Tra tutti i posti nel mondo che ho avuto la fortuna di visitare, Cuba è il più prezioso , autentico, travolgente. Ci sono stata la prima volta nel 2003 , per la mia accesa passione per il ballo della salsa, e ci sono tornata la scorsa estate, nell’agosto 2022, in qualità di tour leader Weroad, vivendolo con una consapevolezza maggiore e comprendendone la sua assoluta unicità.
Cuba è un’isola piena di contraddizioni, sofferente per la sua situazione governativa ed economica, ma splendida per il coraggio e la forza che i suoi abitanti continuano a dimostrare e per le sue straordinarie bellezze .
Il mio è stato un itinerario meraviglioso di 12 giorni, con un gruppo altrettanto meraviglioso. Abbiamo vissuto questo Paese a 360 gradi, dal degrado e la bellezza paradossali dell’Avana, alle valli rigogliose di Pinar del Rio e i campi di tabacco di Vinales, dalla meraviglia del mare incredibile della Baia dei Porci alla spettacolare e vivissima città-museo coloniale di Trinidad, fino ad arrivare alle cascate di El Nicho, nel cuore della giungla, per poi passare da Santa Clara alla cittadina incantevole di Remedios e la sua festa di paese, e intraprendere il fantastico Pedraplen con le macchine d’epoca fino a Cayo Santa Maria e infine rientrare per un’ultima emozionante visita all’Avana.
Cercherò di fare ordine in un mare di emozioni che mi porto ancora addosso, ma attenzione, non leggete con tristezza, lasciatevi emozionare..
Quando andare a Cuba e documenti necessari
Il periodo migliore è senza dubbio il nostro inverno, a partire da Gennaio fino ad Aprile, quando il clima è gradevole e secco. Invece in estate si soffre tantissimo un’umidità pazzesca e ci sono spesso temporali pomeridiani, ma che, durando poco, non incidono sulla riuscita delle attività e delle escursioni varie. Bisogna solo ricordare che tra agosto e settembre c’è rischio uragani. L’anno scorso è arrivato esattamente un mese dopo il mio viaggio ed ha colpito fortemente molte zone del nord, tra cui Vinales.
Visto e documenti: serve passaporto con validità di almeno 6 mesi ed è obbligatorio il visto turistico, che ha validità di 90 giorni e si ordina tranquillamente attraverso questo semplice sito: https://www.visascuba.com/index.html Normalmente arriva a casa nel giro di 1 o 2 settimane.
La moneta e le assurde differenze socio-economiche
Qual è la moneta ufficiale di Cuba? I pesos cubani ovviamente! Fino al 2021 c’era una moneta fatta solo per i turisti, il CUC, il peso cubano convertibile, ma è stata eliminata. Ciò che mi ha sconvolto enormemente è la corsa spasmodica all’Euro che si sta verificando negli ultimi anni. Tutti per strada, nei negozi, nelle casas particulares, vogliono gli Euro al posto dei pesos, vendono, anzi svendono una quantità enorme di pesos, pur di avere gli Euro! Ma perché? C’è una spiegazione scioccante che viene fuori ascoltando la gente del posto e che è sconcertante.
A Cuba esistono negozi di 2 tipi: quelli per cubani bisognosi, dove i prezzi sono bassi e la spesa è contingentata ai minimi livelli (un tot di uova, di carne, di latte al mese) e si paga soltanto in pesos; poi ci sono quelli per i cubani arricchiti e per i turisti, dove i prezzi sono in Euro (a volte anche in dollari USA) e solo chi riesce ad averli può permettersi una tarjeta (una carta di credito) da caricare con gli Euro e può fare la spesa liberamente, senza nessun limite. Così la gente comune, come gli insegnanti, gli impiegati, i medici che hanno uno stipendio medio di circa 70-90 Euro al mese, o coloro che fanno dei lavori più umili, possono fare solo una spesa razionata e molto limitata, mentre chi è riuscito a trovare un’attività più remunerativa, come nel turismo, si gode i grandi magazzini e le spese migliori.
Questo sistema non fa altro che aumentare il mercato nero, la delinquenza e, non ultima, la povertà e l’indigenza delle famiglie. Per strada è un continuo elemosinare ed ascoltare racconti di vita dura…a volte un piccolo aiuto può significare tanto.
Dove dormire a Cuba? La meraviglia delle casas particulares: esperienze indimenticabili
Andare a Cuba e dormire in un hotel è una vera follia! Il vero viaggio è alloggiare nelle casas particulares, case private dove i cubani mettono a disposizione delle stanze con bagno privato e dove si vive completamente immersi nella cultura locale e nella vita quotidiana della gente.
A Trinidad per esempio parlavamo con la vicina e si giocava con la sua bimba, che era felicissima se riceveva una caramella. La grande casa era piena di oggetti antichissimi, quadri , poltrone e sedie a dondolo e foto di famiglia ingiallite che si raccontavano da sole. E la signora era felicissima di prepararci la colazione la mattina, facendoci trovare ciò che le avevamo richiesto la sera prima. Un senso di immersione nel luogo e nella sua gente ed una gentilezza senza pari.
Un’altra casa pazzesca l’abbiamo vissuta a Playa Giron, un paesino nella Baia dei Porci, dove il proprietario aveva nel suo giardino degli animali “domestici” alquanto singolari: 3 coccodrilli circondati da decine di tartarughe messe insieme nella stessa gabbia ed un recinto enorme pieno di… Jutias, dei toponi giganti che urlavano quando si spaventavano!! Ma la cosa più sconvolgente è che questi sono tutti animali che vanno a finire sulle tavole cubane! Ripieni, a la plancha o fritti, sono tutti piatti prelibati! Come si fa a non essere disgustati ma nello stesso tempo sbalorditi e divertiti da tutto ciò?
I disagi nell’isola e la voglia di lottare
Prima di partire mi ero ben informata di ciò che ci attendeva e, devo dire la verità, ero un pò preoccupata. Primo fra tutti il tema: corrente elettrica. Per intere ore del giorno e della notte il governo decideva di staccarla, per razionare l’energia elettrica in tutto il paese, ma mentre all’Avana le ore di blackout erano annunciate, nel resto dell’isola la luce poteva andar via in qualsiasi momento e bisognava sempre essere pronti! Chi ha i mezzi è riuscito ad organizzarsi con dei rumorosissimi generatori, mentre noi spesso abbiamo goduto della luce fioca delle candele, di lampade ad olio improvvisate o della banale torcia del telefono..
Non dimenticherò mai la notte a Trinidad quando con il blackout si è spento di colpo l’intero paese, i musicisti hanno continuato a suonare, sembrava un paesaggio surreale, è stato meraviglioso! Ecco magari con il caldo c’era qualche problema se l’aria condizionata non andava, ma non ne abbiamo sofferto poi più di tanto! A questo si aggiungeva anche un altro problema ad esso collegato, che era la penuria di carburante , che arrivava centellinato e poteva creare disagi negli spostamenti. Ma bastava semplicemente organizzarsi, e i cubani sono bravissimi nel farlo! Il tema poi della carenza di alimenti e di medicine è presente da tanto tempo nell’isola, ed è, ancora oggi, davvero dura riuscire a reperire medicinali di prima necessità, come una semplice aspirina o un banale paracetamolo.
I regali e il cuore grande della gente
E’ arrivata l’ora di parlare delle emozioni più forti provate in questo viaggio: la gente.
Non dimenticherò mai lo stupore e la felicità immensi nel viso delle persone, grandi e piccole, mentre ricevevano un indumento, un medicinale, un semplice bagnoschiuma, una caramella, una matita per la scuola che noi avevamo portato dall’Italia. In maniera particolare ricordo una donna di una casa particular a cui ho regalato una gonna che apparteneva alla mia mamma e lei, non solo l’ha indossata immediatamente, ma mi ha dato uno di quegli abbracci pieni di commozione che difficilmente dimenticherò. E’ stato un susseguirsi continuo: una donna in un mercato che mi regala una collana fatta a mano, in cambio di semplici assorbenti, i bambini in un parcheggio felici da morire per una semplice caramella, anziani nelle case de L’Avana Vieja che si commuovono al ricevere un blister di moment o di paracetamolo, un anziano cantante che improvvisa versi musicati in perfetta rima dedicandoli ad ogni componente del gruppo, in cambio di una piccola propina (mancia) per il suo gruppo! Questi solo piccoli episodi in una marea di emozioni che ci hanno travolto e ci hanno fatto tornare a casa con un cuore più grande, forte e consapevole.
Per tutto questo andare a Cuba , è un viaggio come nessun altro , è un viaggio nel viaggio. Andateci, e poi mi racconterete…
Io vi saluto dal Cafe de la Revolucion, a Santa Clara, patria delle battaglie del mitico Che Guevara! Alla prossima avventura!
Vivo a Bologna, ma sono una pugliese doc. Parlo 4 lingue e mi piace tantissimo continuare a perfezionarle. Insegno inglese ai bambini e spesso li porto con me nei miei racconti, così non smetto mai di viaggiare , anche quando sono tra le grigie mura scolastiche. Non faccio nulla nella vita che non sia dettato dalla passione e dall’entusiasmo. Viaggio da anni e non mi stanco mai di farlo, per raccogliere storie, sensazioni, immergermi e lasciarmi coinvolgere da cultura e tradizioni locali. Semplicemente per continuare ad emozionarmi. Amo parlare con tutti, ascoltare, imparare da tutto ciò che è altro da me. Impronto la mia vita ad un viaggio continuo, anche nelle piccole e semplici cose. Ma ho un sogno nel cassetto: diventare una reporter di viaggi.