Goslar è un incantevole e ricchissimo Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO nella cornice naturale della Bassa Sassonia, Germania, ricca di suggestioni quale è il massiccio dello Harz e le sue pendici. Una passeggiata tra il suo dedalo di vicoli è un’esperienza che non teme rivali per l’atmosfera autentica che riporta a un Medioevo davvero remoto.
La nascita e le sorti di questa cittadina sono da sempre legate alla grande miniera di Rammelsberg che la rese tanto ricca e importante da convincere l’imperatore Enrico II a eleggere Goslar come sua residenza prediletta all’inizio dell’XI secolo, con tutti gli onori, ma anche gli oneri, che il mantenimento della foltissima corte comportava per i cittadini. Imponenti case a graticcio finemente decorate catturano lo sguardo e lo guidano verso l’alto dove si scoprono dettagli che ammaliano e la sera, quando le luci delle abitazioni sono accese, si intravedono stupendi soffitti a cassettoni.
La piazza centrale su cui affaccia il vecchio municipio è un gioiello dal quale si può ammirare il famoso carillon che più volte al giorno, al suono della simpatica melodia, narra la storia della città rendendo omaggio ai minatori. Una storia fatta di periodi molto floridi che hanno lasciato splendide opere d’arte come gli stupendi affreschi della “sala dell’omaggio” e il palazzo imperiale, e momenti di grande povertà che sono però in gran parte responsabili del mantenimento della struttura originaria. Proprio ciò che oggi rende Goslar e la sua miniera millenaria una meta imperdibile nella Bassa Sassonia.
Fotografie di Roberto Vilbi.
Per il supporto nell’organizzazione di questo viaggio si ringrazia l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo
Viaggiatrice e sciatrice entusiasta. Traduttrice, interprete, copywriter e travel writer, innamorata della mia professione che mi vede impegnata soprattutto nei campi del turismo e della tutela della natura e dell’ambiente. Curiosa, rispetto le opinioni degli altri anche quando non le condivido. Appassionata di cucina a fasi alterne. Il mio motto: Passion makes the difference!