Avete in programma un viaggio in Alsazia nei prossimi tempi e vi chiedete cosa ci possa essere da fare? Se non è ancora in programma fareste bene ad aggiungerla alle vostre prossime destinazioni. Perché? Ve lo spieghiamo in dieci punti (e poi ne riparliamo). Spalancate gli occhi Tra il Reno da una parte e i … Continua
Da sempre la bellezza di borghi e città in tutto il mondo si è riflessa nella letteratura, nella poesia e naturalmente anche nella musica. Raccontare il territorio in cui si è cresciuti, dove si sono consumate esperienze indimenticabili o da cui semplicemente ci si è lasciati incantare, è un vezzo che ha permesso a interpreti e cantautori di portare il fascino di località memorabili oltre le mura che ne cingono i confini.
Lingueglietta, frazione collinare del comune di Cipressa, provincia di Imperia, nonché uno dei “Borghi più belli d’Italia”, ha avuto la fortuna di vedersi raccontare non solo nella musica e nelle parole di una cantautrice ligure, ma anche nelle immagini del suo ultimo video.
Chiara Ragnini, genovese, cantautrice, due dischi alle spalle e numerose collaborazioni con il panorama pop-folk italiano. Anima creativa e razionale, un estro malinconico e tagliente. Dualismo ed equilibrio, proprio come le montagne e il mare che nella sua Liguria convivono in quei paesaggi spazzati dal vento che noi tutti amiamo. Ha deciso di raccontare Lingueglietta nel video che accompagna la sua canzone “Tra le foglie” per rendere omaggio a questo borgo medievale di rara bellezza, ma ancora poco noto al flusso di visitatori che ogni anno imperversa sulle coste liguri. Un centro storico praticamente intatto, i ruderi malinconici di un castello del XIII secolo, e una chiesa-fortezza dedicata a San Pietro, monumento simbolo di questa perla celata alle spalle della celebre linea costiera.
Scrive Chiara Ragnini
Lingueglietta è uno dei Borghi più belli d’Italia, uno dei cinque presenti nella provincia di Imperia insieme ad Apricale, Cervo, Seborga e Triora, e questa iniziativa vuole rendere omaggio al territorio che mi ha adottata, focalizzando l’attenzione sull’area della Valle del San Lorenzo, dove è collocato, che si caratterizza in un fulcro artistico tutto da scoprire e che ospita, oltre alla sottoscritta, per quanto riguarda la parte musicale, anche due artiste straniere legate al mondo dell’arte contemporanea e moderna, ossia Carin Grudda e il suo parco delle sculture, a Lingueglietta, e Judith Torok con Villa Biener, altro parco tematico situato a Cipressa.
Il video, che ha ottenuto, con mio grande piacere, il patrocinio della Provincia di Imperia, del Comune di Cipressa, del Club I Borghi più Belli d’Italia e del progetto europeo BEST OF – Valle del San Lorenzo, porterà in tutta Italia le immagini di questo piccolo gioiello dell’entroterra ponentino ligure, con l’obiettivo di incuriosire l’ascoltatore e il pubblico, valorizzando un’area ancora poco conosciuta ai più.
Marco e Felicity, fondatori di questo blog e di Thinkingnomads.com – In viaggio per il mondo dal 2004 con oltre 110 nazioni visitate nei 5 continenti. Prima viaggiatori e poi travel blogger, sognatori e sempre in cerca di nuove avventure.
In trasferta nella provincia di Benevento, a meno di una settimana dall’esondazione dei fiumi Calore, Sabato, Fortore, Tammaro e Volturno che l’ha messa in ginocchio: oggi è il primo giorno di sole dopo la tragedia, e così l’itinerario di “A Rural Experience”, la tre giorni di blog tour a suo tempo programmata da Tabula Rasa … Continua
Nel cuore dell’Umbria scorre una dei percorsi più belli e affascinanti del Centro Italia, una via che si snoda tra antichi borghi e dolci colline affollate dal verde degli alberi. Si tratta della SS 317, il cui tratto che da Orvieto giunge a Marsciano è tanto amato da attrarre ogni anno migliaia di motociclisti e di appassionati di auto d’epoca, i quali scelgono questo percorso per una gita nel verde o per completare degnamente l’escursione di giornata in uno dei tanti siti naturalistici di cui il territorio è ricco. Tanti anche i ciclisti, che sul pendio trovano una palestra per allenarsi in vista di sfide con se stessi o con gli altri. Una risorsa preziosa, dunque, eppure anno dopo anno la strada è stata soggetta a un continuo deterioramento al quale le amministrazioni locali non sono ancora state in grado di porre rimedio.
Questo tratto di circa 50 chilometri attraversa il Monte Peglia, cima di 837 metri che porge il nome al Parco del Monte Peglia e della Selva di Meana. La lussureggiante composizione del parco è alimentata da diversi corsi d’acqua che dissetano gli ampi boschi di cerro, di lecci e di corbezzolo vegetano. Tra i fusti di queste piante si muovono il gatto selvatico, la martora, il falco pellegrino, il gufo reale, la salamandra pezzata e il cavedano etrusco.
Un’altra oasi verde, il Parco dei Sette Frati, dispone di numerose postazioni per grigliare carne e pesce nelle calde giornate estive. All’interno del parco si snoda un suggestivo percorso escursionistico che, attraversando il crinale del Monte Piatto e del Monte Acquasanta, apre scorci panoramici di incomparabile bellezza sui dolci rilievi del Monte Peglia e sul lago di Corbara.
Il grado di deterioramento più grave interessa il manto stradale tra il chilometro 12 e il chilometro 32, nel territorio del Comune di San Venanzo. Un danno tale da aver indotto la nascita del Comitato Petizione SS 317 che ha denunciato il pericolo rappresentato dal tratto della statale per gli utenti della strada e il danno arrecato al potenziale turistico dell’area. Il comitato ha realizzato un video per promuovere una petizione online per chiedere alla Regione Umbria di promuovere un intervento a livello europeo, nella speranza che eventuali fondi dell’Unione possano contribuire a ripristinare questa via così importante sia per la viabilità regionale che per le attività di cittadini e visitatori.
Dopo una prima denuncia del comitato sono stati intrapresi i lavori per riasfaltare 1,7 chilometri, ma per ripristinare completamente la strada occorre ancora molto impegno.
Marco e Felicity, fondatori di questo blog e di Thinkingnomads.com – In viaggio per il mondo dal 2004 con oltre 110 nazioni visitate nei 5 continenti. Prima viaggiatori e poi travel blogger, sognatori e sempre in cerca di nuove avventure.
Cinque borghi sospesi tra cielo e mare, il blu delle acque che lambisce le forme dure e le ombre tratteggiate delle Alpi liguri. La bellezza delle Cinque Terre è stata decantata nel corso dei secoli da pittori e poeti, ma è stata la ferrovia ad aprire negli anni Cinquanta questo paradiso ligure al mondo, trasformando una comunità di contadini e pescatori in un territorio accogliente votato fortemente al turismo.
Come sempre un misto di manna e grandine, l’industria turistica ha riscattato un’area altrimenti rurale, relegata ad un ruolo marginale nell’evoluzione della penisola. La fioritura del settore ha portando con sé grandi opportunità ma anche notevoli rischi. Quando il mio amico Nicola Bordoni di Manarola – esperto escursionista e riferimento prezioso per tutti gli amanti delle attività nella natura – ha portato alla mia attenzione una petizione rivolta alle amministrazioni affinché pongano un freno ai danni che il turismo di massa sta arrecando al territorio, il minimo che potessi fare era dare voce a chi queste terre le ama con una passione generosa e incondizionata.
Le petizione in questione è stata avanzata non da qualcuno che sul Levante ligure ci è nato, ma da una persona che se ne è innamorata al punto da stravolgere la propria vita e farsi adottare da questo territorio unico e avvolgente. Lei si chiama Amy Inman, è californiana, e in Liguria ci è arrivata dopo la laurea in Comunicazione Interculturale grazie a un regalo dei genitori. “Se all’epoca avessero saputo che sarei finita qua non so se l’avrebbero fatto!”
Nelle Cinque Terre, per l’esattezza a Riomaggiore, oggi Amy si occupa di ricezione turistica con il marito – eh già… – e continua a trasmettere la sua passione anche tramite un blog, Cinque Terre Insider, dove non solo offre un’inedito punto di vista al pubblico internazionale, ma non si risparmia nemmeno per dibattere di tutte le contraddizioni che attanagliano quest’area così preziosa e delicata. Ed è così che è finita a sbattere contro il turismo di massa…
“Ero stanca e stufa di stare seduta con le mani in mano e non fare nulla per provare a migliorare la situazione. La verità è che tutti si lamentavano del sovraffollamento, ma nessuno faceva qualcosa di concreto per tentare di cambiare le cose.”
La petizione è corredata da un video di Christine Godfrey – anche lei un’espatriata americana rinata nelle Cinque Terre – che evidenzia i disagi e l’impatto di un turismo convulso e disorganizzato. Sono infatti i grandi numeri, oltretutto legati ad una stagionalizzazione del mercato da cui la Liguria sembra non riuscire a emergere, che minacciano il prezioso ecosistema della Cinque Terre.
“Le Cinque Terre sono posti bellissimi ma anche piccolissimi – prosegue Amy – circondati da un territorio fragilissimo che rischia letteralmente di franare in mare. Non sono posti che possono sostenere due milioni di visitatori all’anno [in poche settimane], non se vogliamo conservarli per le generazioni future.”
La delicata conformazione dei sentieri da cui si gode dei memorabili paesaggi delle Cinque Terre richiede una cura costante e sono assolutamente attuali i casi di percorsi rimasti chiusi per mesi perché in seguito a frane o smottamenti non è stato possibile renderli nuovamente agibili con tempestività. Per spostarsi da un borgo all’altro i visitatori hanno a disposizione solo una linea ferroviaria su cui in estate i treni si muovono freneticamente per sostenere un carico di passeggeri ben al di là della loro portata. Una situazione che tende a peggiorare di anno in anno.
“Le infrastrutture disponibili non sono assolutamente adatte a numeri del genere. Per non parlare del fatto che manca completamente un senso di organizzazione complessiva e tutto è lasciato alla discrezione dei tour operator, un errore fatale per le Cinque Terre. L’anno scorso abbiamo visto qualche disagio, ma niente in confronto con quest’anno. Quest’anno i paesi erano diventati invivibili. Ci credi che ci sono momenti in cui non puoi camminare per strada a causa del sovraffollamento? O che hai paura a portare tuo figlio in treno perché temi che sarà schiacciato dalla folla?”
Secondo Amy e il gruppo di cui si fa portavoce, riuniti sotto il nome di Save Cinque Terre e attivi con una loro pagina anche su Facebook, di questo passo le Cinque Terre perderanno il fascino e le peculiarità naturali che ne hanno decretato il successo negli ultimi anni. Inoltre c’è un serio pericolo di abbandono dei borghi, dal momento che gli abitanti, asfissiati dai ritmi estivi e completamente abbandonati a se stessi nei mesi invernali, cercheranno posti più vivibili dove crescere i propri figli. “E poi cosa ci rimarrà? Mi vengono i brividi solo a pensarci…”
La questione è drammatica ma anche molto semplice: non è concepibile lasciare la gestione dei flussi turistici di un giardino meraviglioso e delicato come le Cinque Terre interamente alle agenzie turistiche, il cui scopo non può che essere il guadagno. È necessario che le amministrazioni – Regione Liguria, Provincia di La Spezia, i comuni di Monterosso, Vernazza e Riomaggiore, il Parco Nazionale delle Cinque Terre – si attivino concretamente per sviluppare un piano di lungo periodo. Occorre ovviamente valorizzare l’attrattiva turistica, ma senza che l’impatto dei visitatori danneggi irrimediabilmente il patrimonio naturale delle Cinque Terre. Al tempo stesso bisogna consentire agli abitanti del territorio di usufruire di opportunità economiche tangibili e di infrastrutture adeguate alle esigenze del vivere quotidiano.
Una petizione da sola non può certo rivelarsi la soluzione definitiva, ma speriamo che sia l’inizio di un percorso di sviluppo sostenibile e vantaggioso per tutti.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.
Il castello Rocchetta Mattei si trova in un piccolo borgo dell’Appennino bolognese, Grizzana Morandi, ed è un luogo incredibile. Non è solo un castello, non è solo una rocca, non è solo la dimora del nobile conte Mattei, è un percorso iniziatico e a volte salvifico per chi ha voluto curarsi con l’elettromeopatia. Andiamo con … Continua
Il fratello minore del Lago di Gardaè un parente selvaggio e per ampi tratti incontaminato. Se intorno al lago più grande d’Italia si consumano abitualmente scene di mondanità e acquisti pregiati, sul Lago d’Idro le giornate trascorrono lievi e pacate, immerse in un paesaggio sospeso tra le placide e fresche acque e le cime innevate delle Dolomiti. Non mancano spiagge attrezzate per il noleggio di ogni forma e qualità di tavole galleggianti – soprattutto sulla riva orientale e nell’area portuale di Ponte Caffaro – ma la costa di questo modesto bacino d’acqua si caratterizza prevalentemente per ampi tratti di fitta vegetazione, piccole calette solitarie in cui godere di un solitario idillio naturale e sentieri escursionistici per solcare i pendii che incorniciano il lago.
Nonostante le sue dimensioni ridotte, la storia non ha mancato di incrociare le sue fila con le sponde dell’Eridio – antico nome del Lago d’Idro – che da sempre si staglia su una terra di confine tra popoli così simili e così diversi al tempo stesso. Oggi a specchiarsi nelle acque del lago sono le province di Brescia e Trento, ma un tempo le stesse acque erano varcate dal confine che sanciva l’inizio dell’Impero Austro-Ungarico. Nascosti dalle fronde della fitta vegetazione, intorno al lago si muovevano furtivi banditi e contrabbandieri, le cui gesta sono ancora oggi rievocate dal Sentiero dei Contrabbandieri, che sulla sponda orientale del lago si eleva lasciando ai piedi degli odierni esploratori un paesaggio di rara bellezza.
All’incanto di un paesaggio ruvido e variegato si aggiunge una ricchezza nella vita animale e vegetale che difficilmente si incontra a queste latitudini ancora poco alpine. Sugli infiniti sentieri che si aprono alle spalle del lago non è insolito soffermarsi ad ammirare cervi incuriositi dal brusio della presenza umana, mentre nei cieli risuonano i richiami di germani reali, gabbiani, aironi, martin pescatori e usignoli. Eppure un tale patrimonio naturale è messo in pericolo ogni anno dalla gestione delle acque del lago, che sono impiegate per scopi agricoli e per la produzione di energia elettrica. Un impiego largamente discusso dalle comunità locali, convogliate nel movimento “Salviamo il Lago d’Idro” che da anni si prodiga per diffondere consapevolezza e interesse per le sorti dell’Eridio.
Uno degli appuntamenti più insoliti e affascinanti volti proprio a trasmettere la consapevolezza per questo delicato tesoro si tiene ogni primo sabato del mese. Radunati dall’instancabile Pierfranco Bolandini, esperto erborista –“speziale”, preferisce lui – e impareggiabile conoscitore del lago del territorio limitrofo, curiosi e appassionati si ritrovano a Ponte Caffaro per partire alla scoperta del lago con una marcia di 30 chilometri lungo tutto il periplo del bacino. Un’escursione attraverso sentieri antichi e recenti che valica l’antico confine imperiale e quello moderno con la provincia di Trento, per ammirare il Lago d’Idro da ogni angolazione e assaporarne ogni curva.
Per informazioni e iscrizioni alla marcia intorno al Lago d’Idro (ogni primo sabato del mese):
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.
Sono di origine marchigiana, del Fermano, e come ogni estate anche quest’anno sono stata nelle Marche. Quest’anno ho deciso di vivere le mie tre settimane “a casa” da “quasi turista”. Mi sono chiesta, complice le tante macchine con targhe spesso estere che incrociavo (Belgio, Olanda e Gran Bretagna) quali siano le potenzialità di questo territorio … Continua