Siamo arrivati all’Alaya Resort in un caldo pomeriggio di inizio ottobre, accolti dai raggi del sole che si facevano spazio tra le palme di Ubud. Avevamo lasciato la bellezza selvaggia dell’estremo sud dell’isola e dalle spiagge di Uluwatu ci eravamo messi in viaggio verso la cittadina di Ubud, una delle più conosciute e apprezzate di Bali, nel centro dell’isola.
Ubud è immersa nel verde, tra risaie e foreste, e il suo centro è fin troppo turistico, con decine di bar, ristoranti, negozi, agenzie viaggio e tutto quello che un turista cerca. Scooter ovunque, auto, gente in bici e a piedi: diciamo che il primo impatto non è stato dei più felici.
L’Alaya hotel si trova proprio nel caotico centro di Ubud, ma quello che mi ha subito colpito di questa struttura è stata la sua atmosfera da piccola oasi, completamente immersa nella vegetazione e perfettamente in armonia con l’ambiente circostante. Il legno, i paramenti di bambù, i separé, le decorazioni e persino le lampade fanno immergere nella cultura locale e richiamano lo stile e l’architettura tipici di Ubud e dell’isola. Ci sono addirittura delle piccole risaie nei giardini del resort.
L’accoglienza è stata una delle più cordiali che io ricordi, grazie anche all’atteggiamento dello staff del posto, sempre squisitamente ospitale e sorridente e pronto ad accogliere qualsiasi richiesta.
Si può scegliere fra tre tipologie di alloggi – Alaya Suite Room, Deluxe Room, Alaya Room – anche se noi abbiamo optato per una deluxe room, vicina alle piscine per ragioni di comodità per le bambine. Qui abbiamo ritrovato lo stesso gusto e cura dei dettagli, sempre in linea con le forme e i colori tipicamente indonesiani del resort, oltre a un grande letto matrimoniale, frigo-bar, schermo TV a parete, bagno e terrazzo privati. Non mancava nemmeno la culla per Maya. In camera anche bottiglie di acqua minerale in vetro (gratis per gli ospiti dell’hotel), pratiche ma sopratutto ecologiche.
Un ambiente che indubbiamente ci ha messi a nostro agio sin da subito. Ho potuto dedicarmi al jogging ogni giorno, percorrendo il sentiero lungo le affascinanti risaie indonesiane, sulle quali si affacciano anche alcune stanze dell’hotel. Un’esperienza unica, specialmente a prima mattina o al tramonto.
Abbiamo trovato gradevole anche il tempo trascorso nelle due piscine, molto grandi e soprattutto quasi mai troppo affollate, un valore aggiunto specialmente quando si è in viaggio con figli piccoli. Isabella e Maya si sono divertite da matte in queste piscine, adatte anche a bambini piccoli.
Ottima la colazione servita in giardino (tra le risaie dell’hotel): vasta scelta tra colazione continentale, indonesiana, europea. Tutto incluso nel prezzo della camera, anche il cappuccino che non è per niente male.
Mi mancano le lunghe passeggiate fra i prati e le aree verdi presenti ovunque nel villaggio, mai troppo rumoroso e sempre ordinato, curato e confortevole anche negli ambienti esterni. C’è anche una piccola palestra a disposizione degli ospiti con corsi gratuiti di yoga e meditazione. Una chicca molto gradita è il tè pomeridiano, servito nelle sale comuni, bellissime verande porticate con i tipici tavoli bassi, fontane e sculture.
In definitiva, un’indimenticabile settimana in hotel, intensa e soprattutto originale, per via di tutte le suggestioni delle tradizioni e della cultura locali che il resort sa ben esaltare. Unico effetto collaterale è la nostalgia di questo esotico posto che vi porterete dietro per molto tempo. Per informazioni Ubud Hotel Alaya
Marco e Felicity, fondatori di questo blog e di Thinkingnomads.com – In viaggio per il mondo dal 2004 con oltre 110 nazioni visitate nei 5 continenti. Prima viaggiatori e poi travel blogger, sognatori e sempre in cerca di nuove avventure.