Un itinerario sul Lago di Como tra storia e piccoli borghi

Ci sono luoghi che sembrano ormai troppo visti, ma che invece riservano sempre sorprese e novità. Uno di questi è senz’altro lo splendido Lago di Como, alias Lario, del quale vi voglio proporre un itinerario sulla sua sponda occidentale. Questa escursione può essere fatta comodamente in una giornata.

Sono partito dal paese di Moltrasio, a pochi minuti d’auto da Como, dove alloggiavo nel delizioso Albergo Posta. Questo noto hotel con annesso ristorante, il cui nucleo abitativo risale addirittura al Cinquecento e la cui attività locandiera è iniziata nel Settecento, si trova in una bellissima posizione a ridosso del lago, esattamente di fronte ad uno spiazzo panoramico dal quale partono anche i traghetti. Sicuramente un’ottima scelta per fare base in un soggiorno sul Lario.

Mi sono spostato verso nord lungo l’antica e stretta Via Regina, che ad un certo punto confluisce nella più moderna e larga Via Regina Nuova. Prima tappa è Argegno, un altro classico paese lacuale che avevo già visitato, nel quale faccio una passeggiata e rimedio un panino per il pranzo in un piccolo forno vecchio stile. Da lì mi dirigo verso Menaggio, poco prima del quale si trova la famosa Villa Carlotta, aperta al pubblico con museo e giardino botanico. A Menaggio, oltre ad uno splendido lungolago, c’è tanto da vedere: tra le curiosità, un tracciato ferroviario dismesso ed una stele romana sulla facciata della Chiesa di Santa Marta. Dopo il panino ed una breve escursione in paese, riprendo la strada per fermarmi poco dopo a Cremia, ventoso paradiso per windsurfer e kitesurfer. Non potete sbagliare: un’altra ciminiera, ora parte di un ristorante, vi indicherà dove fermarvi.

La successiva tappa è Dongo, teatro di avvenimenti cruciali per la storia italiana. Qui, il 27 aprile 1945, furono catturati Benito Mussolini e Claretta Petacci in fuga. Sempre qui scopro che la Provincia di Como ha individuato e segnalato quattro itinerari tematici dedicati alla fase finale della Seconda Guerra Mondiale, riuniti sotto il titolo di La Fine Della Guerra. Sono percorsi che toccano luoghi significativi per diversi aspetti di quel periodo, come la lotta partigiana, le vie di fuga verso la vicina Svizzera e, appunto, la fine di Mussolini. È stato istituito anche un museo dedicato (che va a sostituire di nome e di fatto il precedente Museo Della Resistenza) che aprirà il 12 aprile 2014. Dongo è un bel paese come ce ne sono tanti lungo le sponde lariane, e pare incredibile che sia stato teatro di fatti tanto funesti. Ad esempio, di fronte alla centrale Piazza Paracchini c’è una ringhiera che dà sul lago, dove furono fucilati 15 gerarchi fascisti: se guardate bene, troverete ancora i segni dei proiettili.

Lasciato Dongo, faccio una puntata verso la testa del lago fermandomi a Domaso. A nord l’orografia di questa sponda cambia notevolmente e le alture ripide e vicinissime alla riva cedono il passo a spazi più larghi e pianeggianti. Questo si vede anche dall’alto numero di campeggi presenti, impossibili da attrezzare più a sud. Da qui riprendo al strada del ritorno, ma prima mi aspetta un’ultima tappa de La Fine Della Guerra, a Giulino di Mezzegra, dove sono stati giustiziati Mussolini e la Petacci, circa a metà strada tra Menaggio ed Argegno. Seguite le frecce che indicano semplicemente “Fatto storico 28.04.1945” (sic) ed in pochi minuti arriverete a Villa Belmonte, davanti al cui cancello avvenne l’esecuzione. Non faticherete a riconoscere il luogo, ben segnalato in diversi modi.

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