Il mio viaggio in stampelle oggi attraversa l’ultimo confine. Dopo essere passata dal Nicaragua al Costa Rica, oggi la frontiera attraversata è quella tra il Costa Rica e il Panamá.
Da Cahuita, in circa un’ora di van, abbiamo raggiunto il confine dove le procedure doganali si sono svolte abbastanza rapidamente. Quello che è stato meno rapido per me è stato l’attraversamento in stampelle della zona franca, decisamente lungo e difficoltoso visto il ponte pedonale in legno con assi traballanti che non ha reso per niente semplice il mio passaggio! I due confini attraversati non mi hanno affascinata per niente e ho provato un po’ di nostalgia per il coloratissimo e caratteristico confine tra Messico e Guatemala.
Fuori dalla dogana ci aspettava un altro van che in un’ora e mezza ci ha condotti al punto d’imbarco per Bocas del Toro, la nostra prima meta nel Panamà. Bocas del Toro è un arcipelago protetto dal Parque Nacional Bastimentos situato sulla costa nord orientale del Panamà e costituito da sei isole. Una curiosità su questo luogo: è la patria delle note banane Chiquita!
Una volta raggiunto Almirante, un paese sulla terraferma, prendiamo una lancia che attracca sull’Isola Colon, la più grande e sviluppata dell’arcipelago che ospita il capoluogo della provincia, ovvero la città Bocas del Toro. Noi alloggiamo a Casa Max, un piccolo alberghetto ottimo compromesso tra costi, posizione e qualità (10 dollari a notte a persona). Lasciamo i bagagli e siamo subito pronti, visto che il tempo sembra concedercelo, a partire per l’escursione a Boca del Drago, quella che la nostra guida definisce “una spiaggia dall’atmosfera tranquilla e rilassata”.
Io ammetto di avvalermi sempre con fiducia di una guida per i miei viaggi, ma per quel che riguarda questo piccolo angolo di mondo non ho trovato riscontro tra ciò che ho letto e ciò che ho poi visto.
Playa del Drago si raggiunge in dieci minuti di taxi e ormai altro non è che il punto d’attracco delle lance che conducono a Playa Estrella, spiaggia che prende il nome dalle numerose stelle marine che dovrebbero popolare il mare di fronte. Quello che abbiamo trovato noi è stata una spiaggia ormai molto erosa dal mare per cui molto stretta e il cui mare non ospita né stelle marine né tanto meno pesci.
Il giorno successivo ci svegliamo e piove a dirotto, circostanza che purtroppo caratterizzerà in gran parte tutto il nostro soggiorno qui a Bocas del Toro. Questo mi porta ad una semplice ma credo fondamentale considerazione per chiunque decida di intraprendere un viaggio in queste zone: evitate il mese di agosto poiché le piogge non sono temporali tipici caraibici che esplodono all’improvviso, durano poco e lasciano poi spazio ad un caldo sole, ma si tratta proprio di pioggia costante e battente che, come nel nostro caso, può durare per giorni.
Vista la pioggia il nostro gruppo si divide tra chi decide di dedicarsi ad un’attività più tranquilla come la visita della cittadina di Bocas del Toro, e chi, più temerario, decide di affittare un quad sfidando la pioggia per andare a scoprire l’isola ( costo 75 dollari a quad per mezza giornata). Considerate le mie condizioni scelgo la prima opzione.
La cittadina di Bocas del Toro, che qui chiamano semplicemente Bocas, è molto viva e ospita numerosi ristoranti, locali notturni e negozi. Ciò nonostante io non l’ho trovata particolarmente affascinante, forse perché quando visito i Caraibi ho l’aspettativa di trovare colore ovunque, aspettativa che a Bocas viene un po’ delusa.
Il terzo giorno qui a Bocas il tempo ancora non è dei migliori ma almeno non piove a dirotto, per cui decidiamo di optare per l’escursione in barca rimandata il giorno precedente. L’escursione costa 30 dollari a testa e consiste in una tappa di snorkeling a Coral Bay dove io, purtroppo, non posso immergermi. Devo comunque dire che i miei compagni di viaggio non sono rimasti esaltati da questa sessione di snorkeling poiché il mare ospitava pochi pesci e non era limpido come ce lo saremmo aspettato.
La seconda e ultima tappa è quella che tutti qui considerano essere la spiaggia più bella dell’intero arcipelago, Playa Zapatilla. Ed è qui che la mia delusione raggiunge i livelli massimi poiché troviamo una spiaggia relativamente piccola e colma di turisti. Il mare non è cristallino come quello delle foto che avevo visto nel momento in cui mi preparavo su questo viaggio.
Il nostro quarto giorno a Bocas è di nuovo caratterizzato da pioggia battente e da tante noiose ore spese tra l’hotel e i locali della città.
Le mie considerazioni finali credo le abbiate già intuite: questo posto non mi è piaciuto, anzi, mi ha delusa profondamente. Ammetto che però vorrei tanto visitarlo in un’altra stagione perché proprio non riesco a comprendere una diversità così grande tra ciò che avevo visto e letto documentandomi e ciò che poi ho visto e vissuto durante il mio soggiorno. Forse giorni e giorni di pioggia possono cambiare drasticamente un paesaggio? Questa domanda resta aperta e, come leggerete nel mio prossimo racconto di questo viaggio, non riguarderà solo Bocas del Toro.
Leggi la puntata precedente: il santuario dei bradipi del Costa Rica
Leggi la puntata successiva: l’arcipelago delle San Blas
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.