Vietnam, nazione di contrasti e controsensi. Nazione ricca di storia, tradizioni e cultura, ma ancora in via di sviluppo. Nazione con città da terzo mondo e paesaggi da resort. Hanoi, capitale del Vietnam, ha un modo unico di mischiare l’Occidente con l’Oriente, il passato con il presente.
La città di Hanoi ruota essenzialmente attorno al Lago Verde (Hoàn Kiếm), detto anche il “Lago della Spada Restituita”. Leggenda vuole che l’imperatore Lê Lợi (vissuto fra il XIV e XV secolo, fondatore della dinastia Lê e vittorioso combattente; fu lui ad ottenere l’indipendenza dalla Cina nel 1427) dovesse la sua audacia e abilità a un aiuto divino sottoforma di spada donata dal dio Kim Qui (“tartaruga dorata”).
Un giorno, mentre il sovrano si trovava in barca sul lago in questione, una tartaruga, rappresentante della divinità, venne a reclamare l’arma e Lê Lợi gliela diede. Per commemorare l’evento divino chiamò il lago col nome attuale. La tartaruga in questione riposa oggi in un piccolo tempio al centro del lago.
Cosa molto curiosa è che nel lago vivono delle specie in via d’estinzione di tartarughe giganti e longeve! Si dice che esse si mostrino solo in determinati eventi, e se qualcuno le vede venire fuori è segno di un’immensa fortuna.
Intorno al lago si trovano i due quartieri principali: il quartiere vecchio e il quartiere francese. Il vecchio quartiere conserva la struttura originale delle strade e l’architettura della vecchia Hanoi.
All’inizio del XX secolo la città era costituita da sole 36 strade, la maggior parte delle quali si trovano oggi nel quartiere vecchio. A quel tempo ogni strada aveva mercanti e famiglie specializzati, come venditori di seta e di gioielli, e i nomi attuali delle strade riflettono proprio quella specializzazione originale. La più famosa è la Via dell’Argento.
Il quartiere francese invece si è sviluppato sotto il dominio coloniale della Francia, che ha imposto il proprio stile alla città, ancora evidente se si osservano i boulevard alberati, l’Opera, la Banca Generale del Vietnam, il Palazzo Presidenziale, la Cattedrale di San Giuseppe e lo storico Hotel Metropole (dove si dice che Charlie Chaplin sia stato in viaggio di nozze).
Per il nostro primo giorno in città avevamo organizzato un tour guidato tramite l’associazione HanoiKids, che offre tour gratuiti della città ai turisti, tenuti da studenti universitari che in questo modo possono migliorare il loro inglese. In cambio ai ragazzi viene offerto il pranzo e vengono pagati i biglietti di ingresso ai vari musei e il trasporto.
La prima tappa del nostro tour è stata al Museo di Etnologia, sotto una pioggia scrosciante. Il museo offre uno sguardo sulla cultura e sulla società vietnamita, con splendide rappresentazioni di attimi di vita quotidiana ed occasioni speciali. Nella zona esterna ci sono varie case tipiche, provenienti da varie parte del Vietnam, che sono davvero divertenti da esplorare… un po’ meno durante un nubifragio!
Dopo il museo siamo andati al Tempio della Letteratura, costruito nel 1070 per volere dell’imperatore Ly Thanh Tong che lo dedicò a Confucio, nell’intento di rendere omaggio a eruditi e letterati. Nel 1076 divenne sede della prima università del Vietnam che istruiva i figli dei mandarini e tale rimase fino al 1802, quando l’imperatore Gia Long decise di trasferire l’Università Nazionale ad Hué, la nuova capitale. Il tempio dovrebbe essere un posto piacevole e rilassante. Peccato che, a parte la pioggia torrenziale, quel giorno fosse pieno di turisti e neo laureati che, da tradizione, vanno al tempio a farsi fotografare.
Dopo un ottimo pranzo tradizionale ci siamo addentrati nel quartiere vecchio e in quello francese, respirando i contrasti di questo incredibile Paese e assorbendo a pieno la storia di questa antica città.
Leggi la seconda parte del viaggio nella capitale del Vietnam.
Sono un sagittario con mentalità da viaggiatrice. Milano mi è sempre stata stretta, e così mi sono messa a cercare nuovi orizzonti. Dopo un anno negli USA e un semestre in Francia ho deciso di emigrare in Australia per amore e per avere più opportunità di lavoro. Ho lasciato la mia città con un biglietto di sola andata e tante speranze nella valigia.