Hai mai sentito parlare del Cammino del Melandro in Basilicata? Sinceramente prima di qualche settimana fa nemmeno io, eppure è stata una delle esperienze più belle e gratificanti che ho fatto negli ultimi anni.
Grazie infatti all’invito di Rocco Perrone e alla sua agenzia IvyTour Basilicata, ho avuto l’opportunità di percorrere questo cammino straordinario insieme ad un gruppo di appassionati camminatori. È un viaggio a piedi lungo sentieri che si snodano nella suggestiva Valle del Melandro e per buona parte del tragitto anche dentro il Parco Nazionale Appennino Lucano, angolo autentico della Basilicata dove davvero il tempo sembra essersi fermato. Prima di questo cammino non ero mai stato in Basilicata e non sapevo nemmeno di preciso cosa aspettarmi da questo tour.
In 7 giorni e 6 tappe, io e i miei compagni di cammino abbiamo percorso 120 chilometri a piedi, affrontando 3.700 metri di dislivello positivo lungo un itinerario ad anello che ci ha portato tra borghi antichi e poco conosciuti, cascate nascoste, boschi rigogliosi e siti archeologici che raccontano storie e leggende millenarie.
Ma vediamo in dettaglio le tappe del Cammino del Melandro.
- Tappa 1 – Da Pantano di Pignola a Satriano di Lucania – 19 KM
- Tappa 2 – Da Satriano a Savoia – 12 Km
- Tappa 3 – Da Savoia a Sant’Angelo le Fratte Percorso – 20 Km
- Tappa 4 Da Sant’Angelo le Fratte ad Atena Lucana – 20 Km
- Tappa 5 – Da Atena Lucana a Sasso di Castalda – 20 Km
- Tratta 6 – Da Sasso di Castalda al Pantano di Pignola – 18 Km
- Riflessioni finali sul Camino del Melandro
- Come arrivare
- Cosa portare
Tappa 1 – Da Pantano di Pignola a Satriano di Lucania – 19 KM
La prima tappa ha inizio all’Oasi WWF del Pantano di Pignola, poco distante da Satriano di Lucania, per poi salire lungo un sentiero battuto tra i boschi incantevoli del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Dopo un cammino piacevole e tutto sommato semplice di circa due ore si arriva al rifugio Casermetta, dove ci sono aree picnic attrezzate per il nostro pranzo al sacco. Ci sono anche alcune fontane per riempire le borracce che servono per il resto del cammino. Il rifugio Casermetta non è sempre aperto per cui vale la pena verificare prima dell’arrivo se si ha intenzione di pranzare li.
Dal rifugio si riparte per scollinare sul monte Schiena d’Asino, con un panorama a 360 gradi sulla zona sottostante, per poi attraversare il bellissimo Bosco Ralle e l’oasi Sorbo. Il cammino finisce a Satriano di Lucania dove si passa la notte. Tratta tutto sommato una tratta facile, adatta a tutti, da fare senza fretta per godersi il panorama e scattare qualche foto ricordo.
Satriano di Lucania
Satriano di Lucania è un bel paese in provincia di Potenza e capoluogo della “Valle più dipinta d’Italia” di cui parlerò in un nuovo post.
Satriano di Lucania fu fortemente colpita dal terremoto che nel 1980 colpì questa regione, ma che ha ritrovato il suo splendore grazie ad oltre 160 murales che abbelliscono le case e le vie del centro storico del paese.
Ho trascorso due notti a Satriano di Lucania, presso il B&B Villa Rosina che sento di consigliare caldamente, sia per la location (si trova in centro paese) ma sopratutto per l’accoglienza della proprietaria Maria e le abbondanti colazioni che prepara, con torte e succhi di frutta freschi fatti da lei con i prodotti del suo orto.
Per cena consiglio il Ristorante Caluae, ottima cucina locale e anche pizzeria con pizze tra le più buone della Basilicata se non del sud Italia. Prova anche l’amaro Sempre Freddo, ottimo come digestivo a fine pasto.
Tappa 2 – Da Satriano a Savoia – 12 Km
La partenza è sempre dal centro di Satriano e dopo una breve visita ai murales più belli del paese si sale verso la Torre di Satriano, una struttura fortificata risalente all’età del Ferro (VII-VI secolo a.C.), considerata uno dei siti più importanti per la comprensione delle civiltà enotrie e lucane.
Da qui si prosegue sui crinali del Caruso fino a raggiungere la località di Sorbo dove trascorreremo la notte presso il B&B Sorbo (tel +39 348 749 5371). Donatello, proprietario del B&B dove alloggiamo, dopo cena ci allieta con alcuni balli popolari lucani utilizzando alcuni strumenti tradizionali come il tamburello e altre percussioni. Una bella esperienza, genuina, nata spontaneamente senza secondi fini.
Sempre per la notte di questa tappa consiglio il B&B Masseria U Saliére (Tel./Cell: 328 3148416): stanze semplici ma accoglienti, con una vista molto bella sulla valle.
Tappa 3 – Da Savoia a Sant’Angelo le Fratte Percorso – 20 Km
La terza giornata inizia dalla contrada Sorbo e seguendo un sentiero largo e ben tracciato, si arriva al paese di Savoia di Lucania, altro bel paese con murales ed un bella piazza dove fermarsi per un caffè.
Questo paese è conosciuto anche grazie a Giovanni Passannante, figura storica legata all’anarchismo italiano, originario di Salvia (il nome originario di Savoia di Lucania). Nato nel 1849 in una famiglia di contadini poveri, divenne noto per aver tentato di assassinare il re Umberto I il 17 novembre 1878. Durante una visita reale a Napoli, Passannante cercò di colpire il sovrano con un coltello, ma fallì, ferendo solo lievemente il primo ministro Benedetto Cairoli. Il suo corpo è seppelito al cimitero del paese, visitabile se interessati.
Il cammino riprende fino a scendere nel Vallone del Tuorno grazie ad un sentiero che scende in un bosco fitto e non esposto al sole, cosa da tenere a mente nelle giornate calde e di sole.
Il sentiero è prevalentemente in discesa, per cui non è molto impegnativo. Ad un certo punto si può proseguire per la Cascata Grande oppure per la Cascata Piccola. Consiglio di proseguire prima per la Cascata Grande, in quanto è più suggestiva e poi per la Cascata Piccola. Il percorso è ben segnalato, anche se dopo aver preso il sentiero per la Cascata Grande non troverai più cartelli ma non ci si può perdere perchè basta andare sempre dritti. Il mio consiglio è fare il bagno nella Cascata Grande se non c’è nessuno oppure in quella piccola nel caso quella Grande fosse affollata. L’acqua è fredda ma non freddissima e quindi fattibile per tutti.
Dopo il bagno si prosegue verso la destinazione finale per la tappa di oggi, il paese di Sant’Angelo le Fratte, altro paese facente parte della “Valle più dipinta d’Italia”, con i suoi 150 murales che raccontano il territorio e la sua storia. Sant’Angelo le Fratte è famoso anche per le sue cantine, una cinquantina circa ricavate nella roccia a monte del paese, dove un tempo i contadini conservavano il vino e le derrate alimentari. Cantine che ricordano la vita di un tempo e dove in estate si fa una sagra molto apprezzata chiamata “Cantine aperte”.
Per la notte Casa Vacanze Finalmente, in centro al paese.
Tappa 4 Da Sant’Angelo le Fratte ad Atena Lucana – 20 Km
Bellissima tappa abbastanza impegnativa per il dislivello in salita che conduce all’altopiano di Campo di Venere dove se la giornata è limpida sarà visibile il Golfo di Salerno che dista oltre 100 km. Una volta raggiunto il pianoro, si attraversano tre fattorie dove ci sono alcuni animali e una fontana per dissetarsi.
Continuando il cammino si arriva alla tappa finale della giornata ad Atena Lucana, dove dormiremo nell’agriturismo Domus Otium gestito da una famiglia locale. Questo agriturismo è impegnata nella sostenibilità, utilizzando pratiche eco-compatibili e promuovendo un turismo responsabile.
E proprio qui, prima di cena, partecipo alla serata Ecstatic Dance organizzata da Rocco. Sai di cosa si tratta? Ecstatic Dance è una forma di danza libera e non strutturata che incoraggia i partecipanti a muoversi liberamente, seguendo il flusso della musica senza restrizioni o giudizi. Durante una sessione, non ci sono coreografie o regole fisse: i ballerini sono invitati a esplorare movimenti spontanei, connettendosi al ritmo e al proprio corpo. La musica varia da ritmi lenti e meditativi a suoni più energici e coinvolgenti, creando un ambiente in cui ognuno può esprimersi liberamente. Le sessioni spesso iniziano e si concludono con momenti di meditazione o cerchi di condivisione, favorendo un’esperienza di comunità e introspezione.
Tappa 5 – Da Atena Lucana a Sasso di Castalda – 20 Km
Si parte di buon mattina dopo un’ottima e sana colazione per tornare in territorio lucano e raggiungere il monte dello storico Santuario del Crocifisso di Brienza. Un bel sentiero, in parte su strada sterrata che porta al santuario del Crocifisso di Brienza, importante luogo di culto risalente al XVII secolo. Il santuario è dedicato a un antico crocifisso ligneo che, secondo la tradizione, avrebbe compiuto diversi miracoli. Ogni anno, devoti e pellegrini visitano il santuario per venerare l’immagine del Cristo crocifisso, in particolare durante le celebrazioni del 3 maggio. Immerso in un paesaggio suggestivo, il santuario è un simbolo di fede e spiritualità per la comunità locale.
Si continua il cammino scendendo a Brienza lungo la via dei pellegrini per poi risalire al paese di Sasso di Castalda. Questo paese è anche conosciuto per il ponte tibetano “Ponte alla Luna” che percorro: lungo circa 300 metri e sospeso ad oltre 100 metri d’altezza, collega due versanti di un profondo canyon, regalando ai visitatori una vista mozzafiato sul paesaggio montano circostante e sul paese di Sasso. Il ponte è un’esperienza emozionante per gli amanti dell’avventura e dell’adrenalina, offrendo una passeggiata nel vuoto in totale sicurezza. L’ingresso costa €20 e include imbrago e casco. Il nome “Ponte alla Luna” è un omaggio all’astronauta lucano Rocco Petrone, che partecipò alla missione Apollo.
Esperienza da provare è il “bagno di foresta” al tramonto; un paio d’ore immersi nella natura con la guida di Rocco, ascoltando il luogo, e facendo attenzione a ciò che ci circonda. Un momento detox da tutto e in particolare dal mondo digitale, per ritrovare noi stessi e dare valore a ciò che abbiamo attorno e troppo spesso diamo per scontato.
Tratta 6 – Da Sasso di Castalda al Pantano di Pignola – 18 Km
Nel centro storico di Sasso si imbocca il sentiero Frassati Basilicata che dopo aver costeggiato l’oasi dei cervi sale in località Costara. Si cammina in una delle faggete più belle d’Italia fino ad incontrare il faggio di San Michele che ha un’età di circa 300 anni. Questo antico faggio, venerato dalla comunità locale, è associato alla devozione per San Michele Arcangelo, protettore dei pastori e dei viandanti. La tradizione popolare vede in questo maestoso albero un luogo di preghiera e riflessione, spesso meta di pellegrinaggi durante le celebrazioni religiose. Il faggio, con la sua imponenza e longevità, simboleggia la connessione tra natura e spiritualità.
Il cammino continua fino a salire alla Madonna del Sasso per poi scendere nel canale della Fossa Cupa. Durante il percorso incontriamo anche una mandria di vacche podoliche allevate principalmente allo stato brado, che si nutrono di erbe spontanee e producono un latte di altissima qualità, utilizzato per realizzare formaggi pregiati come il caciocavallo podolico. Questa razza è anche nota per la carne magra e saporita, apprezzata per la sua genuinità. Il loro allevamento ha radici antiche e rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico non solo della Basilicata ma di tutte le regioni meridionali d’Italia.
Il cammino prosegue lungo un sentiero che costeggia il fiume Basento che nasce poco più sopra, fino ad arrivare al Lago Pantano di Pignola dove si conclude ufficialmente il cammino.
Riflessioni finali sul Camino del Melandro
120 km di cammino potrebbero sembrare tanti per molte persone ma ti garantisco che non lo sono. Se non sei una persona totalmente sedentaria e ti concedi qualche passeggiata durante la settimana non dovresti avere problemi. Ovviamente non va presa come una semplice passeggiata perchè comunque a tratti è anche impegnativo, ma in generale è un percorso fattibile a tutti.
Ogni passo di questo cammino ci ha condotti attraverso scenari mozzafiato, con panorami che cambiavano continuamente: dalle dolci colline dorate dei primi giorni, alle verdi vallate fino a salire su monti con un panorama a 360 gradi sulla regione.. È stato un viaggio che ha saputo toccare tanto lo spirito quanto il corpo, con monasteri che invitavano alla riflessione e alberi secolari che sembravano osservare il nostro cammino. La Basilicata mi ha accolto con la sua calda ospitalità: anche sotto il sole estivo più cocente, non mancava mai un sorriso, un rifugio o una fonte d’acqua fresca per ristorarsi.
Questo cammino non è stato solo un percorso tra paesaggi incantevoli, ma un’esperienza profonda che mi ha fatto scoprire una regione autentica, ricca di tradizioni, pronta a farti sentire a casa, passo dopo passo. Ah, e non dimentichiamoci la cucina: in ogni ristorante che ho visitato si è sempre mangiato benissimo, con piatti preparati con prodotti locali di altissima qualità, sapientemente cucinati e accompagnati da ottimi vini Aglianico. Anche le piccole botteghe per panini e pizzette del pranzo non sono state da meno, offrendo sempre prodotti freschi e genuini, che riflettono la ricca tradizione gastronomica della Basilicata.
Come arrivare
Una delle domande più frequenti che mi sono posto prima di partire è stata: “Come si arriva a Satriano di Lucania?” Ecco alcuni consigli.
In Aereo
Se arrivi dal nord Italia o dall’estero, il nuovo aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi è probabilmente l’opzione più comoda. L’aeroporto è a circa 120 km da Satriano di Lucania, il che rende il paese raggiungibile in auto o pullman. Dall’aeroporto, puoi noleggiare un’auto e dirigerti verso l’autostrada A3, seguendo le indicazioni per Potenza e successivamente per Satriano di Lucania. Il viaggio in auto dura circa 1 ora e 30 minuti, ma ti garantisco che il percorso tra le colline lucane è molto piacevole.
Se hai tempo visita Salerno, ne vale sempre la pena.
In Treno
Se preferisci viaggiare in treno, il collegamento ferroviario più vicino è la stazione di Potenza, che dista circa 30 km da Satriano. Potenza è ben collegata con le principali città italiane, inclusa Salerno, tramite i treni regionali e Intercity. Una volta arrivato a Potenza, puoi scegliere di prendere un autobus diretto per Satriano di Lucania (la compagnia locale di autobus copre questa tratta in maniera regolare) o prendere un taxi.
Cosa portare
Per affrontare il Cammino del Melandro ti consiglio di portare uno zaino piccolo per il giorno (un 20 litri può bastare), con l’essenziale per il cammino come borraccia dell’acqua, snack, crema solare, cappello, una giacca leggera impermeabile, maglietta di ricambio e un kit di primo soccorso.
Il bagaglio più grande verrà spostato dai dipendenti di Ivy Tour da un B&B all’altro dove passerai la notte. Ricorda di portare anche calze di ricambio per il trekking e i bastoncini se ne hai, altrimenti ti verranno forniti da Ivy Tour. Il mio consiglio è quello di lavare maglietta, intimo e calze ad ogni tappa per non doversi portare in viaggio troppi capi d’abbigliamento.
Consiglio anche un paio di scarpe trekking uomo (o donna), valide e adatte per lunghi cammini su percorsi misti tra asfalto, sterrato e sentieri di montagna. Ho scritto un post sulle scarpe da cammino adatte per questo tipo di esperienze.
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori