Se vi state chiedendo se valga la pena passare un weekend in questa capitale europea così poco conosciuta dalle nostre parti, questo è l’articolo che fa per voi.
Scopriamola in dieci punti.
1) Vale la pena il viaggio?
La risposta è positiva, assolutamente sì. Troverete una città assai diversa da come la immaginate. I palazzoni di stampo sovietico sono confinati nelle estreme periferie, mentre il centro storico è piacevole sempre, pulito, pieno di parchi e di attività. A quale altra città europea sembra assomigliare in alcuni punti? Non ci crederete mai: a Vienna.
2) Viaggio e documenti
Ci sono voli aerei diretti da diverse città italiane, anche grazie alle consuete compagnie low cost, per cui non è difficile arrivare nella capitale bulgara senza spendere molto. Per quanto riguarda i documenti, è sufficiente la carta d’identità in corso di validità e i controlli in aeroporto sono quelli di ogni città europea.
3) Quanto tempo serve per visitare Sofia
Due giorni pieni sono sufficienti per visitare l’essenziale di Sofia. Con un giorno in più potrete uscire dai suoi confini per visitare la chiesa di Boyana Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, oppure visitare uno dei celebri monasteri dei dintorni.
4) Moneta e spese
La Bulgaria fa parte dell’Unione Europea ma non ha ancora adottato l’euro, di conseguenza dovrete pagare le piccole spese in Lev, la moneta locale, che corrisponde all’incirca a 0,50€. Il centro storico ha prezzi logicamente molto più elevati rispetto al resto del paese, ma malgrado questo i costi sono indicativamente la metà rispetto all’Italia. Gli alberghi invece, probabilmente per la domanda più alta dell’offerta, costano come in tutte le città europee.
5) Sicurezza
Il centro storico di Sofia è assolutamente sicuro, pieno di polizia a controllare che non ci siano problemi. La conferma viene dalla quantità di persone, comprese donne sole, che attraversano i numerosi parchi cittadini la sera, anche a un’ora avanzata.
6) I Bulgari
Non amano particolarmente la conversazione e i rapporti umani, ma sono sempre gentili ed educati. Forse la difficoltà di interazione deriva anche dal fatto che la conoscenza della lingua inglese non pare troppo diffusa.
7) Dove soggiornare
Per potersi muovere agevolmente a piedi e visitare in questo modo tutto il centro storico, la risposta è una sola: il boulevard Vitosha e le sue immediate vicinanze. Questa lunga arteria è in parte pedonale ed è tutta un susseguirsi di bar, ristoranti, locali di vario genere e negozi; è il vero centro della vita cittadina e si anima in maniera pazzesca il sabato e la domenica.
8) Il cibo
Come si mangia a Sofia? Davvero bene, e spendendo poco. Insalatone spettacolari, carne alla griglia, formaggi, yoghurt (che i Bulgari sostengono di aver inventato), ma anche piatti importati come pasta o pizza, oppure pesce, di fiume oppure direttamente dal Mar Nero. Il tutto spesso rielaborato in maniera diversa rispetto a come siamo abituati, con gusti e spezie differenti, per un risultato spesso di grande qualità che sorprende il nostro palato. Vini ottimi, a causa della grande tradizione enologica e la rakia a chiudere il pasto, una grappa fortissima fatta facendo fermentare la frutta. Un vero torcibudella a 65%.
Un esempio di costi? A cena in uno dei migliori e più eleganti ristoranti del centro cittadino, prendendo due piatti a testa, vino e digestivo 49€ tutto compreso per due persone.
9) Il recente passato comunista
Cercate statue, simboli, situazioni che ricordino il vicino passato sovietico? Siete fra i rarissimi nostalgici del Patto di Varsavia? Andate da un’altra parte. Non c’è nulla nel centro storico di Sofia che ricordi quegli anni. Assolutamente niente, è stato tutto spazzato via negli ultimi anni, come se non fosse mai esistito; rimane solo la possibilità di visitare il Museo dell’Arte Socialista che si trova in periferia.
10) Cosa visitare e come organizzare l’esplorazione del centro
È semplice: prendete una piantina e segnatevi l’anello che parte dal Palazzo della Cultura con il suo grande parco e prosegue lungo tutto il boulevard Vitosha fino alla moschea Banya Bashi; da qui svoltate a destra verso la cattedrale Nevskij e da questa di nuovo verso il punto di partenza.
Musei
tralasciate serenamente l’interno del tanto decantato Museo Storico Regionale e visitate al suo posto il Museo Archeologico, che si trova dentro un’antica moschea. È semplicemente eccezionale, con oggetti e storia dal neolitico al Medioevo.
Chiese
Tutte, ognuna diversa, ognuna con una storia particolare, tutte molto belle e particolari. La mia preferita? La Sveta Nedelja, la cattedrale di Santa Domenica, con i suoi meravigliosi affreschi.
Il punto da non perdere?
Il Largo, cioè “il Triangolo del Potere”, presso la fermata Serdika della M1. Se vi sedete al tavolino di un bar a prendere il caffè, non riuscirete a contare le attrazioni di quel luogo: il Palazzo Presidenziale, ex Palazzo Reale, con i Ministeri ai lati, che formano il Triangolo. Di fronte la statua simbolo di Sofia, con la corona d’alloro in una mano e un gufo nell’altra, simbolo della sapienza. Alle spalle la Vitosha e tutta la sua vita, più avanti il Mercato Centrale Coperto, la moschea Banya Bashi (ultima rimasta per il culto in città e visitabile), il parco e i vecchi bagni termali ora Museo Storico Regionale, con l’acqua sorgiva calda che ancora esce dalle fontanelle.
A due passi in direzione del Palazzo Reale si trovano la Rotonda di San Giorgio e il Museo Archeologico. Sotto i nostri piedi invece c’è il Serdika Museum, in parte all’aria aperta e in parte nel sottosuolo. Di cosa si tratta? Nel 2010, scavando per la metropolitana, i Bulgari hanno trovato i resti di una parte della città romana, li hanno portati alla luce e conservati per il pubblico: l’area è enorme e ci si chiede come abbiano fatto a terminare i lavori in soli tre anni.
Cosa volere di più da Sofia?
Una cosa in effetti c’è. I suoi parchi, enormi, meravigliosi e sempre curatissimi, frequentati da turisti e locali, alla ricerca di aria buona e fresca d’estate, di un po’ di verde d’inverno.
Sono area manager di una multinazionale alimentare, ma in realtà viaggiatore “compulsivo” da tutta la vita, senza possibilità di guarigione, da quando ho capito che i viaggi sono la benzina per il motore della mia anima.
Alterno viaggi di scoperta o fatti per nutrire la mente ad altri specificatamente pensati per le immersioni, fatte ovunque ci sia abbastanza acqua.