La nostra scoperta di Ginevra è cominciata un venerdì mattina alle otto, a bordo di una mouette, le caratteristiche barche gialle e rosse usate come taxi da residenti e turisti per spostarsi da una sponda all’altra del lago. La placida consistenza delle acque ben si adatta alle nostre facce assonnate: “Non vi preoccupate – ci rassicuravano i ragazzi di We Like Travel – è l’unico giorno in cui ci alziamo così presto!”
Il motivo di tanta fretta è semplice. Il Jet d’Eau si innalza ogni mattina dal centro del lago per interrompere la placidità delle sue acque con un potente getto alto fino a 140 metri. Lo spettacolo comincia alle nove, e noi volevamo arrivare sul posto per essere i primi della giornata a fotografarne l’irruenza.
L’attuale Jet d’Eau è il nipote di un capostipite datato 1886 e installato in una posizione un po’ più lontana dal centro cittadino. La fontana moderna è stata installata nel 1951 e dal 2003 si presenta con la stessa potenza ogni giorno dell’anno – salvo gelate sulle acque del lago – ed è divenuta così il simbolo di Ginevra, “la piccola capitale della Svizzera francese” che da anni cerca di rivalutare la sua intrinseca bellezza agli occhi del pubblico. Una bellezza spesso offuscata da quell’aurea di sterile operosità che spesso intacca l’immagine di molte città svizzere.
Tra le strade del centro di Ginevra l’estate ha portato una ventata di gioviale spensieratezza. È un’estate relativamente breve, quella svizzera, ma che non manca di trasformare radicalmente i colori e le abitudini di questa operosa nazione alpina. Un’estate a lungo ambita nel corso dell’anno, tanto che le sorprendenti temperature elevate sono sopportate con serena rassegnazione, quasi con gaudio.
Il centro storico non presenta le impressionanti architetture gotiche di Berna, o l’esuberante vivacità culturale di Basilea, ma è un’armonia di gradevoli edifici e ordine elvetico. L’idillio della bellezza svizzera va cercato sul lago, sulle cui sponde l’estate porta bagnanti e festose comitive fino alle tarde ore serali.
Altrimenti bisogna allontanarsi un po’, magari in bici – o, per i meno allenati, con una comoda ebike, la bici con pedalata assistita – e godersi le pacifiche campagne collinari che circondano la città, magari con una pausa per assaporare i vini prodotti in questa regione. Oppure con un battello, seguendo il corso del Rodano, circondati da natura incontaminata e dagli onnipresenti cigni, i veri sovrani della città.
Ginevra offre molti angoli ristoratori in cui assaporare ottimi piatti locali e non, sia incastonati tra le antiche architetture del centro che circondati dal verde dei parchi cittadini. Un’ottima alternativa al solito ristorante la offre il Parco delle Acque Vive (Parc des Eaux Vives) sul grande viale lungo il lago Quai Gustave-Ador. Qui la struttura presente all’interno del parco prepara cestini da picnic completi con ogni amenità, compreso del buon vino, per godere di un pasto sui prati inclinati del parco con i propri piedi la vista del lago che riflette i raggi del sole.
Grazie alle nostre guide ci siamo anche concessi un’esperienza alquanto esclusiva: un laboratorio presso la storica azienda Bucherer per aspiranti orologiai – o aspiranti scienziati pazzi, a giudicare dall’entusiasmo con cui il gruppo ha ricevuto camice e lente di ingrandimento – in cui smontare e rimontare il meccanismo di un orologio. O dove far impazzire gli orologiai – quelli veri – posti a sostegno con il nostro maldestro tentativo. Un’esperienza altrettanto svizzera e alla portata di ogni visitatore è invece quella che ci ha visti montare un coltellino e personalizzarlo con una marcatura di nostra scelta presso la mitica Victorinox.
Non ci siamo nemmeno fatti mancare un visita all’imponente Cattedrale di San Pietro (Cathédrale Saint Pierre de Genève) dalla cui torre si gode del meraviglioso abbraccio della città intorno al lago. E abbiamo persino esplorato – non senza un pizzico di perplessità – le eccentriche estrapolazioni artistiche delle collezioni del museo di arte contemporanea Mamco.
Il vero problema, quando si parla di turismo in Svizzera, è il costo di certe esperienze. Per dirla con le parole di un collega che mi ha accompagnato in questo tour esplorativo: “La Svizzera mi piace soprattutto quando non sono io a pagare il conto.” E le recenti fluttuazioni del franco svizzero – ormai quasi alla pari con l’euro – non rendono tale questione meno ostica.
Lungi dall’essere insensibili alla questione, i lungimiranti operatori di Ginevra hanno cominciato ad allegare gratuitamente alla prenotazione della camera d’albergo la Geneva Transport Card, che consente di utilizzare tutti i mezzi pubblici per l’intera durata del soggiorno. Questo non rende certo una vacanza sulle sponde del bellissimo lago un’opzione economica, ma almeno è un’utile sostegno per chi almeno una volta volesse mettere alla prova la fama di questa piccola grande città.
Informazioni utili
Il Jet d’Eau si attiva ogni giorno alle 9. La fontana si trova in prossimità della foce del Rodano e la banchina che più vi si avvicina è sulla sponda sud-orientale del lago, Jeteé des Eaux Vives, su Quai Gustave-Ador. Ma il getto è visibile da tutta la città e lo si apprezza nella sua interezza da maggiore distanza, ad esempio dal Giardino Inglese (Jarden Anglais) su Promenade du Lac.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.