella di una città piccola ma all’apparenza normalissima. Una splendida particolarità sono i pilastrini a bordo strada, in pietra, simpaticamente intagliati con le sagome degli animali tipici dello zodiaco cinese.
Il risciò si è fermato lasciandoci all’ingresso di un quartiere completamente diverso dal percorso appena fatto. Le case raccontano emozioni e tradizioni antiche. Il legno è ovunque, scuro, importante e le tegole sfumate di rosso e arancione colorano gli scorci insieme a verdi salici piangenti che si tuffano nei navigli.
Eccola, la città vecchia di Zhouzhuang, la Venezia cinese disposta a labirinto tra una fitta rete di canali. L’abbiamo scoperta poco a poco, passeggiando tra i pochissimi turisti presenti dopo aver pagato l’ingresso che dà diritto alla visita autogestita di alcuni palazzi signorili e del suggestivo teatro.
Al di fuori delle case era sempre presente il canto delle barcaiole che accompagnavano i rari visitatori su piccole barche in legno, spingendole magistralmente con un lungo bastone che faceva leva sul fondo del canale.
Su e giù tra viuzze e piccoli ponticelli in pietra ripidi e decorati, si scorgevano via via piccole botteghe di ogni genere: da quelle più raffinate e curate che vendono dipinti, sete e profumi solidi, alle bancarelle con braccialetti, magliette e comune oggettistica, fino ad arrivare ai banchi alimentari del pesce.
Il gran caldo non ha stimolato la nostra fame a sufficienza da farci assaggiare il pesce proposto da ogni ristorante e nemmeno il piatto locale, il piccione laccato, che capeggiava in bella mostra in tutte le vetrine dei locali gastronomici, persino in versione take away. Un peccato.
Anziane signore lavavano i panni sedute a bordo acqua. Quasi non si curavano di noi che passavamo a fianco ammirando i rigogliosi fiori che adornarnavano l’intero paesello, col suo clima umido e lontano da auto, smog e chiasso.
Zhouzhuang è un’isola di pace e natura, protetta dal caos frenetico delle grandi città cinesi. Una perla rara che conserva con tanta naturalezza la preziosa consistenza dei tempi antichi.
Dove si trova Zhouzhuang?
Casalinga soddisfatta, e non certo disperata, piango ogni sera che precede una partenza. E piango di nuovo quando è ora di rientrare. Pare io sia una buona cuoca e, sicuramente, un’ottima forchetta. Scrivo diari dagli anni delle medie, ma ora sono diventati diari di viaggio su www.thegretaescape.com. Amo il sushi, i miei tre gatti, ma anche mio marito! È con lui che condivido ogni viaggio, ogni emozionante esperienza.