Cosa vedere a Kuala Lumpur in 3 giorni – Malesia

Prima tappa del mio viaggio estivo asiatico, Kuala Lumpur è stato un ottimo modo per iniziare questa avventura. Già, del resto non si dice “chi ben comincia è a metà dell’opera”?

Un po’ di storia di Kuala Lumpur

Parto con un veloce excursus storico che permette di comprendere più a fondo il carattere e le caratteristiche della metropoli di più di un milione e mezzo di abitanti che ho visitato ad agosto.

Era il 1857 quando un gruppo di cercatori di stagno cinesi, giunti in un’area nella quale confluivano due importanti fiumi, battezzarono il luogo Kuala Lumpur, la cui traduzione letterale significa “confluenza fangosa”.

Fu proprio la ricchezza di stagno di quest’area a renderla rapidamente molto attrattiva tra i migranti cinesi, noncuranti della malaria e di molte altre malattie tropicali che affliggevano queste terre.

Presto però Kuala Lumpur attirò anche l’attenzione degli inglesi, i quali avevano affermato la loro presenza esclusiva nel territorio malese. Approfittarono di una guerra in cui l’insediamento cinese venne raso al suolo per ricostruirla con un diverso assetto urbano.

Nel 1896 la città venne nominata capitale dei neonati Stati Federali Malesi e iniziò ad attrarre anche comunità di altre etnie appartenenti a paesi sotto il dominio britannico quali Sri Lanka e India. E’ quindi da ricercarsi in questo periodo storico la matrice multiculturale che ancora oggi caratterizza questa metropoli.

Nel 1957 la Malesia dichiarò l’indipendenza dall’Inghilterra e fu proprio una decina di anni dopo che Kuala Lumpur conobbe i suoi anni più drammatici caratterizzati da violenti scontri interrazziali tra la comunità cinese e quella malese.

Primi anni ’90

E’ però a partire dai primi anni ’90  che questa città si ritrova al centro dello sviluppo economico del Paese, sviluppo che ne cambia anche l’estetica dal momento che vengono costruiti numerosissimi grattacieli e centri commerciali, simbolo della modernità di quegli anni.

Perchè vi ho raccontato questa storia? Semplicemente per spiegare che la matrice multiculturale della città, che è la prima cosa che la caratterizza e che salta all’occhio, ha radici molto lontane. Non deve quindi sorprendere che, ad oggi, alle 3 etnie principali, ovvero malesi, cinesi e indiani, si siano aggiunte anche comunità minori di thailandesi, indonesiani e filippini ma anche europei, australiani e giapponesi.

La prova del carattere cosmpolita lo si trova nel cibo ( si possono trovare cucine tipiche di tutta l’Asia), nella lingua ( il malese è la lingua ufficiale ma, ad essa, se ne sovrappongono molte altre e, comunque, praticamente tutti parlano inglese) e nella religione i cui simboli si alternano all’interno della città. Non vi stupite quindi se vi troverete a visitare chiese e moschee, templi cinesi e indù.

Amo le contaminazione, le culture che si fondono, il carattere multietnico e multiculturale dei luoghi che visito e, sotto questo punto di vista, Kuala Lumpur non tradisce.

Cosa vedere a Kuala Lumpur in 3 giorni

Io ho trascorso 2 giorni e mezzo in questa città ma, se ne aveste a disposizione di più, sono certa che non vi annoiereste. Non vi potrò quindi dire tutto quello che c’è da fare in questa città così ricca di stimoli, semplicemente vi scriverò ciò che ho deciso di fare io.

Il primo giorno lo abbiamo dedicato alla visita del quartiere di Chinatown con il caratteristico mercato di Petaling Street, alla visita di Merdeka Square e dei suoi dintorni, cartterizzati da eleganti edifici coloniali, del tempio Sri Mahamariamman, il più antico tempio indù di tutta la Malesia e della Moschea del Venerdì (Masjid Jamek) eretta proprio alla confluenza dei due fiumi in cui sorsero i primi insediamenti della città.

KL tower

Il secondo giorno è stato invece caratterizzato dalla visita a quelli che sono i due simboli indiscussi della città: la KL tower e le Petronas towers.

La prima l’abbiamo raggiunta a piedi dal quartiere di Chinatown nel quale si trovava il nostro hotel. Per raggiungerla si può scegliere tra due opzioni: seguire la normale strada asfaltata o passando attraverso il KL Forest Eco Park utilizzando la canopy walkway, una passerella in legno sospesa tra gli alberi. Noi abbiamo scelto la seconda soluzione perchè provare l’emozione di ritrovarsi all’interno di una giungla circondati da scimmie nel centro della città è un’esperienza che consiglio di non perdersi.

La KL tower, alta 421 metri, è la quarta torre delle telecomunicazioni più alta del mondo. Io consiglio di acquistare il biglietto che dà accesso al piano più alto (300 metri) così da poter godere di uno spettacolare punto panoramico, lo Sky Deck, il quale ospita anche 2 Sky Box, ovvero 2 strutture in vetro che sporgono dallo Sky Deck che regalano l’emozione di sentirsi sospesi nel vuoto. La coda per avere l’accesso agli Sky Box è parecchio lunga ma ne vale la pena.

Il biglietto per visitare le KL può essere acquistato online ma solitamente non è necessario e la coda non è mai così lunga a meno che non si scelga l’ora del tramonto, ovviamente molto gettonata.

Petronas towers

Nel pomeriggio ci siamo mossi, sempre a piedi, alle Petronas towers, le torri gemelle simbolo indiscusso della città. Esse ospitano la sede della compagnia nazionale petrolifera Petronas e, con i loro 452 metri, sono gli edifici più alti della città. Io consiglio di fare la visita guidata di giorno ma di non perdere la vista serale di queste due torri illuminate, momento nel quale raggiungono il massimo splendore.

Intorno alle 20 potrete godere anche uno spettacolo di fontane danzanti multicolore nel  KLCC Park, un giardino che si estende intorno al lussuoso centro commerciale Suria Mall KLCC che è anche il posto migliore per vedere le Torri Petronas.

A differenza della visita alla KL tower, la visita guidata va prenotata anticipatamente on line sul sito ufficiale oppure bisogna recarsi alla biglietteria la mattina molto presto sperando di riuscire ad accaparrarsi uno dei biglietti disponibili per le visite a numero chiuso. La visita guidata permette di visitare lo skybridge che collega le due torri gemelle tra il 41° ed il 42° e l’Observation Deck all’86° piano, 360 metri sopra Kuala Lumpur.

Batu Caves

Per concludere in bellezza, la mattina del terzo giorno (il pomeriggio avevamo l’aereo che ci avrebbe portati a Sumatra) abbiamo optato per una gita fuori porta per la visita delle Batu Caves, un insieme di grotte ( 5 per la precisione) che ospitano i templi indù più importanti al di fuori dell’India.

Appena arrivati si rimane colpiti dalla lunga e colorata scalinata (272 scalini che metteranno a dura prova il vostro fiato e le vostre gambe) e dalla grande statua dorata di Karttikeya, il dio della guerra e della vittoria (anche conosciuto come Murugan), che protegge l’ingresso del santuario. Si tratta di una colossale opera alta 42 metri la cui realizzazione, su un terreno molto irregolare, richiese un’incredibile abilità.

Arrivati in cima, si entra nella prima grotta e si sale su una seconda rampa di scale molto più breve, che conduce a una serie di statue e santuari indu. L’interno delle grotte è illuminato con le luci artificiali ma la luce entra anche da una grande frattura della roccia che permette alla luce naturale di penetrare.

Lo spettacolo è davvero impressionante non tanto per la bellezza dei templi che, a dirla tutta, sono anche un po’ pacchiani presi singolarmente, ma per l’opera nel suo complesso.

Per concludere posso dirvi che questa città mi è piaciuta tantissimo per i suoi contrasti e per la sua vivacità e che se quindi vi dovesse capitare, come è capitato a me, di avere uno scalo aereo pianificato qui, se vi fosse possibile, dedicate qualche giorno per visitarla.

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